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Full text of "Guida manuale di Livorno e de'suoi contorni : con vedute e pianta topografica"

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! CONTORNI 


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20  cent 


PIANTA  DI  LIVORNO  E SUOI  CONTORNI 


Indicazioni 


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2 /Morti  O \/C  f'ra  Zari/ere/  \30fVaGctrrfiafifi' 

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Stab.“  Fot:  e Lil".  R.  MARZOCCHINI  Livorno 


GUIDA  MANUALE 


DI 


LIVORNO 


GUIDA  MANUALE 


DI 

LIVORNO 

E DE’  SUOI  CONTORNI 

CON  VEDUTE 

E 

PIANTA  TOPOGRAFICA 


LIVORNO 

A SPESE  DELL’AUTORE 
1875 


U editore  dichiara  di  aver  adempito  a quanto  prescri- 
vono le  vigenti  leggi  sulla  proprietà  letteraria , sotto  la 
protezione  delle  quali  pone  la  presente  edizione  ed  ogni 
diritto  di  traduzione . 


AVVERTENZA 

Ad  ogni  buon  fine  ed  effetto  l’autore  di  questa  breve  Guida  di- 
chiara aver  ricavato  moltissime  notizie  istoriche  dalla  Guida  di  Livorno 
del  Volpi  edita  nel  1846  e da  quella  amplissima  del  Sacerdote  Piom- 
banti alla  quale  rimanda  il  Forestiero  che  desiderasse  più  minuti 
dettagli  sulla  Città. 


Milano  — Tip.  Guigoni. 


3 1 1, 555 


r 


Prefettura,  uffici,  ecc. 


Prefettura.  Piazza  d'Arme. 

Palazzo  Comunale.  Piazza  d'Arme. 

Questura  (R.)  Via  Vittorio  Emanuele  N.  70. 

Capitaneria  del  Porto.  Palazzo  omonimo  alla  Bocca 
del  Porto . 

Ospedale  Civico.  Piazza  d'Arme. 

Comando  superiore  del  Presidio.  Via  Vittorio  Ema- 
nuele 51  al  Picchetto. 

Genio  Militare,  Sezione  di  Livorno.  Via  S.  Marco  1. 

Uffizio  Postale.  Piazza  Carlo  Alberto  1. 

Intendenza  di  Finanza.  Via  della  Venezia  1 P.  2°. 

Tesoreria.  Via  degli  scali  del  Pesce  3. 

Amministrazione  demaniale.  Piazza  Carlo  Alberto  1 
p.  p. 

Biblioteca  Labronica.  Via  della  Pace  33. 

Banca  Nazionale  nel  R.  d’Italia  (Sede  di  Livorno). 
Via  Buontalenti  N.  2. 

Banca  Nazionale  Toscana  (Sede  di  Livorno).  Via 
dei  Fulgidi. 

Camera  di  Commercio  e Arti.  Via  della  Banca. 

Borsa  di  Commercio.  Piazza  d’Armi. 

Xi  Ss  Tribunale.  Via  della  Madonna  N.  10  e 11  p.  p. 


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6 


INDICAZIONI 


Telegrafo.  Via  del  Telegrafo,  2. 

Circolo  Filologico.  Piazza  Cavour 9 Palazzo  rosso , 

1 p.°. 

Casino  di  Commercio.  Piazza  d'Armi,  3 p.  p . 
Casino  dei  Nobili.  Via  S.  Marco  presso  il  Teatro 
dei  Floridi . 

Stanze  Civiche.  Via  dei  Fulgidi , 3. 

Teatri. 

Degli  Avvalorati.  Via  degli  Avvalorati . 

Dei  Floridi.  Via  S.  Marco , 2. 

Rossini.  Via  Rossini . 

Goldoni.  Piazza  Goldoni. 

Gherardi  del  Testa.  Via  Strozzi. 

Arena  Labronica.  Via  degli  Asili. 

Arena  Alfieri.  Via  dei  Condotti. 

Consoli  e Wice-Consoli  esteri 
Residenti  in  Livorno. 

Alemagna  (Impero).  Appellius  Comm.  Cristiano, 
Via  S.  Marco,  3 p.  p. 

America  (Stati  Uniti).  Borcherdt  Frederic.  Via  del 
Ponte  nuovo,  7. 

Austria  Ungheria.  Bulizza  C.  A. , Via  della  Fio- 
renza, 1. 

Belgio.  Maurogordato  M. , Via  degli  Scali  delle 
Farine , 1. 

Brasile.  Pierai  G.  (V.  C.),  Via  Vittorio  Eman .,  61. 
Bolivia  (Repubblica).  Cubbe  De  Cantuz  Cav.  M.  Vit- 
torio (V.  C.),  Piazza  Carlo  Alberto , 1. 

Chili  (Repubblica).  Rodoeanacclii  Cav.  Pandely , 
Via  degli  Scali  delle  Farine , 1. 


INDICAZIONI  7 

Colombia  (Repubblica  degli  Stati  Uniti).  Pieruz- 
zini  Giov.,  Via  della  Venezia , 8. 

Danimarca.  Dalgas  Fed.°,  Via  degli  Scali  del  Ponte 
di  marmo , 2. 

Equatore  (Repubblica).  Rodocanacchi  Cav.  Pan- 
dely,  Via  degli  Scali  delle  Farine,  1. 

Francia.  De  Vaux  Barone  Gay.  A.,  Via  degli  Scali 
degli  Olandesi,  2 . 

Gran  Brettagna.  Macbean  A.,  Via  della  Madon- 
na, 12. 

Grecia.  Skouffos  cav.  Pietro,  Via  del  Fante,  11. 

Guatemala.  Felice  G.,  Via  Borra,  3. 

Liberia  (Repubblica).  Orvieto  Carlo,  Corso  Um- 
berto, 63. 

Monaco.  Traxler  A.,  Via  delle  Ville,  31. 

Nicaragua.  Pieruzzini  P.,  Via  della  Venezia,  8. 

Paesi-Bassi.  Heukensfeldt  Siaglieli  comm.  L.,  Via 
del  Monte  Vecchio,  4. 

Paraguay  (Repubblica).  Ayò  cav.  P.  (V.  C.),  Via 
del  Salcio,  2 ( Piazza  del  Soccorso ). 

Portogallo.  Ott  Cesare  (V.  C.),  Via  Magenta,  1. 

Russia.  Testi  Cav.  Fulvio,  Via  Maggi,  12. 

Spagna.  De  Monserrat  M.,  Piazza  Cavour,  4. 

Svezia  e Norvegia.  Stub  Cav.  A.,  Piazza  dei  Do- 
menicani, 3. 

Svizzera.  Fehr  Sellinole  P.  N.,  Via  del  Pallone,  1. 

Tunis.  Bargellini  F.,  Via  della  Posta,  30. 

Turchia.  Smith  cav.  W.  J. , Via  della  Rondi- 
nella, 5. 

Uraguay.  Pachi  E.  A. , Via  degli  Scali  del  Ponte 
di  Marmo,  3. 

Venezuela  (Stati  Uniti).  Pieruzzini  G.,  Via  della 
Venezia,  8. 


8 


INDICAZIONI 


TARIFFA  DELLE  VETTURE  PUBBLICHE 

a ore  o a corsa,  nel  raggio  di  tre  Chilometri 
equivalenti  a due  miglia  antiche  circa. 


Vettore 


Per  ciascuna  corsa 

Per  una  corsa  dalla  Giltà  alla  Fer- 
rovia e viceversa 

Dalla  Ferrovia  a qualunque  luogo 
di  campagna  entro  il  raggio  di 
tre  Chilom.  e viceversa  . . . 
Dalla  Città  in  campagna  fino  ai 
bagni  Meyer  e Ferrari,  lungo 
la  via  dei  Passeggio  . . . . 
Da  fuori  la  porta  a Alare  fino  ai 
bagni  Ferrari  e Meyer  . . . 
Per  la  prima  ora  in  Città  . . . 

idem  in  campagna  . 

Per  ciascuna  mezz’ora  successiva 

in  Città 

Per  ciascuna  mezz’ora  successiva 
in  campagna 

Smagagli 


Sacche  e cappelliere 

Bauli,  Casse,  Val.  per  pezzo  . . 


Di  Giorno 

Di  Notte 

In 

Città 

Fuori 
di  Città 

In 

Città 

Fuori 
di  Città 

L.  C. 

L.  C. 

L.  C. 

L.  C. 

0 80 

4 60 

4 — 

2 - 

1 — 

— 

4 50 

— 

— 

2 - 

— 

2 80 

— 

4 20 

— 

i 50 

1 50 

0 60 

1 70 

2 — 

0 70 

2 50 

0 75 

— 

1 — 

— 

— — 

0 85 

— 

4 25 

0 40 

0 40 

0 40 

0 40- 

0 40 

0 40 

0 40 

0 40 

4.  La  vetlura  presa  per  corsa  non  può  deviare  nè  intrattenersi 
per  via  che  per  brevi  momenti. 

2.  Il  servizio  ad  ore  dopo  la  prima  ora,  che  si  paga  sempre  per 
lo  intero,  si  divide  a mezz’ore,  che  anche  queste  si  pagano  an- 
corché non  compiute. 


INDICAZIONI 


9 

3.  L'ora  intermedia  del  servizio  cominciato  di  giorno  e finito  di 
notte,  si  regola  con  la  tariffa  diurna,  per  le  ore  successive  con  la 
tariffa  notturna  e viceversa. 

4.  I cocchieri  richiesti  dalla  stazione  al  domicilio  se  rinviati, 
hanno  diritto  alla  metà  della  corsa:  se  trattenuti  oltre  un  quarto 
d’ora  esigeranno  la  tariffa  a ore  e non  a corsa. 

5.  I cocchieri  possono  farsi  pagare  anticipatamente  trasportando 
a Teatri,  Balli,  Concerti  ed  altri  pubblici  divertimenti. 

6.  I cocchieri  non  possono  ammettere  altre  persone  in  carrozza 
o cassetta  senza  il  consenso  di  chi  se  ne  serve,  nè  rifiutare  l’ac- 
cesso a un  numero  di  persone  uguale  ai  posti  di  cui  è capace  la 
Vettura  compreso  quello  di  cassetta. 

7.  Nel  caso  di  ricorso  è necessario  indicare  alle  Autorità  il  Nu- 
mero della  vettura,  il  giorno,  l’ora  ed  il  luogo  ov’ è accaduto 
l’inconveniente. 

8.  Nè  cocchieri  nè  inservienti  possono  chiedere  mancic  a qua- 
lunque titolo. 

9.  I cocchieri  della  Ferrovia  presi  alla  stazione  non  sono  obbli- 
gati a servire  ad  ore. 

10.  Le  corse  diurne  incominciano  alle  ore  5 antim.  dal  1 Aprile 
a tutto  Settembre,  e alle  ore  6 dal  1 Ottobre  a tutto  Marzo.  Le  ore 
notturne  incominciano  dalla  prima  ora  di  notte  indistintamente. 


Omnibus. 

Un  servizio  d’  Omnibus  è stabilito  dalla  Piazza 
Cavour  e Piazza  d’Armi  alla  Ferrovia  e viceversa. 

II  prezzo  di  ogni  corsa  è di  20  centesimi.  Nella 
stagione  estiva  un  servizio  regolare  d’Omnibus  è 
stabilito  dalla  Piazza  d’ Armi  a S.  Jacopo,  all’Ar- 
denza, a Montenero,  ad  Antignano  e viceversa  : 

§ g ( Partenza  da  Livorno  (Piazza  d’ Arme) 

1 1 per  S.  Jacopo,  ogni  ora 

§ " J dalle  ore  6 3/t  ant.  fino  alle  ore  5 pom. 

0 §>}  Partenza  da  S.  Jacopo  per  Livorno 

I I I ogni  mezz’  ora 

§,£,1  dalle  ore  8 {/2  ant.  fino  alle  ore  7 l/2  pom. 


INDICAZIONI 

Partenza  da  Livorno  ( Piazza  d’Arme) 
per  Ardenza 
alle  ore  6 3/4  ant. 

» » 2 pom. 

» » 5 pom. 

Partenza  da  Livorno  ( Piazza  d’Arme) 
per  Antignano 
alle  ore  6 3/4  ant. 

» » 2 pom. 

» » 5 pom. 

Partenza  da  Antignano  per  Livorno 
alle  ore  8 ant. 

» » 3 3/4  pom. 

» » 7 */*  pom. 

NB.  L’  ufficio  degli  Omnibus  è posto  in  Piazza 
d’Arme,  sotto  le  Logge. 

Guardie  «Il  città. 

Per  informazioni  o reclami  di  qualunque  genere 
il  viaggiatore  deve  rivolgersi  alle  Guardie  di  Città, 
che  s’incontrano  ad  ogni  passo. 

Alberghi. 

Della  Vittoria  e Washington.  Via  del  Ponte  nuovo,  8, 
Palazzo  Squilloni. 

Del  Word.  Piazza  del  Cantiere , 2. 

La  Wew  York,  antica  Vittoria.  Via  Vittorio  Ema- 
nuele, 19,  P.  P. 

Il  Giappone.  Via  Vittorio  Emanuele  N.  59. 

La  Gran  Brettagna  (Pensione  Svizzera).  Via  Vit- 
torio Emanuele , N . 17. 


10 

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INDICAZIONI 


11 


La  Luna.  Via  Vittorio  Emanuele  N.  42. 

La  Pergola.  Via  Vittorio  Emanuele , 1 e 2 pp. 

Il  Falcone.  Via  Vittorio  Emanuele , 62. 

Hotel  Anglo  Americain.  Via  del  Passeggio. 
Locanda  la  Città  di  Roma.  Via  Vitt.  Emanuele , 49. 
Hotel  la  Ville  de  Marseille.  Via  S.  Sebastiano , 2. 

Ifcistoratori. 

Stabilimento  la  Vittoria.  Piazza  d’Arme , 18  e 19. 
Il  Giappone.  Via  Vittorio  Emanuele , 59. 

Il  Falcone.  Via  Vittorio  Emanuele , 62. 

Il  Nuovo  Mondo.  Via  delle  Galere , 33. 

La  Pergola.  Ym  Vittorio  Emanuele , 1 e 2 p. 

I Cavalleggieri.  Via  del  Passeggio. 

Antica  Casina  delPOstriche.  Via  del  Passeggio. 
L’antica  Pera.  Via  degli  Avvalorati. 

La  Luna.  Via  Vittorio  Emanuele,  1 e 2 p. 

La  Città  di  Roma.  Via  Vittorio  Emanuele,  49. 

L’  antico  Mondo.  Via  delle  Galere,  7. 

Pensione  Inglese  diretta  dal  Sig.  G.  Robertson 
Villa  Franco  Via  Nazionale . 

Calle. 

Stabilimento  la  Vittoria.  Piazza  d’ Arme,  18  e 19. 
Ronzi.  Piazza  d’ Arme,  4. 

II  Folletto.  Piazza  Cavour. 

La  Pesta.  Via  Vittorio  Emanuele , di  faccia  alla 
posta. 

Guerrazzi.  Via  Vittorio  Emanuele , 4. 

La  Minerva.  Via  Vittorio  Emanuele 7 5. 

Rossini.  Piazza  df Arme,  5. 


12 


INDICAZIONI 


Il  Diacciajo.  Piazza  d’Arme,  33. 

L’Italia.  Via  Vittorio  Emanuele , 50. 

Sale  di  Biliardi. 

Via  Vittorio  Emanuele,  38.  PP.  ( Simoncini ). 

Via  Vittorio  Emanuele,  4.  ( Caffè  Guerrazzi ). 
Via  Vittorio  Emanuele,  5.  ( Caffè  la  Minerva). 
Via  Maggi,  2.  ( Caffè  Cavour). 

Via  Rossini.  ( Birreria  Giuclat). 

Via  Ricasoli,  6.  ( Birreria  Mayer). 

Stabilimento  balneario  dei  Sigg.  Ferrari  e Mayer, 
fuori  la  Porta  a Mare. 

Birrerie* 

KiefìPer  Guglielmo.  Via  De  Larderei,  27. 

Mayer  Cristiano  e F.  Via  Ricasoli. 

Mayer  C.  e F.  Via  del  Passeggio. 

Giudat  Giuseppe.  Piazza  Mazzini,  31. 

Giudat  G.  Via  Rossini. 

Fabbriche  d’  acque  gazosc  minerali. 

Lessa  G.  Presso  la  Porta  a Mare. 

Dell’Agnello  G.  Via  delle  Spianate,  11. 

Cenemi  Emilio.  Via  delle  Ville,  15,  presso  lo  sta- 
bilimento dei  Bagni  Idroterapci. 

Fabbriche  di  Cedri  e Fruii i canditi. 

Contessini,  Cerini  e C,  Via  Eugenia,  7.  Premiato 
con  medaglia  di  merito  all’Esposizione  di  Vienna. 


INDICAZIONI 


13 


Conti  e Mattei.  Via  Pellettiere  23. 

Fabbri  0.  Via  Garibaldi , 18.  Distinto  con  meda- 
glia all’Esposizione  del  1861. 

Fehr  Walser  e F.  Via  Solferino , 30. 

Pistelli  e C.  Via  deir  Industria  e Via  S.  Fran- 
cesco y 2. 

Torelli  E.  Piazza  del  Luogo  Pio , 4.  Distinto  con 
medaglia  all’Esposizione  del  1861. 

Confetturieri,  liquoristi  e droghieri. 

Narolde  Camenisch.  Stabilimento  la  Vittoria.  Piazza 
d’Arme,  18  e 19. 

Massngher  FF.  Via  del  Fante,  11. 

Antico  negozio  Ginezy.  Via  del  Giardino,  49. 

Corradini  FF.  Via  Garibaldi , 126.  Piazza  Ca- 
vour, 1,  e Via  Vittorio  Emanuele,  20. 

Vila.  Via  del  Giardino,  19. 

Gallei  e C.  Via  Vittorio  Emanuele , 54. 

Hemmy  e C.  Via  del  Casone,  14. 

Menli  e Lorez.  Via  del  Casone , 7. 

Passaponti  FF.  Via  Vittorio  Emanuele,  di  faccia 
alla  Posta. 

Pieruccetti.  Via  Vittorio  Emanuele,  31. 

Ronzi.  Piazza  d’Arme,  4. 

Tipografi. 

Vigo  Cav.  Francesco.  Via  della  Pace , 31.  Unico 
dei  Tipografi  Italiani  premiato  con  Medaglia  di 
Progresso  alla  Esposizione  universale  di  Vienna. 

Meucci  G.  Nel  Ricovero  di  Mendicità. 

Vannini  P.  Nella  Pia  Casa  del  Re f ligio. 


14 


INDICAZIONI 


Ortalli  B.  Via  Strozzi , 9. 

Sardi  0.  Via  della  Tazza , 15. 

Zecchini  A.  B.  Via  dell’ Indipendenza. 

Librai. 

Giusti  Raffaello.  Piazza  Guerrazzi , 1,  Via  Vit- 
torio Emanuele , 53.  — Tiene  un  bellissimo  assor- 
timento di  libri  Italiani,  Francesi,  Inglesi  ad  uso 
premio.  Collezioni  complete  : Tauchnitz , Levy,  Dan- 
ti!, Garnier,  Hachette  ecc.  Libri  italiani  scola- 
stici ecc. 

Acconci  e Giacomelli.  Via  Vittorio  Emanuele. 

Marini  G.  Via  delle  Galere , 35. 

Cordano  (Libreria  Evangelica).  Via  S.  France- 
sco, 8. 

Librerie  circolanti. 

Libreria  circolante  delle  novità  Inglesi,  Francesi, 
Italiane,  Via  dei  Fanciulli,  presso  il  Telegrafo. 

Tron  FF.  Via  Vittorio  Emanuele , 46. 

Moscato.  Via  del  Casone. 

Ottici. 

Mentechini  G.  Via  Vittorio  Emanuele,  27. 

Turi  A.  Via  Vittorio  Emanuele y 1. 

Cartolerie. 

Meucci  G.  Via  Vittorio  Emanuele,  65. 

Lucchetti  e Calafati.  Via  Vittorio  Emanuele,  61. 


INDICAZIONI  15 

Ratto  G.  Via  della  Madonna . 

Lucherini.  Via  Vittorio  Emanuele,  22 . 

Pertici  G.  Via  del  Fiore,  1. 

D’  Ottone.  V.  Via  del  Casone , 8. 

Negozianti  di  oggetti  di  Belle  Arti 
in  Alabastro. 

Cotremann  Ulisse.  Via  del  Cupido , 1. 

Bocci  Ulisse  e Luca.  Via  Vittorio  Emanuele,  33. 
Baroni  Marco.  Piazza  del  Cantiere , 1. 

Fotografi. 

Bartolena  FF.  (Successori  di  A.  Bernoud).  Via 
Vittorio  Emanuele,  7. 

Marzocchini  R.  Via  Vittorio  Emanuele,  66. 

Befctini  U.  Via  Picasoli,  18. 

Cioletti.  Piazza  Mazzini , 9. 

Pittori. 

Della  Valle  Cav.  Prof.  Pietro.  Via  Magenta , 15. 
Lemmi  Cav.  Marco.  Via  della  Costanza,  26. 
Bartolena  Cesare.  Via  degli  Scali  degli  Olandesi,  1. 
Baldini  G.  Via  S.  Anna , 1. 

Provenzal  F.  Via  degli  Scali  d*  Azeglio,  10. 

Chelli  C.  Piazza  d’ Arme,  29. 

Scultori. 

Guerrazzi  T.  Via  S.  Stefano , 24. 

Puntoni  G.  Via  Pompilia,  4. 


16 


INDICAZIONI 


Maestri  di  Piano-Forte. 

Bianchi  Emilio.  Via  della  Barr . Maremmana , 42. 
Del  Corona  R.  Via  Maggi,  12. 

Carlini  Cav.  Prof.  0.  Via  De  Larderei , 24. 
Griannelli  U.  Via  Serr istori,  14. 

Pitto  A.  Piazza  Mazzini,  22. 

Pratesi  GL  Via  degli  Inglesi , 2. 

Banchieri. 

Soria  R.  e B.  Via  Vittorio  Emanuele , 31. 

Salmon  S.  Ffa  Vittorio  Emanuele,  31. 

Arbib  E.  Via  S.  Francesco , 39. 

Modena  Pel.  di  GL  N.  e C.  Via  Vittorio  Eman .,  29. 
XJzielli  P.  Via  S.  Francesco,  18. 

Uzielli  A.  Via  Vittorio  Emanuele,  32. 

Spedizionieri. 

Bonenfant  P.  e C.  FYa  degli  Avvalorati  presso  la 
Piazza  d’Armi. 

Costella  N.  e C.  Via  dell’Arena,  lettera  C. 

Curry  GL  Spediz.e  della  R.  Casa.  Via  della  Posta,  34. 

Sale  da  Toelette. 

Chelucci  A.  Via  Del  Fante , 2. 

Franchini.  Piazza  Carlo  Alberto , 1. 

Pedi  P.  Fm  Vittorio  Emanuele,  25. 

Raggianti  A.  Via  della  Tazza,  4. 

Rovai  A.  Via  Vittorio  Emanuele,  45. 


INDICAZIONI 


17 


Profumerie. 

Biasini  P.  Via  S.  Francesco , 32. 

Bracci  A.  Via  S.  Francesco , 23. 

Chelucci  A.  Via  Bel  Fante , 2. 

Benigni  G-.  Via  della  Tazza . 

Duranti.  Piazza  d* Arme , 30. 

HegozIaisSe  hi  canape 

e generi  «li  marina  ; fabbricante  di  Cordami , 
di  Corde  Metalliche  e di  Tele  da  Vele. 

Coccoluto  Ferrigni  G.  Via  della  Darsena , 14.  — 
Unico  fabbricante  in  Italia  di  Corde  metalliche; 
premiato  all’Esposizione  di  Vienna  del  1873  con 
medaglia  del  Merito.  Premiato  pei  cordami  alle 
esposiz.  di  Londra,  Parigi,  Firenze  e a quella  in- 
ternazionale di  Londra. 

Hazzclial. 

Cardini  Annibaie.  Via  della  Vecchia  Dogana,  1. 
Gigliucci  Pietro.  Via  degli  Scali  dei  Fascetti . 
Catalizzi  A.  Piazza  del  Nettuno . 

Capi  Maestri  d’&scia* 

Garfagnoli  Michele.  Via  degli  Scali  S.  Rocco . 
Pastori  Ottavio.  Piazza  del  Cantiere , 1. 

negozianti  In  genere  di  Marina. 

Luxardo  A.  Via  del  Ponte  nuovo , 2 p.  p. 

Luxardo  FF.  Via  degli  Scali  dei  Fascetti. 

Guida  di  Livorno . 2 


18 


INDICAZIONI 


Fablirìcante  di  Strumenti  nautici. 

Lamberti  Luigi.  Borgo  dei  Cappuccini , 2.  — Egli 
tiene  un  deposito  di  libri  di  navigazione,  carte  , 

cronometri  ecc. 


Armatori  di  fi  astimeli  fi 


Anselird  e Marassi,  Piazza  d’Arme , 13. 

Berti  F.  Via  Strozzi , 10  p.  p. 

Mazzajoli  G.  Via  Solferino , 30. 

Mimbelli  FF.  Via  degli  Scali  del  Ponte  di  Mar- 
mo, 3. 

Pastori  L.  Via  degli  Scali  df  Azeglio,  11. 

Pàté  T.  e C.  Via  Borra , 3 p.  p. 

Patron  FF.  Via  di  Porta  Murata , 2. 

Pieruzzlni  G.  Via  della  Venezia,  8 p.  p. 

Ingegneri  Costruttori  lavali. 

(tori  C.  Via  degli  Scali  Manzoni . 

Orlando  Cav.  Luigi 


Orlando  Paolo 


Orlando  Giuseppe  J 

Pastori  Francesco.  Piazza  del  Cantiere , 1. 
Patron  Lorenzo.  Via  di  Porta  Murata , 2 . 
Penco  Ersilio.  Via  Calafati,  4. 


Navigazione  a Wapore. 


Compagnia  delle  Messagerie  Marittime  di  Francia.  — 

Agente  in  Livorno  Giorgio  Recherini.  Via  Borra , 1. 


INDICAZIONI 


19 

Compagnia  Francese  dei  FF.  Valéry  e figli.  — Ser- 
vizio Postale  fra  Livorno,  la  Corsica,  la  Francia  e 
Pltalia.  Partenze  regolari  settimanali  fra  Marsiglia, 
Genova,  Livorno,  Civitavecchia,  Napoli  e l’Algeria. 
— Agenzia  Via  S.  Sebastiano , 2. 

Società  R.  Rubattino  e C.  di  Genova.  — Palali  S. 
agente.  Via  degli  Scali  del  Pesce , 2. 

Società  Fiorio  I.  V.  e C.  di  Palermo.  — Palau  S.. 
Agente. 

Società  Peirano,  Danovaro  e C.  — Tesei  S.  e C.  Rac- 
comandatari, Via  degli  Scali  degli  Isolotti,  2. 

Compagnia  Marsiliese  FF.  Fraissinet  e C.  — Par- 
tenze da  Livorno  : per  Civitavecchia  e Napoli,  tutti 
i Martedì  e Venerdì  d’ogni  settimana  a ore  4 pom.; 
per  Genova,  Marsilia  e Cette,  tutti  i Lunedì  e Ve- 
nerdì a ore  8 pom.  Servizio  postale  della  Corsica, 
partenze  da  Livorno  : 

Per  Bastia,  Marsilia  e Cette,  tutti  i Mercoledì  a 
ore  8 ant. 

Per  Bastia  , Nizza  , Marsilia  e Cette , tutti  i Ve- 
nerdì a ore  9 pom. 

Agente  in  Livorno,  Lazzereschi  S.  Via  Vittorio 
Emanuele , 33. 

Compagnia  di  Navigaz.  a Vapore  fra  la  Gran  Bret- 
tagna, P America  e l’Italia.  — Partenze  ogni  setti- 
mana per  Londra , Liverpool  e Glasgow  ; ogni 
15  giorni  per  l’America.  — Agente  in  Livorno, 
Miller  G.  Via  degli  Scali  delle  Parine,  3. 

Compagnia  di  N.e  a V.e  Liverpool  e Mediterraneo.  — 
Partenze  da  Liverpool  ogni  8 giorni,  per  Napoli, 
Gibilterra  e Liverpool.  » Agente  in  Livorno , 
Moro  S.  Via  dei  Fulgidi , 2. 

Linea  di  pacchetti  a Vapore  fra  Liverpool  e ritolta. 


INDICAZIONI 


20 

— Agenti  in  Livorno , Lloyd  T.  e C.  Piazza  dei 
Legnami , 1. 

Compagnia  R.  Olandese  per  la  Nav.  a Vap.  per  Na- 
poli, Sicilia,  Spagna,  Rotterdam,  Amburgo  ecc.  fino 
a Pietroburgo.  — Agente:  P.  Capanna.  Piazza  d’ Ar- 
me, 16. 

Società  anonima  di  Navig.  a V.e  La  Trinacria.  Ser- 
vizio postale  Settimanale  tra  il  Levante  ed  il  Me- 
diterraneo. Rappresentante  in  Livorno,  P.  Capanna. 
Piazza  d'Arme,  16. 

Impresa  di  Navig.  a Vap.  e lavori  del  Tevere.  — 

Viaggi  settimanali  per  Genova , Civitavecchia  e 
Roma.  — Agente  P.  Capanna.  Piazza  d'Arme , 16. 

Compagnia  Pickernell  fra  Londra  e l’Italia.  — Par- 
tenze fisse  2 volte  il  mese.  — Agente  raccomand.0 
C.  Malenchini.  Via  degli  Scali  del  Pesce , 1. 
Compagnia  universale  del  Canale  Marittimo  di  Suez. 

— Transito  fra  i due  Mari , da  Porto  Said  a Suez 
e viceversa.  — Agente  in  Livorno,  C.  Malenchini. 

Linea  di  Vapori  Germanici  fra  Amburgo  ed  il  Medi- 
terraneo.  — Servizio  regolare  ogni  15  giorni.  — 
Agente:  Trumpy  E.  Via  Traversa,  3. 

Linea  di  Vapori  Inglesi  fra  Anversa  ed  il  Mediter- 
raneo. — Servizio  regolare  ogni  mese.  — Agente: 
Trumpy  E.  Via  Traversa , 3. 

Ilagaai  dolci. 

Mazza  FF.  Vìa  della  Pace  presso  la  piazza  Ca- 
vour. 

Amidei  G.  Piazza  S.  Benedetto,  15. 

Cappellini  (Eredi).  Via  dello  Spalto,  2. 


INDICAZIONI 


21 


Bagni  minerali. 

Dell’Acqua  Minerale  sulfurea  detta  la  Puzzolente, 
situati  nella  tenuta  di  Limone,  distanti  circa  due 
chilometri  e mezzo  dalla  Città. 

Bagni  Idroterapici. 

Via  delle  Ville,  15. 

Bagni  di  Mare. 

Squarci  D.  C.,  a poca  distanza  dalla  porta  a Mare. 
Pancaldi  V.,  nella  cala  dei  Gayalleggieri. 

Ferrari  e Mayer.,  a S.  Jacopo. 

Consani  E.  di  R.,  ad  Antignano. 

Rombolini.  Spianata  dei  Cavalleggieri. 

Garbini , in  prossimità  del  Marzocco. 

Elvira.,  al  Fanale. 

Farmacie  principali. 

Ancona.  Via  del  Casone , 11. 

Angelini.  Via  Vittorio  Emanuele,  66. 

Castelli.  Via  del  Casone,  7. 

Gasperini.  Via  Vittorio  Emanuele,  15. 

Panerai.  Via  Vittorio  Emanuele,  50. 

Calvi.  Via  S.  Francesco,  44. 

Castelli.  Via  del  Casone,  7. 

Crecchi  (Farmacia  Reale)  Piazza  Cavour , 1. 
Galligo.  Via  della  Madonna,  1,  e Piazza  Cavour,  5. 
Mirandoli.  Corso  Amedeo,  121. 

Iacchia.  Piazza  Cavour . 

Socini.  Via  Ricaso  li. 


INDICAZIONI 


22 

Marini.  Fuori  della  porta  a Mare,  Via  del  Pa$+ 
seggio. 

Milani.  All’Ardenza. 

Medici  e Chirurghi. 

Ancona  D.  Cav.  Giacomo.  Via  Magenta , 6. 

Berti  Prof.  Enrico.  Corso  Umberto,  83. 

Bonamici  Cav.  D.r  Diomede.  Via  Ricasoli , 9. 

Galli  D.  Giov,  Via  Del  Fante,  3. 

Grilli  D.  Fabio.  Via  Magenta , 9. 

Marlin  cav.  dott.  Augusto.  Via  del  Porticciolo , 1. 
Mirandoli  D.r  Ernesto.  Corso  Amedeo , 119. 
Orlandini  Dott.  Leopoldo.  Via  degli  Elisi,  7. 

Poggi  Cav.  Dott.  Angiolo.  Via  del  Porticciolo,  2. 
Marchettini  Dott.  Paolo.  Via  Maggi , 17. 

Dentisti. 

Adler  D.r  Alfredo.  Corso  Umberto,  92. 

Carreras  Dott.  Pietro  e figli.  Via  De  Larderei , 21. 
Fring  Dott.  E.  Via  dell’ Indipendenza,  8. 

Rossi  D.r  Antonio.  Via  Maggi,  5. 

Dispensario  d’  oculistica. 

{Via  De  Larderei  N.  39  P.  P.) 

Santarnecchi  Dott.  Virginio  Direttore. 

(Nei  giorni  di  Lunedì,  Mercoledì,  e Venerdì,  con- 
sultazioni gratuite:  Martedì,  Giovedì  e Sabato  con- 
sultazioni a pagamento.  I mesi  di  Giugno,  Luglio 
ed  Agosto  dalle  8 alle  10  ant.;  gli  altri  mesi  dalle 
11  ant.  alla  1 pom.). 


INDICAZIONI 


23 


Gabinetto 

per  la  Medicatura  delle  Malattie  deir  Ut  era. 

( Corso  Amedeo , 119). 

Mirandoli  Dott,  Ernesto.  Medico- Chirurgo-Ope- 
ratore. 

(Nei  giorni  di  Lunedì  Mercoledì  e Venerdì,  con- 
sultazioni gratuite  dalle  ore  2 alle  3 pom.;  Mar- 
tedì, Giovedì  e Sabato  a pagamento). 

Scuole  di  Scherma  e GaBanasìiea. 

Pini  Giuseppe  e Figlio.  Via  S.  Francesco. 

Del  Vivo  Lorenzo.  Via  delle  Galere , 33  p.  p. 

Sartorie. 

Banti.  Via  Vittorio  Emanuele,  7. 

Bordoni.  Via  Vittorio  Emanuele.  28. 

Marchetti  e G.  Via  Vittorio  Emanuele,  8. 

Palma  M.  e F.  Via  Vittorio  Emanuele , 30,  2°  p. 
Stocchi  L.  Via  Vittorio  Emanuele,  36. 

Sweeney  D.  e C.  (Sartoria  Inglese).  Via  degli  Scali 
d’ Azeglio,  10;  Succursale,  Via  del  Ponte  nuovo,  8. 

Agenzia  Commerciale 

di  A.  Chelucci  e C.  Via  Del  Fonte  2. 

Gran  deposito  di  specialità  in  Profumeria,  Me- 
dicinali, Tinture  per  capelli,  ecc. 

Calzolerie. 

Brunacci  L.  Via  Vittorio  Emanuele,  41. 

Carrara  G.  Via  Vittorio  Emanuele,  28. 


24 


INDICAZIONI 


Belìi  Paolo.  Piazza  d’ Arme , 2. 

Lucchesi  A.  e G.  Via  Vittorio  Emanuele , 52. 
Nenci  FF.  Via  dell’ Indipendenza,  5. 

Trinci  C.  Via  Vittorio  Emanuele , 38. 

Cappellai. 

Dani  Raffaello.  Via  del  Giardino,  47. 

Mancini  Augusto.  Via  Vittorio  Emanuele,  67. 
Peona  Geraldo.  Via  Vittorio  Emanuele,  32. 

Orefici  © Cìaojellieri. 

Carlesi  Sebastiano  e Figlio.  Via  Viti.  Emanuele, 
facendo  cantonata  nella  via  della  Tazza . 
Turretta  FF.  Via  del  Porto  Nuovo,  6. 

Niccodemi  Dario.  Via  del  Fiore,  5. 

Pini  R.  0.  Via  Vittorio  Emanuele,  50, 

Orologiari, 

Brugger  FF.  Via  Vittorio  Emanuele,  23. 

Carlesi  S.  e F.  Via  Vittorio  Emanuele . 

Kiener  FF.  Via  Vittorio  Emanuele,  56. 

Paci  Francesco.  Via  Vittorio  Emanuele,  16. 
Zaichian  Mechitar.  Via  della  Banca,  2. 

Marcucci  D.  Via  del  Giardino,  40  p.  p. 

Lalìoraìori  di  Cos^allo. 

Bruni  Federigo.  Via  Borra,  11. 

Chayes  J.  G.  Via  Bicasoli,  27. 

Faj ani  FF.  Via  Sproni,  7. 

Gasparri  E.  Via  del  Littorale  (Ardenza). 
Lanfranchi  C.  Via  degli  Elisi , 39. 


INDICAZIONI 


25 


Mirandola  A.  Via  degli  Scali  Manzoni , 1. 

Santoponte  Carlo.  Via  degli  Elisi , 2,  con  labora- 
torio nella  Casa  Pia  e al  Ricovero  di  Mendicità. 

Brevettato  da  S.  M.  il  Re  d’Italia,  distinto  con  Me- 
daglia all’Esposizione  Italiana  del  1861  e con  quella 
del  Merito  all’Esposizione  di  Vienna  del  1873. 

Tedesco  FF.  Via  Ricasoli,  28. 

Turretta  FF.  Via  del  Ponte  Nuovo , 6. 

Giornali. 

La  Gazzetta  Livornese.  Giornale  Politico,  Commer- 
ciale e letterario,  quotidiano,  ufficiale  per  gli  atti 
amministrativi  e giudiziari  della  Provincia.  — Il 
prezzo  di  ogni  foglio  è di  Cent.  10. 

Nella  stagione  estiva  P Amministrazione  della 
Gazzetta  Livornese  apre  i seguenti  abbonamenti: 

In  Livorno,  per  quattro  mesi  . . . L.  11 


Per  due  mesi » 5 50 

Per  un  mese » 2 80 


La  direzione  è in  Via  della  Pace  N.  1 p.  terr. 

L’ Eco  del  Tirreno.  Giornale  indipendente.  Si  pub- 
blica tutti  i giorni  meno  il  Lunedì.  Il  prezzo  di 
ogni  foglio  è di  Cent.  5.  Abbon.  trimestrale  L.  3,  50; 
semestrale  L.  7 — La  direzione  è in  Via  della 
Tazza , 28,  pp. 

La  Rondine.  Giornale  popolare  politico-lettera- 
rio-artistico.  Si  pubblica  la  Domenica  e il  Giovedì 
d’ogni  settimana.  Il  prezzo  d’ ogni  foglio  è di 
Cent.  10.  Abbon.  trimestrali  L.  2 50;  semestre  ed 
anno  in  proporzione. 

La  direzione  è in  Via  S.  Francesco , 35  pp. 


CENNI  STORICI 


Lasciando  agli  eruditi  il  disputare  se  la  nostra 
Livorno  avesse  origine  da  Ligure  figlio  di  Fetonte 
o da  Tirreno  conduttore  dei  Lidi,  o dagli  antichi 
abitatori  della  Croazia  i Liburni,  diremo  che  Li- 
vorno (Castello)  comincia  per  la  storia  a dar  segno 
di  vita  quando  nel  1103  la  celebre  contessa  Ma- 
tilde,  lo  donò  all’opera  della  Primaziale  di  Pisa  e 
quando  pochi  anni  dopo  (1114)  per  le  armi  dei  ge- 
novesi fu  quasi  totalmente  distrutto.  Celebri  sono 
le  due  battaglie  che  nel  1241  e nel  1284  furono  date 
nei  pressi  della  Meloria  a danno  gravissimo  dei 
Genovesi  la  prima,  a totale  rovina  della  flotta  pi- 
sana l’altra. 

Carlo  d’Angiò  creato  dal  Papa  capo  invitto  dei 
Guelfi,  dopo  aver  preso  Firenze,  volse  i suoi  passi 
ai  danni  di  Pisa  che  aveva  parteggiato  con  Man- 
fredi, incendiando  e distruggendo  il  Porto  Pisano 
e Livorno.  Da  questa  rovina  e per  opera  degli 
stessi  abitanti,  Livorno  sorse  più  grande  e più 
bello,  ma  nuovamente,  anzi  per  due  volte  fu  dai 
Genovesi  quasi  interamente  distrutto.  Riparato  dai 
moltissimi  danni  fu  abbattuto  dai  Fiorentini  e 
nel  1369  crudelmente  posto  a ferro  e fuoco  dal 
Doge  pisano  Giovanni  Dell’  Agnello  che  scacciato 


CENNI  STORICI 


27 

dalla  Repubblica  tentava  rientrarvi  e sfogarvi  la 
sua  tirannica  crudeltà.  Per  queste  infami  guerre, 
i nostri  padri  videro  distrutto  il  loro  luogo  natio 
non  meno  di  dodici  volte,  e sempre  con  ammirabile 
pazienza  lo  riedificarono  ingrandendolo  ; nel  1392 
fu  fortificato  e circondato  da  solide  mura. 

Cadendo  Pisa  prima  in  mano  dei  Visconti  di  Mi- 
lano e poi  dei  Fiorentini , anche  Livorno  ebbe  la 
medesima  sorte;  ceduto  dopo  ai  Genovesi,  fu  ai 
Fiorentini  venduto  per  100,000  fiorini  d’oro.  Inco- 
minciò allora  la  Repubblica  a favorire  Livorno  con 
molti  privilegi;  restaurò  le  vecchie  torri  e fra 
queste  il  Faro  già  sussistente  nel  1303,  ed  innalzò 
quella  magnifica  fasciata  di  bianco  marmo  detta 
del  Marzocco , dal  leone  fiorentino  che  a guisa  di 
banderuola  eravi  stato  inalberato  in  vetta. 

Carlo  Vili  calato  in  Italia  per  la  conquista  del 
Regno  di  Napoli  trovando  avversi  a sè  i Fioren- 
tini tolse  a questi  per  forza  Fivizzano  e Sarzana; 
i Fiorentini  spaventati  di  quello  che  si  scaricava 
loro  addosso , per  stornar  la  procella  cederono  a 
Carlo,  Livorno,  Pisa  ed  altre  città,  promettendo  il 
re  di  restituirle  appena  compiuta  P impresa  di  Na- 
poli. Questi  patti  però  non  furono  mantenuti,  poiché 
Carlo  Vili  avute  in  mano  le  principali  fortezze  dei 
Fiorentini,  salito  in  superbia,  entrò  in  Firenze,  e 
conquistato  il  regno  di  Napoli,  solo  Livorno  restituì 
ai  Fiorentini,  cedendo  ai  Pisani  stessi  la  fortezza 
di  Pisa.  Non  rimase  a Firenze  altra  via  per  ricu- 
perare i suoi  diritti  su  Pisa  che  dar  di  piglio  alle 
armi  mentre  questa  città  dal  canto  suo  si  appres- 
tava a gagliarda  difesa  , aiutata  dai  Veneziani  , 
dal  Duca  di  Milano  e dall’  Imperatore  Massimi- 


28  CENNI  STORICI 

liano  I.  I Fiorentini  perduto  P appoggio  di  Carlo 
che  a tutta  fretta  ripassava  le  Alpi,  avevano  a 
nemici  non  solo  la  Lega  ma  Genovesi,  Senesi,  Luc- 
chesi, mentre  Fimperatore  di  Germania  già  appa- 
recchiavasi  a recarsi  con  tutte  le  sue  forze  ai  danni 
di  quella  città  ; ma  non  si  sbigottì  Firenze  e si 
mise  coraggiosamente  all’impresa  rivolgendo  ogni 
sua  cura  verso  Livorno,  da  Massimiliano  capo  della 
lega  minacciato.  Yi  accrebbero  le  fortificazioni,  ne 
rafforzarono  il  presidio,  ne  guarnirono  di  nume- 
rosa artiglieria  le  mura  e vi  posero  a comando  i 
più  riputati  cittadini  di  Firenze,  scegliendo  a Com- 
missario Generale  Andrea  di  messer  Piero  de’Pazzi. 
Ma  il  pericolo  per  Livorno  sempre  cresceva  per- 
chè mentre  i Pisani  venivano  straordinariamente 
rafforzati  da  uomini  e vettovaglie  che  loro  man- 
davano quei  della  lega,  una  carestia  terribile  di 
vettovaglie  e dì  danaro  rendeva  ancor  più  difficile 
la  difficile  posizione  dei  Fiorentini.  Calato  intanto 
Massimiliano  dalla  Germania  in  Italia,  giunse  con 
tutto  P esercito  della  Lega  presso  Livorno  con  la 
risoluzione  di  assaltarlo  per  terra  e per  mare;  ma 
il  dì  28  ottobre  1496  mentre  l’avanguardia  dell’e- 
sercito Tedesco-Italiano  catturava  inutilmente  sei 
navi  cariche  di  grano  in  soccorso  dei  Livornesi, 
questi  assalirono  animosamente  il  campo  degli 
assedianti  respingendoli  con  perdita  fino  al  Ponte 
di  Stagno.  Non  per  questo  Fimperatore  desisteva 
dallabrama  di  conquistare  per  forza  Livorno  avanti 
a cui  erano  schierate  forze  imponenti;  montato  sulle 
galere  dava  il  segnale  di  assalire  Livorno,  ma  per 
via  delle  pioggie  e del  vento  che  da  varii  giorni 
infuriava  , e sia  per  il  grande  valore  degli  asse- 


CENNI  STOKICl 


§9 

diati,  furono  più  volte  a rischio  di  perdere  le  ar- 
tiglierie lasciando  molti  feriti  e prigionieri;  lo 
stesso  Imperatore  rischiò  la  vita.  Levatasi  più  ga- 
gliarda la  tempesta,  fu  in  tal  modo  agitata  e di- 
spersa la  flotta  degli  alleati , che  molte  galere  e 
la  stessa  capitana  Genovese  naufragarono  con  le 
artiglierie  e gli  equipaggi.  Per  questa  eroica  re- 
sistenza fu  deliberato  levare  l’assedio  da  Livorno, 
e Firenze  per  rimeritare  la  fedeltà  dei  Livornesi 
concedeva  loro  per  impresa  il  fortilizio  con  la  pa- 
rola Fides  e per  rammentare  il  coraggio  dai  vil- 
lici Livornesi  dimostrato,  erigeva  una  statua  rap- 
presentante un  Villano  con  ai  piedi  un  cane  come 
simbolo  di  fedeltà. 

Non  per  questo  la  calma  fu  restituita  alla  nostra 
Livorno  poiché  la  pestilenza  la  flagellò  per  parec- 
chi anni  decimando  la  sua  popolazione,  e nel  1528 
si  sviluppò  con  si  spaventevole  furore  che  non  ri- 
masero che  pochi  dei  suoi  miseri  abitanti. 

Il  vero  incremento  di  Livorno  non  ebbe  luogo 
che  sotto  i Medici  : Cosimo  ne  fortificò  le  mura  con 
tre  bastioni  a terrapieno  e concesse  a tutti  i nuovi 
abitatori  più  larghi  privilegi , immunità  e libero 
accesso  anche  ai  malfattori  purché  vi  si  stabilis- 
sero; fece  inalzare  l’arsenale  della  Darsena,  deli- 
neare il  nuovo  porto,  erigere  la  nuova  torre  del 
fanale,  incominciare  la  fabbrica  del  molo,  scavare 
il  canale  che  a Pisa  lo  unisce  e lo  dichiarava  porto 
franco.  Ferdinando  1(1574)  largì  beneficenze  siffatte 
alla  nostra  città  che  può  dirsene  il  fondatore;  munì 
il  littorale  di  nuove  torri , fece  costruire  il  laz- 
zeretto di  S.  Rocco;  impiegò  6,200  uomini  ai  Fossi 
nuovi  ed  alla  Fortezza  Nuova;  aprì  la  Piazza  e 


CENNI  STORICI 


30 

fece  erigere  il  Duomo;  cinse  di  mura  la  darsena; 
cambiò  la  doganetta  in  Palazzo  Reale , fece  edifi- 
care il  Pretorio;  costruire  un  bagno  per  gli  schiavi 
e forzati,  e trasferì  da  Pisa  a Livorno  la  sede  dqi 
consoli.  Inoltre  non  solo  confermò  i privilegi  e le 
immunità  accordate  da  Cosimo  I ai  nuovi  abitatori 
ma  promulgò  ancora  un  indulto  col  quale  invita- 
vasi  i mercatanti  di  tutte  le  nazioni  e d’ogni  reli- 
gione, Greci,  Armeni,  Turchi,  Ebrei,  di  venire  a 
stabilirsi  in  Livorno  senza  tema  di  essere  moles- 
tati pel  loro  culto  e con  piena  sicurezza  per  le 
loro  persone  e sostanze.  Nel  1601  la  decorò  col  ti- 
tolo di  città.  Cosimo  II continuò  a favorire  Livorno; 
dotolla  di  statuti  municipali,  costrusse  nuovi  legni 
da  guerra  ed  innalzò  la  statua  del  genitore  Fer- 
dinando la  quale  fu  poi  circondata  dai  quattro  Mori 
di  bronzo.  Ferdinando  II  (1621)  accrebbe  di  nuovi 
quartieri  la  popolatissima  città  tra  i quali  quelli 
della  Venezia  nuova;  ordinò  la  costruzione  del  laz- 
zeretto di  S.  Jacopo,  e concedeva  a Livorno  una 
nuova  e bella  dogana  in  Piazza  d’Arme.  Cosimo  III 
(1670)  fece  nuovi  e importanti  lavori,  corresse  le 
leggi  della  pubblica  amministrazione,  fe’  costruire 
l’ospedale  4el  Bagno,  l’edifìzio  dei  Bottini  dell’Olio. 
Giovanni  Gastone  (1723)  per  essere  principe  di  per- 
duti costumi  e dedito  alle  lascivie  più  che  alle  cose 
di  stato,  nulla  operò  per  il  bene  di  Livorno;  per 
essere  inerte  e dappoco,  il  nostro  bel  paese  du- 
rante il  suo  regno  mutava  perdue  volte  padrone: 
lo  Spagnolo  prima  e il  Tedesco  dopo  (1737).  Con 
Giovan  Gastone  si  estinse  la  famiglia  Medici.  Nei 
principi  di  questa  casa  si  avvicendarono  virtù  e 
vizi,  e forse  più  vizi  che  virtù,  ma  è un  fatto  evi- 


CENNI  STORICI  31 

dente  che  alla  nostra  città  in  particolare  può  dirsi 
aver  essi  fatto  più  bene  che  male. 

In  virtù  dei  trattati  vennero  chiamati  a salire 
il  vacante  trono  di  Toscana  i Duchi  di  Lorena.  È 
a Pietro  Leopoldo  principe  filosofo  e riformatore 
che  la  Toscana  doveva  le  sue  leggi  improntate  di 
uno  spirito  giusto  e liberale;  abolì  la  pena  di  morte 
e la  tortura  e riformò  intieramente  il  sistema  di 
disciplina  monacale  impedendo  così  certe  scanda- 
lose pratiche  tenute  in  alcuni  monasteri  di  mo- 
nache in  connivenza  coi  frati  Domenicani  loro 
direttori  spirituali;  anche  in  Livorno  furono  sop- 
presse per  suo  ordine  molte  chiese  e compagnie. 
I Duchi  di  Lorena  governarono  la  Toscana  fino  al 
27  Aprile  1859,  nel  qual  giorno  P abbandonarono 
per  non  secondarne  le  aspirazioni.  Ora  come  ognun 
sa,  la  Toscana  fa  parte  della  Monarchia  Costitu- 
zionale del  Re  Vittorio  Emanuele  e Roma  ne  è la 
capitale. 


CENNI  TOPOGRAFICI 


A 


Livorno  siede  all’estremità  meridionale  di  una 
bassa  pianura  die  stendesi  dalla  riva  sinistra  del- 
l’Arno sino  ai  poggi  di  Montenero,  i quali  sono 
una  diramazione  della  Catena  che  passa  a Volterra 
e divide  il  bacino  dell’Arno  da  quello  delPOmbrone 
o Maremma  Sanese.  I monti  livornesi  spingono 
sino  al  mare  le  loro  pendici  a 5 chil.  e */2  a(t  Ostro 
della  città  e sono  sparsi  di  villaggi  amenissimi 
come  Castel  S.  Angelo,  Colognole,  Gabbro,  Par- 
rana,  Castelnuovo  della  Misericordia,  Rosignano, 
Montenero;  quest’ultimo,  che  è da  considerarsi  come 
il  colle  Fiesolano  di  Livorno  forse  più  incantevole  di 
quel  di  Firenze  per  le  varie  e magnifiche  vedute  di 
terra  e di  mare,  è sparso  di  ville  e giardini  ame- 
nissimi. Livorno  che  trovasi  sotto  il  43°,  33'  di  la- 
titudine Nord,  e sotto  il  7,  56'  di  longitudine  Est , 
distà  da  Firenze  a greco  chil.  77,  e da  Pisa  a sett. 
chil.  19.  È città  marittima  di  prim’ordine  con  circa 
100,000  abitanti  ed  una  delle  più  belle  d’Italia  quan- 
tunque quasi  tutta  di  costruzione  moderna.  Ha  di- 
ritte, spaziose  e pulite  le  vie,  belle  e grandi  piaz- 
ze, ed  è attraversata  in  mille  sensi  dai  fossi  varcati 
da  ben  16  ponti. 

La  parte  di  Livorno  che  sta  sul  mare  è propria- 


LIBRARY 
OF  THE 

UNIVERSITY  OF  ILLINOIS 


PORTE  E BARRIERE 


33 

mente  deliziosa;  i villaggi  ridenti  di  Àntignano, 
Ardenza  e S.  Jacopo,  coi  loro  vaghissimi  giardini, 
colla  veramente  magnifica  via  del  Passeggio,  for- 
mano il  più  dolce  ritrovo  estivo  che  sia  nella  no- 
stra bella  Italia. 


PORTE  E BARRIERE 

Porta  S.  Marco.  È la  più  bella  della  città  giac- 
ché la  precede  una  gran  volta  con  grandi  archi 
e colonne  di  ferro  fuso  ed  altre  comodità  e orna- 
menti del  medesimo  metallo  ; sostiene  un  colossale 
marmoreo  leone  fatto  a Carrara  dal  Nencini  fio- 
rentino. Ai  lati  della  porta  vi  sono  due  mezze  torri 
basate  a gran  bozze  con  sopra  scolpiti  a basso  ri- 
lievo vari  trofei  militari  ed  emblemi  commerciali 
e industriali. 

Porta  alle  Colline.  È ornata  di  un  fregio  a inta- 
glio nel  grand’  arco.  Non  manca  di  solidità  e di 
eleganza. 

Porta  a Mare.  Questa  bella  porta  è stata  abbat- 
tuta per  dar  luogo  ad  una  grande  barriera. 

Barriera  Fiorentina.  Questa  Barriera  è preceduta 
da  una  gran  piazza  ove  sorge  un  obelisco  di  tra- 
vertino con  sedili  alla  base,  alto  metri  23,  36  in 
cui  si  leggono  due  iscrizioni  latine  che  riguardano 
Pingrandimento  della  città. 

Barriera  Maremmana.  Fu  aperta  al  pubblico  nel- 
l’Agosto del  1839. 

Guida  di  Livorno. 


3 


PIAZZE 


34 

Barriera  Vitt.  Emanuele,  Sorge  sopra  lo  stradone 
dei  condotti  nuovi. 

Barriera  del  Porto  Mediceo.  Questa  elegantissima 
Barriera  fu  finita  ed  aperta  al  pubblico  nel  Giugno 
del  1874. 


STRADE 

L’ impiantito  delle  strade  è formato  di  grandi 
pietre  quadre  ; esse  sono  fiancheggiate  da  comodi 
marciapiedi,  e sono  spaziose  e pulite.  Si  annove- 
rano fra  le  principali:  la  Via  Vittorio  Emanuele, 
la  Via  Larderei,  la  Via  dei  Condotti,  la  Via  Rica- 
soli,  la  Via  degli  Scali  d' Azeglio,  la  Via  degli  Scali 
Manzoni,  la  Via  del  Ponte  nuovo  e moltissime  altre. 
La  magnifica  Via  del  Passeggio  che  si  estende  fino 
all’Ardenza,  fiancheggiata  da  una  fila  di  case  nuove 
linde,  eleganti,  e dall’altro  lato  dal  mare  e dagli 
stabilimenti  balneari,  forma  la  più  deliziosa  pas- 
seggiata della  città. 


PIAZZE 

Piazza  dorine  In  antico,  prima  dell’ingrandi- 
mento della  Venezia  Nuova  (1630)  questa  piazza 
che  ora  è una  delle  più  vaste  e regolari  d’Italia, 
si  estendeva  soltanto  fino  al  termine  del  loggiato 
che  in  parte  la  circonda.  Sotto  questo  loggiato  at- 


PIAZZE 


35 

tribuito  all’Architetto  Pieroni  portavano  in  certi 
giorni  dell’anno  i forzati  del  Bagno  per  vendere  i 
loro  manuali  lavori.  In  questa  piazza  sono:  il 
Duomo,  il  Palazzo  ex-reale,  il  Palazzo  Comunale, 
la  Borsa,  la  Prefettura  e la  R.  Questura.  Il  vastis- 
simo palazzo  che  chiude  la  piazza  di  faccia  al 
Duomo  e che  ora  appartiene  al  sig.  Giacomo  De- 
witt,  è conosciuto  col  nome  di  tre  -palazzi  perchè 
di  tre  separate  case  composto;  fu  fatto  nel  1704 
col  disegno  di  Giovanni  Battista  Foggini.  Al  primo 
piano  della  casa  di  mezzo  di  questo  palazzo  or- 
nato di  marmo  bianco  e sormontato  da  una  vasta 
terrazza,  si  trova  l’elegante  Casino  di  Commercio; 
nella  sala  maggiore  del  Casino  si  conserva  uno  dei 
primi  lavori  del  prof.  E.  Pollastrini  livornese. 

Piazza  Carlo  Alberto  Questa  bella  e grande  piaz- 
za, forse  unica  nel  suo  genere,  viene  comunemente 
chiamata  del  Yoltone  perchè  è attraversata  in  tutta 
la  sua  lunghezza  di  220  metri,  da  una  solida  volta 
per  la  quale  passa  l’acqua  del  fosso.  Ne  fu  archi- 
tetto Luigi  Bettarini . È di  forma  ovale , guarnita 
nell’interno  con  sedili  di  marmo,  e colonnette  e 
candelabri  di  ferro  fuso  di  grazioso  lavoro  ; nel  1847 
venne  abbellita  (a  spese  del  Comune)  delle  statue 
colossali  di  Ferdinando  III  del  prof.  F . Pozzi  e di 
Leopoldo  II  del  livornese  Emilio  Demi;  quest’ ul- 
tima nel  1849  venne  remossa  perchè  mutilata  dal 
popolo,  e nel  1855  vi  fu  posta  quella  che  ora  ve- 
diamo e che  è opera  di  Emilio  Santarelli.  Nel  pie- 
destallo della  statua  rappresentante  Ferdinando  III 
è un  bassorilievo  di  Temistocle  Guerrazzi  in  cui 
quel  principe  sollecita  la  grande  opera  dell’Acque- 


PIAZZE 


36 

dotto  ; quello  della  parte  opposta  è di  Ulisse  Canili 
e ci  rappresenta  lo  stesso  principe  che  incoraggia 
le  arti,  l’industria  ed  il  commercio;  negli  altri  due 
lati  si  leggono  due  iscrizioni.  Nel  piedestallo  del- 
l’altra statua  sono  due  bassirilievi;  nel  primo  è 
scolpito  Leopoldo  che  assiste  al  getto  della  prima 
pietra  del  nuovo  molo , ed  è opera  di  Giovanni 
Puntoni ; l’altro  è lavoro  pregevolissimo  del  Demi. 
Le  due  iscrizioni  in  lode  di  quel  principe  furono 
saggiamente  sostituite  dal  resultato  del  Plebiscito 
Toscano  convocato  nei  comizi  i giorni  11  e 12  Marzo 
1860  e dalla  seguente: 

L’ Assemblea  dichiara  che  la  dinastia  Austro-Lo- 
renese  si  è resa  assolutamente  incompatibile  con 
V ordine  e la  felicità  della  Toscana. 

I ricchi  ornati  delle  due  basi  sono  di  Luigi  e 
Francesco  Giovano  zzi.  In  questa  piazza  si  trovano 
1’  Ufficio  postale  , quello  del  Registro  , del  Bollo  , 
delle  Imposte  eco. 

Piazza  Mazzi  ai.  Prima  che  prendesse  il  nome 
dal  grande  italiano , si  chiamava  Piazza  di  Marte 
perchè  destinata  agli  esercizi  militari.  Anticamente 
in  questa  vastissima  e bella  piazza  si  costruivano  e 
si  riparavano  i bastimenti  pescherecci;  è solo  da 
pochi  anni  che  è stata  resa  libera  dal  deposito  di 
legnami  da  costruzione  navale  che  conteneva.  È 
adorna  di  una  doppia  fila  di  grossi  alberi,  e in 
tutta  la  sua  lunghezza  fiancheggiata  da  un  gra- 
zioso giardino.  In  questa  piazza  fino  dal  1871  e 
per  opera  di  una  società  di  commercianti , sta  il 
vasto  recinto  ad  uso  Fiera,  aperta  al  pubblico  sol- 
tanto nella  stagione  estiva;  questa  elegante  fiera, 


PIAZZE 


37 

circondata  da  molte  e svariate  botteghe,  ornata 
di  un  bel  teatrino  ove  si  rappresentano  graziose 
operette  in  musica,  è la  sera  affollatissima  di  li- 
vornesi e forestieri  ; ha  giardini  , getti  d*  acqua, 
musica  ed  ogni  sorta  di  divertimenti.  11  prezzo 
d’ingresso  è assai  mite. 

Piazza  Cavour.  Col  mezzo  dell’allargamento  del 
ponte  detto  del  Casone  nel  1842  questa  bella  piazza 
fu  ingrandita  come  ora  si  vede  ; è circondata  da 
ampie  e pulite  abitazioni  e ornata  del  bel  monu- 
mento a Cavour.  Questa  statua  colossale  (solenne- 
mente inaugurata  il  4 Giugno  1871)  eretta  per  ini- 
ziativa di  vari  egregi  cittadini,  i quali  raccolsero 
da’  privati  e da  tredici  tombole  danaro  bastante 
per  provvedere  alla  ingente  spesa,  rappresenta  il 
grande  Statista  in  atto  di  meditare  sulla  unità  d’I- 
talia. Da  taluno  fu  rimproverato  al  valente  artista 
Vincenzo  Cerri  che  la  scolpì,  l’averlo  presentato 
al  pubblico  colle  mani  in  tasca;  ma  non  è qui  luogo 
per  giudicare  chi  abbia  ragione  se  lo  scultore  o il 
pubblico.  La  Commissione  donò  la  statua  al  Muni- 
cipio, il  quale  a sue  spese  ne  fece  fare  lo  svelto 
imbasamento  col  disegno  dell’  Ing.  Cav . Arturo 
Conti;  gli  ornati  e le  quattro  aquile  furono  dal  si- 
gnor Giovanni  Puntoni , scolpite.  È da  considerarsi 
in  questa  piazza  , il  palazzo  di  tre  piani  con  co- 
lonne di  tre  differenti  ordini  e che  dal  suo  colore 
è detto  popolarmente  Palazzo  Rosso.  Al  primo  piano 
di  questo  palazzo  è posto  il  Circolo  Filologico  Li- 
vornese. 

Piazza  §.  lìeaedelto.  Questa  grande  e regolare 
piazza  ò circondata  di  platani  e di  sedili  e colon- 


38  PIAZZE 

nette  di  marmo.  Nell’estremità  è la  Chiesa  a S.  Be- 
nedetto dedicata. 

Piazza  Càwerrazzi.  È divisa  per  metà  dalla  via 
Vittorio  Emanuele;  si  chiamò  prima  Piazza  del 
Picchetto,  della  Porta  a Pisa,  di  S.  Barbara  e dello 
Spedale,  per  esserci  stato  l’ospedale  delle  donne  ; 
ora  invece  c’  è 1’  ospedale  militare.  Sopra  le  porte 
della  caserma  sono  due  pelli  di  tigre  , scolpite  in 
marmo  da  Andrea  Yaccà . Su  questa  piazza  verrà 
eretto  all’  illustre  scrittore  livornese  F.  D.  Guer- 
razzi un  marmoreo  monumento. 

Piazza  Cappellini*  Anche  questa  piazza  è da  de- 
siderarsi che  presto  venga  abbellita  della  statua 
rappresentante  colui  che  nel  1866  salvò  1’  onore 
italiano  nella  disgraziata  battaglia  di  Lissa. 

Piazza  del  Cantiere.  Ebbe  tal  nome  perchè  ac- 
canto al  Monumento  dei  quattro  Mori  di  P.  Tacca  e 
dove  è ora  il  bacino  di  carenaggio  ed  il  fosso,  si  co- 
struivanobastimenti  mercantili  ed  anche  da  guerra. 

Spiazza  Marnisi  ( Via  degli  Scali  Manzoni)  e Piazza 
Poerio  ( Via  degli  Scali  degli  Olandesi)  Sono  oc- 
cupate ciascuna  da  un  grazioso  giardino,  vera  de- 
lizia dei  bambini. 

Piazza  del  Villano.  Sulla  fonte  che  si  vede  in 
questa  Piazza,  fu  posta  V antica  statua  del  Villano 
eretta  dalla  Repubblica  Fiorentina  per  dare  un  at- 
testato di  riconoscenza  ai  contadini  che  così  bene 
prestarono  Popera  loro  nella  celebre  difesa  di  Li- 
vorno nel  1496. 

Questa  statua  stata  in  piedi  per  quasi  due  secoli 


CHIESE 


39 

è andata  disgraziatamente  perduta;  era  di  macigno 
ed  assai  pregevole  ; rappresentava  un  villano  ap- 
poggiato al  bastone  con  ai  piedi  un  cane  simbolo 
di  fedeltà. 


CHIESE 

* 

Duomo.  (S.  Francesco  d’ Assisi).  Questo  tempio 
a croce  latina  fu  cominciato  nel  1594  col  disegno 
delFArcbitetto  Alessandro  Pieroni  e consacrato  so- 
lennemente nell’anno  1606.  In  principio  era  molto 
più  piccolo,  ed  il  bel  campanile  alto  metri  50  fu 
soltanto  finito  nel  1817.  Il  Peristilio  a colonne  bi- 
nate d’  ordine  dorico  si  è creduta  opera  di  Inigo 
Jones  allievo  di  Giovan  Bologna  ; è invece  del  Pie- 
roni medesimo.  La  facciata  fu  rinnuovata  nel  1856 
e nel  Maggio  del  1872  fu  posto  il  bell’ orologio  che 
con  ingegnoso  meccanismo  muove  le  lancette  delle 
due  mostre  di  cristallo  nelle  opposte  parti  del 
Duomo. 

Entrando  in  Chiesa  è da  osservarsi  innanzi  tutto 
il  ricco  soffitto  ad  intaglio  dorato,  nella  cui  am- 
piezza pochi  ve  ne  ha  che  lo  uguaglino;  lo  inta- 
gliava Vincenzo  dell’  Imperatore  e terminava  di 
dorare  nel  1617  Calisto  Fasconi . Questo  soffitto  ò 
corredato  di  tre  grandi  e buoni  quadri:  il  trionfo 
di  S.  Giulia  di  Jacopo  Ligozzi  veronese;  l’assun- 
zione di  Maria  opera  lodatissima  di  Domenico  Presti 
da  Passignano , e S.  Francesco  d’Assisi  di  Jacopo 
Chimenti . I quattro  piccoli  quadri  che  circondano 


CHIESE 


40 

quello  di  mezzo  sono  lavori  di  Giovanni  Battista 
Brazzè  detto  il  Bigio  discepolo  del  Chimenti.  A 
dritta  è il  monumento  del  Marchese  Marco  Ales- 
sandro Del  Borro,  governatore  di  Livorno  fatto  da 
G.  B.  Foggini . Sull’altare  che  segue  era  un  eccel- 
lente quadro  del  cav.  Lodovico  Cardi  da  Cigoli  an- 
dato disgraziatamente  perduto.  Segue  il  busto  al 
marchese  Carlo  Ginori  ; il  bel  quadro  rappresen- 
tante l’Assunzione  di  Maria  Vergine  che  è posto 
sull’altro  altare  è opera  del  Passignano.  Si  trovano 
poi  varie  iscrizioni  e busti  di  poco  pregio. 

Nella  cappella  dedicata  alla  Concezione  di  Maria 
il  bel  quadro  dell’altare  esprimente  l’Immacolata 
è opera  di  Giuseppe  Bottani  da  Pontremoli;  la  ca- 
lotta fu  frescata  da  Luigi  Ademollo  ; i dipinti  sui 
confessionari  sono  di  Tommaso  Gaz  zarini.  Il  quadro 
che  è posto  nella  contigua  cappelletta  dedicata  al 
Battista , è pregevole  lavoro  di  Gesualdo  Ferri 
discepolo  di  Tommaso  Gherardini  ; rappresenta  il 
battesimo  di  Cristo.  La  vasca  battesimale  fu  dono 
del  Cav.  Biagio  Pignacca. 

L’altare  maggiore  ricco  di  pregevoli  marmi  la- 
vorati nella  Galleria  di  Firenze  porta  due  teste 
d’angioli  del  celebre  Fiammingo  Quesnoy.  La  bella 
tela  a destra  : un  miracolo  di  S.  Francesco,  è di 
Giuseppe  Bezzuoli  di  Firenze;  quella  a sinistra  è 
opera  del  livornese  Tommaso  Gaz  zarini  od  esprime 
la  traslazione  del  corpo  di  S.  Giulia  a Brescia. 
Nella  tribuna , Tommaso  Gherardini  colorì  con 
molta  lode  la  trasfigurazione. 

L’altare,  le  statue,  gli  ornati  e il  balaustro  della 
cappella  detta  del  Santissimo,  sono  lavori  del  Conte 
Giovanni  Baratta  di  Carrara;  i dipinti  della  ca- 


CHIESE 


41 

lotta,  dei  peducci,  eie  quattro  tele  sui  confessio- 
nari, sono  del  livornese  Giuseppe  Maria  Terreni. 

Yien  dopo  la  statua  in  marmo  del  Vescovo  Giro- 
lamo Gavi,  scolpita  da  Vincenzo  Cerri.  Quindi  il 
busto  di  F.  Barbolani  governator  di  Livorno  ; l’al- 
tare del  Crocifìsso,  opera  del  Cav.  Curradi]  il  busto 
del  livornese  Sardi  ; V altro  altare  portante  il  bel 
quadro  del  Cav.  Passignano  la  Madonna  con  alcuni 
santi  (uno  dei  quadri  meglio  conservati  di  questo 
artista);  e il  monumento  a Ippolita  degli  Ippoliti. 
I dipinti  in  alto  cbe  girano  la  chiesa  sono  di  Giu- 
seppe Gricci. 

S.  Giulia.  (Via  S.  Giulia)  La  confraternita  del 
Sacramento  e S.  Giulia  , secondo  il  Vivoli  ed  il 
Santelli  venne  fondata  nel  1270.  Certo  è che  nel  1602 
fu  gettata  la  prima  pietra  di  questa  chiesa.  La  fac- 
ciata ha  le  due  statue  di  nessun  pregio,  dei  Santi 
Pietro  e Paolo.  Il  bel  quadro  rappresentante  Santa 
Anna  e che  è posto  nella  cappellina  alla  quale  si 
accede  dall’atrio,  è lodato  lavoro  di  Matteo  Ros- 
selli. Entrando  in  chiesa  è da  osservarsi  in  primo 
luogo  1’  antica  immagine  di  S.  Giulia  sul  rame, 
d’autore  ignoto  ; il  ricco  soffitto  intagliato  e do- 
rato, ha  tre  buoni  quadri  : il  Battista  di  G.  M.  Mer- 
cati, 1’  adorazione  dell’  Eucarestia  di  Braccio  Bel 
Bianco  e S.  Giulia  di  F.  Curradi.  Il  quadro  del- 
l’altare è buon  lavoro  della  scuola  fiorentina.  Sotto 
il  medesimo  altare  si  conserva  un  reliquiario  tutto 
di  argento  e rame  dorato  a similitudine  dell’arme 
civica,  vale  a dire  una  fortezza  sormontata  dalla 
statuetta  di  S.  Giulia.  In  sagrestia  son  due  quadri 
creduti  di  G.  B . Mercati , e nella  sala  dell’Archivio 


42  CHIESA 

una  tavola  ov*è  colorita  S.  Giulia,  giudicato  la- 
voro di  Giotto . 

S.  Antonio.  (Piazza  dello  stesso  nome).  È una  delle 
più  antiche  chiese  di  Livorno,  e nell’anno  1525  di- 
venne Pieve  del  Castello  di  Livorno,  ossia  chiesa 
principale;  nel  1580  fu  ingrandita  col  disegno  di 
Alessandro  Pieroni . 

In  questa  Chiesa  che  trovasi  ora  in  uno  stato  poco 
decente,  vi  sono  alcuni  quadri  privi  affatto  d’ogni 
interesse. 

S.  Giovanni.  (Via  dello  stesso  nome).  È di  forma 
quadrata  a volta,  sostenuta  da  pilastri  e cornicione 
d’  ordine  composito.  Secondo  alcuni  cronisti,  P o- 
ratorio  di  S.  Giovanni  venne  edificato  nell’  anno  320 
dell’era  cristiana  ; nel  1256  fu  ingrandito,  nel  1425 
vi  si  trasferirono  gli  Agostiniani  che  stavano  a 
S.  Jacopo  e nel  1624  l’architetto  Cantagallina  in- 
grandì P antichissimo  oratorio  o lo  ridusse  quale 
ora  si  vede. 

L’altare  maggiore  col  tabernacolo,  di  fini  marmi 
e pietre  dure  adorno,  è opera  di  Ferdinando  figlio 
di  Pietro  Tacca. 

Il  pregevole  quadro  situato  sopra  la  porta  di  fianco 
rappresentante  S.  Cecilia  fu  per  molti  anni  creduto 
di  Giovanni  da  S.  Giovanni ; è opera  invece  di 
Felice  Ficherelli. 

Le  pitture  nella  volta  che  rappresentano  alcuni 
fatti  della  vita  di  S.  Agostino  sono  di  Tommaso 
Tommasi ; i quadri  degli  altari  non  hanno  nessuna 
importanza  artistica,  solo  i due  rappresentanti  il 
Martirio  di  S.  Bartolomeo  di  Francesco  Bianchi , e 
S.  Gaetano  attribuito  a Matteo  Roselli . 


CHIESE 


43 

S.  Sebastiano.  ( Via  di  questo  nome  ).  Edificata 
nel  1633  col  disegno  di  Giovanni  Gantagallina . Essa 
è di  semplicissimo  aspetto  e la  sua  facciata  è or- 
nata delle  statue  dei  SS.  Stefano  e Lorenzo.  L’in- 
terno è ornato  di  pilastri  e cornicione  d’ordine  com- 
posito con  ricche  dorature;  i fratelli  Battista  e Gi- 
rolamo Grandi  nel  1673  dipinsero  nella  volta  la- 
vori molto  lodati  in  prospettiva.  L’altare  maggiore 
ornato  di  belle  colonne  d’  ordine  corintio  di  fini 
marmi  adorno  , ha  un  buon  quadro  di  Francesco 
Briglia  romano.  La  bella  tela  esprimente  S.  Fi- 
lippo Neri  è opera  lodata  del  Buggeri ; la  S.  Mar- 
gherita fu  dipinta  da  Paolo  Bone . La  cappella  di 
S.  Giuseppe  ha  sull’altare  un  bel  quadro  rappre- 
sentante il  transito  del  medesimo  santo  , lavoro 
della  scuola  del  Maratta  ; la  volta  fu  frescata  dai 
FF.  Grandi.  La  cappella  della  Madonna  di  Loreto 
simile  in  tutto  a quella  che  si  trova  appunto  a 
Loreto,  ha  sull’  altare  dinanzi  a quello  della  Ma- 
donna, un  Angiolo  Custode  di  Paolo  Réne  un  Cuor 
di  Maria  ed  altri  quadri. 

Chiesa  della  SS.  Annunziata  dei  Greci  uniti.  ( Via  dei 

Greci).  Questo  ricco  tempio  fu  edificato  nel  1601  col 
disegno  di  Alessandro  Pieroni  e restaurato  nel  1608. 
Esso  è ornato  di  ricca  ed  elegante  facciata  tutta 
di  marmo  con  colonne  e pilastri  d’  ordine  dorico 
sostenenti  le  statue  dell’Innocenza  e della  Mansue- 
tudine ; v’  è l’arme  medicea  ed  un  bassorilievo,  es- 
primente l’Annunziata.  La  Chiesa  ha  forma  di  un 
rettangolo  il  cui  altare  è nascosto  da  un  alto  as- 
sito (detto  iconostasio)  a intagli,  dorature  e vaga- 
mente ornato  di  molte  immagini  di  Santi  tanto  in 


44  CHIESE 

pittura  che  in  rilievo  d’  argento.  Il  soffitto  e gli 
stalli  della  chiesa  li  disegnò  il  Giambelliy  e il  bel 
quadro  del  soffitto  è del  Prof.  Giovanni  Ferretti 
fiorentino.  L’ iconostasio  ha  tre  porte;  sulle  due 
laterali,  Niccolò  Wauderbrach  , dipinse  maestre- 
volmente la  natività  di  Cristo  e l’adorazione  dei 
Magi  con  otto  figure  d’apostoli;  uno  schiavo  del 
Bagno  di  Livorno  colorì  alla  maniera  bisantina 
nel  1641  quei  dodici  quadretti  in  linea  orizzontale 
che  rappresentano  diversi  fatti  della  vita  di  Cri- 
sto; degli  altri  dipinti  s’ignora  l’autore.  Dietro 
Ticonostasio  è il  santuario  con  l’altar  maggiore  e 
due  minori  ai  lati.  La  cappella  fabbricata  nella 
chiostra , fu  fatta  per  comodo  del  popolo  , atteso 
che  la  liturgia  greca  permette  una  sola  Messa  al- 
l’altare della  chiesa  ; in  questa  cappelletta  l’anno 
1764  Giovanni  Papi , frescò  il  Giudizio  universale 
e colorì  S.  Anastasio.  Nella  sacrestia  sono  dipinti 
in  tavola  all’  incausto  un  Redentore  ed  un  San 
t’  Elia. 

Madonna.  (Via  della  Madonna).  Questa  chiesa  la 
cui  facciata  è priva  di  ogni  ornamento  , fu  edifi- 
cata nel  1607  con  disegno  di  Alessandro  Pier oni.  Il 
secondo  altare  a destra  ha  un  piccolo  quadro  ese- 
guito dal  Folcili;  l’altare  che  vien  dopo  fu  eretto 
dalla  nazione  francese  ed  ha  un  S.  Luigi  di  Matteo 
Rosselli  e un  S.  Giovanni  del  Cav.  Curradi.  La  cap- 
pella del  Sacramento  è ornata  di  stucchi , dorature 
e colonne  d’ordine  corintio.  L’altare  maggiore  ha 
un  bel  tabernacolo  di  buoni  marmi  con  colonnette 
di  granito;  in  coro  è dipinta  la  Immacolata  e nella 
sacrestia  sono  altri  quadri  ma  di  nessun  pregio. 


CHIESE 


45 

Il  quadro  rappresentante  S.  Andrea  è d'ignoto  autore 
fiammingo  ; il  S.  Francesco  è una  buona  copia  ese- 
guita dal  Balestra  veronese,  e la  Pietà  è di  Baldas- 
sare  Franceschi . Nelle  lunette  del  chiostro  sono 
dipinti  vari  fatti  da  Antonio  Tempestimi  Giuseppe 
Bartolo  zzi  e Matteo  Rosselli . 

Armeni.  (Via  degli  Armeni ).  È a croce  latina  e 
fu  eretta  nel  1701  col  disegno  di  Giovanni  Bel  Fan- 
tasia ed  a spese  della  nazione  armena.  Questo 
tempio  non  molto  grande,  è messo  a marmi  ed  a 
scagliola  ed  ha  una  bella  e svelta  cupola  ; la  sua 
marmorea  facciata  munita  di  portico  con  colonne 
d'  ordine  dorico  ha  le  statue  della  Carità  e delle 
Fede  , le  quali  vanno  poste  tra  le  migliori  opere 
che  abbia  fatto  Andrea  Vacca ; in  un  ovale  è posta 
l'immagine  in  rilievo  di  S.  Gregorio.  Internamente 
sulla  porta  , è il  busto  dello  stesso  S.  Gregorio, 
quindi  due  grandi  e buoni  quadri  di  Giuseppe  BoU 
tani ; quello  a dritta  rappresenta  i quattro  princi- 
pali dottori  della  Chiesa  Armena,  l'altro  a sinistra 
S.  Bartolomeo.  Nelle  cappelle  sono  due  simili  al- 
tari ricchi  di  marmi,  guarniti  di  statue  credute  di 
G.  Baratta ; essi  hanno  due  quadri:  l'Assunzione 
di  Alessandro  Gherardini  e S.  Gregorio  di  Fran- 
cesco Riviera . L'altare  maggiore  fatto  nel  1778, 
ha  due  gradinate  laterali  secondo  la  costumanza 
antica;  la  tribuna  ha  un  antico  crocifisso  dipinto 
sul  muro,  ai  lati  il  S.  Giovanni  Battista  e S.  Maria 
Maddalena  statue  di  Emilio  Demi . Nella  parte  su- 
periore della  Tribuna',  Giuseppe  Baldini  colorì  il 
Padre  eterno,  e nei  peducci  delia  cupola  i quattro 
evangelisti  ; la  cupola  stessa  e le  volte  sono  pit- 


46  CHIESE 

turate  a cassettoni  con  molta  naturalezza  dai  Fra- 
telli Medici  di  Milano. 

Domenicani.  (S.  Caterina)  ( Piazza  dei  Domeni- 
cani). Edificata  nel  1711  quindi  rinnovata  ed  in- 
grandita secondo  il  disegno  di  Giovanni  Del  Fan- 
tasia, ed  aperta  al  culto  nel  1753.  È di  forma  ot- 
tagonale sormontata  da  maestosa  cupola  la  quale 
è sostenuta  da  otto  grandi  pilastri  d'ordine  com- 
posito. Di  fuori  è rozza  e non  finita;  la  lanterna 
fu  fatta  nel  1869.  Sulla  porta  principale  si  ammira 
la  Incoronazione  di  Maria  , dipinta  in  tavola  da 
Giorgio  Yasari . La  prima  cappella  a destra  ha  una 
statua  di  S.  Vincenzo  Ferrerò,  ed  in  alto  è dipinto 
il  trionfo  di  S.  Tommaso  d'Aquino.  Nella  seconda 
è una  statua  di  'Cristo  coronato  di  spine  ; la  terza 
dedicata  a S.  Giuseppe,  dipinta  dai  FF . Terreni , 
ha  un  quadro  della  scuola  del  Passignano.  L'  af- 
fresco in  alto  sopra  l'altare  maggiore  è del  Tra- 
òalles . Ai  lati  dell'altare  maggiore  sono:  S.  Ca- 
terina e la  processione  fatta  in  Siena  con  la  testa 
della  medesima  Santa  di  Lorenzo  Grottarelli . In 
coro  si  conserva  una  tela,  in  cui  sono  dipinti  la 
Madonna  e due  Santi.  Presentemente  Cesare  Maffei 
dopo  di  aver  ritoccato  le  pitture  e gli  ornati  che 
sono  nel  coro,  dipinge  gli  otto  scompartimenti  della 
cupola. 

Crocetta.  (S.  Ferdinando)  ( Piazza  della  Crocetta). 
Eretta  nel  1708  col  disegno  di  G.  B.  Foggini , e 
restaurata  nel  1824.  È a croce  latina  a volta  con 
alta  calotta,  adorna  di  molti  stucchi,  sostenuta  da 
pilastri  d'ordine  composito,  e può  dirsi  una  delle 
migliori  chiese  della  città.  Il  gruppo  in  marmo 


CHIESE 


47 

sulFaltare  maggiore  è di  Giovanni  Baratta  ; nella 
stessa  crociata  si  vedono  in  quattro  bassirilievi 
ovali  le  Virtù  cardinali.  Fra  i pilastri  sono  le  sta- 
tue di  alcuni  santi  Re  delle  quali  quattro  in  marmo. 
Le  tavole  in  marmo  ad  alto  rilievo  degli  altari 
hanno  pochissimo  pregio  artistico. 

S.  Giuseppe.  ( Piazza  S.  Giuseppe).  Eretta  nel  1839 
col  disegno  di  G . Puini  e consacrata  nel  1842.  È 
a croce  latina  ed  a volta.  Sul  primo  altare  a de- 
stra è un'Addolorata  con  Santi  di  Giovanni  Bilvert 
scolare  del  Cigoli ; il  secondo  ha  la  Deposizione 
della  croce  di  Giovanni  Bartolena\  i tre  altari  di- 
rimpetto hanno  S.  Gaetano,  S.  Luigi  Gonzaga,  e 
S.  Pietro  colorito  da  Giovanni  Baldini;  ai  lati  del- 
l'altar  maggiore  il  Martirio  di  S.  Crespino  e Cres- 
piniano  del  Baldini  e nella  cappella  del  Sacra- 
mento si  ammira  il  transito  di  S.  Giuseppe  del 
Prof . Pollastrini. 

S.  Maria  del  Soccorso.  ( Piazza  dello  stesso  nome). 
Nel  1836  e precisamente  il  28  Agosto  posero  la 
prima  pietra  di  questa  grande  chiesa  a croce  la- 
tina. Il  bellissimo  quadro  del  primo  altare  a destra 
rappresentante  S.  Lorenzo,  si  deve  al  pennello  del 
livornese  Pollastrini.  Il  secondo  altare  ha  un  San 
Francesco  d'Assisi  colorito  da  Ferdinando  Folcili. 
Il  quadro  posto  sull'altare  che  segue  è del  Baldini. 
La  cappella  che  viene  dopo  ha  un  S.  Francesco 
della  scuola  del  Cigoli  ; a destra  è il  Salvatore  del 
Pollastrini.  La  mediocre  tela  che  si  vede  in  Sa- 
crestia rappresentante  la  benedizione  della  prima 
pietra  della  Chiesa  è di  Giovanni  Bar tolena ; nella 
cappella  che  segue  l' altare  maggiore  è da  notarsi 


48  CHIESE 

la  bella  immagine  del  Cristo  attribuita  a Giotto; 
V altro  quadro  è deir  Ulacacci.  1/  altare  che  vien 
dopo  a quello  del  Sacramento  ha  un  S.  Luigi  Gon- 
zaga di  Angiolo  Visconti.  Il  S.  Raffaello  e la  Ma- 
donna della  Consolazione  sono  del  Bartolena . In 
fondo  alla  Chiesa  si  trova  il  busto  del  Bali  Mar- 
tellini. 

S.  Andrea.  ( Piazza  S.  Andrea). Fu  edilìcatanel  1850 
sopra  una  parte  dell"  area  del  vecchio  cimitero;  non 
ha  neppure  trentanni  di  vita  e già  minaccia  ro- 
vina ! Sia  lode  all'  ingegnere  Gherardi.  Il  campa- 
nile [per  la  sua  pessima  costruzione  essendo  im- 
potente a sostener  le  campane,  sopporta  con  no- 
bile sforzo  e coraggio,  la  grandiosa  macchina  del- 
Lorologio  a quattro  mostre.  Sia  lode  alPingegnere 
Gherardi ! 

S.  Benedetto.  (Piazzo  S.  Benedetto).  Eretta  nel  1819 
dall' Architetto  Pampaioni;  è a croce  greca  sor- 
montata da  una  calotta  a cassettoni;  la  terrazza  è 
sostenuta  da  un  intercolunnio  ionico  di  otto  co- 
lonne. Questa  chiesa  di  bella  architettura  non  ha 
di  notevole  se  non  che  un  quadro  esprimente  San 
Carlo  Borromeo  opera  molto  lodata  del  livornese 
Tommaso  Gazzarrini . I quattro  angioli  che  si  ve- 
dono nei  peducci  della  calotta  sono  di  Emilio  Demi. 

S.  Pietro  e Paolo.  ( Piazza  dello  stesso  nome).  La 
prima  pietra  di  questo  Tempio  a croce  latina  fu 
posta  nel  Giugno  del  1829;  ha  una  sola  navata  e 
portico  di  tre  archi.  L’adorazione  dei  Magi  del 
primo  altare  a destra  è opera  lodata  di  I.  Zotti  ; 
la  pesca  degli  Apostoli  è del  Bartolena.  Sotto  il 


CHIESE 


49 

grand’arco  dietro  1’  altare  maggiore,  si  vede  lina 
Madonna  con  Santi  colorita  a guazzo  da  Angiolo 
Sarri;  i due  dipinti  a olio  che  vi  sono  ai  lati,  rap- 
presentano il  martirio  di  cinque  Santi  e quello  di 
S.  Giulia  : sono  di  Giov.  Bartolena.  L’ Immacolata 
è uno  dei  più  bei  quadri  del  Pollastrini.  Il  pre- 
gevolissimo a fresco  : S.  Guglielmo  in  atto  di  pre- 
sentarsi ai  monaci  di  Gellona  è di  Antonio  Marini. 

Cappuccini.  (SS.  Trinità)  ( Piazza  Gavi).  Questa 
chiesa  in  forma  di  rettangolo  a volta  con  quattro 
cappelle  venne  fabbricata  nel  1582,  ingrandita  col 
disegno  del  Cantagallina  nel  1606  ed  arricchita 
delle  quattro  cappellette  nel  1738.  Cominciando  a 
destra  osserveremo  il  quadro  di  G.  Bottani , la  Ma- 
donna con  alcuni  Santi;  poi  il  S.  Fedele  e la  Ma- 
donna di  Montenero  di  Natale  Bianchino.  L’altare 
maggiore  porta  un  bel  quadro  del  Pillori  fioren- 
tino; l’altra  cappella  ha  una  tela  d’autore  ignoto 
e un  S.  Giovacchino  di  Fedele  Acciai . Nel  coro  ve- 
donsi  due  dipinti  di  poco  valore.  Altri  quadri  aveva 
la  Chiesa  e il  convento  alcuni  dei  quali  pregevo- 
lissimi come  una  Carità  di  G.  Gimignani , e un  sa- 
crifizio di  Abramo  creduto  di  Guido  Reni ; dicono 
che  si  disperdessero  nell’ultima  soppressione  degli 
ordini  religiosi.  (?) 

Misericordia.  ( Via  Viti.  Emanuele).  Questa  chiesa 
è solo  dal  1780  che  è posseduta  dall’  Archiconfra- 
ternità  della  Misericordia.  La  sua  facciata  rifatta 
nel  1871  col  disegno  di  Arturo  Conti , ha  due  bas- 
sirilievi.  È da  osservarsi  una  testa  di  S.  Giovanni 
Battista  del  Prof . Gazzarini , una  Madonna  del 
Cav.  Passignano  (sull’altare  maggiore)  e la  decol- 
Quida  di  Livorno.  4 


CHIESE  ETERODOSSE 


50 

lazione  di  S.  Giovanni  e Tobia  del  Bottari ; nella 
sacrestia  si  conserva  un  crocifisso  del  Passignano. 

Purificazione  di  M.  V.  ( Via  della  Banca).  Sull’al- 
tare maggiore  di  questa  chiesa  priva  del  resto  d’o- 
gni  interesse , si  può  vedere  la  bella  tela  della 
scuola  di  G.  Terreni  rappresentante  la  Purifica- 
zione di  Maria.  La  confraternita  della  Purificazione 
ha  un  bel  cimitero  pei  propri  fratelli  sulla  via  di 
Montenero. 


CHIESE  ETERODOSSE 

SS.  Trinità.  (Greci  scismatici).  (Via  del  Giardino 
N.  52)  Eretta  nel  1757.  Per  la  sua  forma  è uguale 
a quella  dei  greci  uniti  ma  è molto  più  piccola  ed 
ha  di  più  un  pulpito  di  marmo  con  un  bassorilievo 
di  Lorenzo  Bartolini . È ricca  molto  di  stucchi  e 
dorature;  sono  da  osservare  i bei  dipinti  in  tela 
della  volta  esprimenti  i quattro  evangelisti  e la 
Trinità.  L’  inconostasio  ricchissimo  di  dorature  e 
intagli  graziosissimi,  ha  varie  immagini  di  Santi 
in  stile  bisantino.  Yi  sono  molti  altri  quadri  ma 
di  poco  pregio  artistico. 

Anglicana.  (S.  Giorgio)  (Via  degli  Elisi).  Eretta 
nel  1839  col  disegno  di  Angelo  Bella  Valle.  L’in- 
gresso è preceduto  da  un  elegante  e ben  inteso  in- 
tercolunnio d’ordine  dorico  a quattro  colonne,  le 
quali  sostengono  il  bellissimo  frontone.  È in  forma 
di  rotonda  con  calotta  tutta  ornata  di  graziosi  bas- 
sirilievi  di  stucco  ; la  tribuna  che  si  vede  in  fondo 


PALAZZI  PUBBLICI 


51 

ha  una  bella  immagine  del  Cristo.  Sulla  porta  vi 
si  trova  una  cantoria  e un  organo.  Di  faccia  alla 
Chiesa  vedesi  1’  antico  cimitero  inglese  che  come 
ben  dice  il  Yalery  sembra  lo  studio  di  uno  scul- 
tore tanto  è ricco  di  monumenti  alcuni  dei  quali 
di  grande  valore. 

Nel  1839  cessarono  di  adoperarlo  e ne  aprirono 
un  nuovo  in  Via  Erbosa  accanto  a quello  dei  Greci 
scismatici. 

Presbiteriana  Scozzese.  ( Via  degli  Elisi).  Ha  forma 
di  casa  in  stile  gotico  fabbricata  nel  1849.  È una 
semplice  sala  con  cinque  cristalli  lavorati  e colo- 
riti da  BoÀlantine  d’ Edimburgo;  ha  una  cattedra  e 
banchi  con  bibbie. 

Protestaste  Unita  di  Luterani  riformati  e Calvi- 
nisti ( sotto  il  titolo  di  Congregazione  Olandese- 
Alemanna)  (Via  degli  Scali  degli  Olandesi)  L’in- 
terno di  questa  elegantissima  chiesa  eretta  nel  1862 
col  disegno  gotico-alemanno  dell’inglese  Dario  Gia- 
comelli, è una  vasta  sala  col  pulpito  di  faccia  alla 
porta;  da  questo  il  ministro  spiega  la  Bibbia,  una 
domenica  in  tedesco,  l'altra  in  francese. 


PALAZZI  PUBBLICI 

Comunale.  (Piazza  d’Arme).  Fu  fabbricato  nel  1720 
col  disegno  di  Giovanni  del  Fantasia , ma  poi  dan- 
neggiato pel  terremoto  del  1742  fu  restaurato  e 
quasi  riedificato  da  Bernardino  Ciurrini  che  vi  ag- 
giuse esternamente  la  scala  di  marmo,  È sormon- 


52  PALAZZI  PUBBLICI 

tato  da  una  torre  che  sostiene  una  grossa  cam- 
pana, la  quale  suonava  quando  dovevasi  adunare 
il  consiglio  generale  o quando  doveva  uscire  il 
Magistrato  in  forma  pubblica.  Sulla  facciata,  in 
una  grande  tavola  di  marmo  è il  voto  dei  Toscani 
per  l’unione  alla  monarchia  costituzionale  di  Vit- 
torio Emanuele. 

Palazzo  ex  Reale  (Piazza  d’  Armi).  Edificato  nel 
1605  col  disegno  di  Antonio  Gantagallina , ingran- 
dito, e abbellito  della  facciata  e del  portico  nel  1625. 
Oggi  è interamente  occupato  dagli  Istituti  Tecnici 
e Nautico,  dalla  Scuola  dei  Mozzi  e da  quella  degli 
Ingegneri  meccanici.  Solo  è da  notarsi  : il  quadro 
rappresentante  le  due  sorelle  Maria  Amalia  e Ma- 
ria Carolina  granduchesse  di  Sassonia,  della  livor- 
nese Matilde  Malenchini ; Ferdinando  III  col  figlio, 
in  abito  di  gran  maestro  dei  Cavalieri  di  S.  Ste- 
fano, e Maria  Antonia,  buoni  lavori  del  livornese 
Tommaso  Gazzarini;  Lodovico  I d’Etruria,  Maria 
Luisa  e Carlo,  bellissimo  dipinto  di  Pietro  Benve- 
nuti; Ferdinando  II  in  atto  di  ricevere  gli  omaggi 
di  vari  mercanti  portoghesi,  uno  dei  due  soli  grandi 
quadri  del  celebre  G.  Sustermans ; Napoleone  I in 
abito  imperiale,  della  celebre  Benoist\  i volontari 
livornesi  che  partono  per  la  guerra  (1860)  di  C. 
Bartolena ; un  episodio  della  battaglia  di  S.  Mar- 
tino, lodato  lavoro  di  G . Fattori ; e i ritratti  dei 
livornesi  : 

Ernesto  Rossi  di  Luigi  Scafai  \ Tommaso  Gaz- 
zarini di  Augusto  Volpini;  Carlo  Michon  e Carlo 
Bini  di  Carlo  Chelli ; Giuseppe  Terreni  e Alfredo 
Cappellini  di  C . Bartolena ; Cosimo  Del  Fante  di 


PALAZZI  PUBBLICI 


53 

G.  Costa . Sperasi  che  in  breve  questa  collezione 
venga  arricchita  di  nuovi  ritratti  ; fra  gli  altri 
è lino  da  ora  promesso  quello  della  celebre  attrice 
Carolina  Internari. 

Nel  1874,  sotto  il  portico  di  questo  palazzo  fu- 
rono poste  due  tavole  marmoree  dove  sono  scol- 
piti i nomi  di  quei  livornesi  morti  combattendo  per 
la  Indipendenza  d’Italia, 

Nella  tavola  a sinistra,  : 

Anno  1848  — Campagna  di  Lombardia: 


Amedei  Giuseppe 
Arrighini  Giov.  B, 
Bernini  Riccardo 
Boccaletti  Egidio 
Chiesi  Giuseppe 
Cialdi  Giuseppe 
Marchetti  Giovanni 
Menabuoni  Roberto 
Nusiglia  Lorenzo 


Anno  1849  — 


Albano  Natale 
Bartelloni  Enrico 
Benni  Giuseppe 
Bertucelli  Francesco 
Carpena  Giuseppe 
Casottoli  Cristoforo 
Cei  Fortunato 
Cipriani  Francesco 
Cocchi  Francesco 
Corsi  Paolo 


Pelagatti  Lorenzo 
Petrini  Pietro 
Piantini  Giacomo 
Pietrini  Enrico 
Salvarelli  Demetrio 
Storsi  Temistocle 
Storsi  Aristide 
Zocchi  Gaetano 


Difesa  di  Livorno, 


Diodati  Giovanni 
Frediani  Angiolo 
Guiducci  Gustavo 
Magnani  Ferdinando 
Montagnani  Valentino 
Parenti  Cesare 
Ronchi  Natale 
Solari  Andrea 
Vincenti  Giovanni 
Porri  Augusto 


54 


PALAZZI  PUBBLICI 


Anno  1859  — Campagna  di  Lombardia* 


Antonelli  Stanislao 
Bussetti  Egisto 
Camici  Guerrino 
Fedi  Carlo 
Giannardi  Agostino 


Gonelli  Emilio 
Modiano  Giuseppe 
Seteri  Giovanni 
Tavoloni  Oreste 


Nella  tavola  a destra : 

Anno  1860  — Campagna  delle  due  Sicilie. 


Baldocci  Andrea 
Bianchi  Vincenzo 
Cozzi  David 
Fanucchi  Alfredo 
Gabbrielii  Giorgio 
Gattai  Cesare 
Ghellini  Scipione 


Lami  Giuseppe 
Marchesini  Enrico 
Marnili  Giovanni 
Palagi  Carlo 
Falciani  Fortunato 
Terreni  Michele 


Anno  1866  — Campagna  di  Lombardia 
Battaglia  di  Lissa 


Ageno  Antonio 
Bacherini  Cesare 
Bettini  Riccardo 
Bianchi  Vincenzo 
Bogazzi  Angiolo 
Cappellini  Alfredo 
Carpena  Eugenio 
Chiappini  Olinto 
Colombini  Gaspero 
Emanuelli  Giuseppe 


Giuntini  Ernesto 
Launaro  Giov. 
Lucchesi  Leopoldo 
Mazzei  Agostino 
Muratori  Luigi 
Petricone  Francesco 
Pucciarelli  Elia 
Sanguinetti  Giovanni 
Savi  Giovanni 


PALAZZI  PUBBLICI 


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Anno  1867  — Combattimento  di  Mentana. 


Bertagni  Vincenzo 
Boni  Egidio 
Caillon  Gustavo 
Capaccioli  Natale 
Cipriani  Ubaldo 
Costa  Pietro 
Fantozzi  Alessandro 


Franceschi  Francesco 
Grotta  Giovanni 
Giuliani  Francesco 
Binari  Bellini  Alcide 
Neri  Giovanni 
Paci  Silvestro 
Rossini  Eugenio 


Palazzo  della  Sanità.  ( Presso  la  bocca  del  Porto), 
L’ufficio  di  Sanità  marittima  fu  posto  in  Livorno 
nel  1598  il  cui  edilìzio  fu  totalmente  rifatto  nel  1823 
dall’  Architetto  Giovanni  Pacini  e nel  1863  venne 
alzato  e provvisto  di  una  terrazza  di  osservazione. 
Questo  palazzo  che  specialmente  dalla  parte  del 
mare  fa  bellissima  mostra  di  se  coi  suoi  bei  por- 
ticati e ornamenti  di  marmo  bianco,  oltre  l’ufficio 
di  Sanità  marittima,  contiene  la  Delegazione  di 
Sicurezza  pubblica  del  Porto , la  Capitaneria  del 
porto  medesimo,  e la  sede  della  Cassa  invalidi  della 
Marina  Mercantile. 

R.  Liceo  Niccolini.  ( Via  della  Pace  N.  23).  Questo 
stabilimento  fabbricato  in  principio  ad  uso  di  os- 
pedale israelitico , contiene  al  piano  terreno  la 
Scuola  Tecnica  (ove  vedesi  il  modello  in  creta  di 
Dante  fatto  da  E,  Demi)  al  primo  piano,  il  Regio 
Liceo,  ed  al  secondo  la  Biblioteca  Labronica.  Edi- 
ficato particolarmente  ad  uso  di  Liceo  è tra  i più 
belli  e grandiosi  d’Italia  e a sufficienza  fornito  di 
quanto  occorre  per  farvi  con  intelligenza  il  corso 
degli  studi  assegnati.  Nella  maggior  sala  di  questo 


PALAZZI  PRIVATI 


56 

Liceo  , si  vede  un  bel  quadro  di  G.  Fattori  rappre- 
sentante un  episodio  della  battaglia  di  Solferino, 
e un  busto  in  marmo  del  Re,  di  Giov.  Puntoni ♦ 


PALAZZI  PRIVATI 

Palazzo  Larderei.  (Via  Le  Larderei  N.  21).  Ne  fu 
architetto  Ferdinando  Mag agnini \ la  sua  facciata 
corintia  è sormontata  da  un  frontespizio  in  cui 
sono  scolpiti  dal  Prof . Magi  strumenti  di  agricol- 
tura, di  commercio  e di  meccanica  con  in  mezzo 
lo  stemma  gentilizio  dei  Larderei. 

Nel  cortile  sono  diciotto  modelli  d’  altrettante 
statue  erette  à grandi  italiani  sotto  gli  Uffizi  a 
Firenze  ; a tergo  si  vede  un  elegante  giardino;  al 
primo  piano  è una  ricchissima  galleria  di  quadri 
antichi  e moderni , della  quale  parleremo  a suo 
tempo. 

Le  precise  parole  che  su  questo  palazzo  (allora 
di  meschina  architettura)  scriveva  il  Volpi  nel  1846, 
cadono  a capello  anche  oggi  e a me  piace  di  ri- 
portarle : « Fra  tanti  appartamenti  di  lusso  ben  ac- 
» comodati  che  abbia  Livorno  certamente  nessuno 
» uguaglia  quello  che  con  somma  spesa,  studio  e 
» ricercatezza  ha  montato  in  questo  palazzo  la  fa- 
» miglia  De  Larderei,  e lo  crediamo  degno  di  es- 
» sere  veduto  ed  ammirato  dal  forestiero.  » 

Tre  palazzi.  (Piazza  d’ Arme).  Si  dà  il  nome  di 
Tre  Palazzi  (perchè  di  tre  separate  case  composto) 


PALAZZI  PRIVATI 


57 

a quel  vasto  fabbricato  che  chiude  la  Piazza  rim- 
petto  alla  Cattedrale;  lo  fece  fare  Gaspero  Vincenti 
nel  1704  col  disegno  di  Giovanni  B.  Foggini. 

Palazzo  Corridi  ( Via  della  Madonna) . Appartenne 
prima  alla  antica  casa  Grant.  Il  nuovo  proprietario 
signor  Corridi  vi  ha  fatto  importanti  restauri  e 
l’ha  ornato  di  graziosi  disegni. 

Palazzo  Squilloni.  ( Via  del  ponte  Nuovo  N.  8)  In 
questo  elegante  fabbricato  è oggi  il  grande  Albergo 
della  Vittoria  e Washington. 

Palazzo  Rodocanacchi.  ( Via  del  Casone ).  È un  bello 
ed  elegante  palazzo  occupato  interamente  dalla  fa- 
miglia Rodocanacchi. 

Palazzo  Castelli.  Posto  di  faccia  al  precedente.  È 
molto  vasto  e di  bella  architettura. 

Palazzo  Maurogordato.  (Via  degli  Scali  d’ Azeglio 
N.  9)  Ricchissimo  palazzo  di  bella  architettura;  ha 
una  larga  tettoia  a intaglio,  due  graziose  terrazze 
sul  dietro  ed  un  vago  giardino. 

Palazzo  Orvieto.  (Palazzo  Rosso)  (Piazza  Cavour) 
Fu  fatto  da  Innocenzo  Gragnani  ; è di  tre  piani 
con  colonne  di  tre  differenti  ordini  architettonici. 
Al  primo  piano  di  questo  bel  palazzo  è posto  il 
Circolo  Filologico  livornese. 

Palazzo  e Villa  Scaramanga.  (Villa  Attias).  Questa 
magnifica  villa  è stata  quasi  interamente  rico- 
struita e ornata  dall’ Architetto  Antonio  Cipolla . Ci 
sono  vari  buoni  affreschi  di  Antonio  Bruschi . 


58 


CASE  NOTEVOLI 


CASE  NOTEVOLI 

Casa  ove  nacque  Carlo  Bini.  ( Via  delle  Galere  N.  10) 
Yi  si  legge  la  seguente  iscrizione  dettata  da  F.  D. 
Guerrazzi  : « Onoranza  a Carlo  Bini  livornese,  di 
popolo  nacque,  coi  popolo  visse,  popolano  morì; 
educò  se  stesso  ed  ebbe  fama  di  valoroso  nel  dire 
nello  scrivere;  amò  la  patria  e si  affannò  per  lei, 
sofferse  il  carcere;  per  colpa  di  ferita  proditoria 
visse  infermo;  morì  immaturo,  lasciando  eredità 
di  affetti,  esempio  di  rettitudine,  insegnamento  di 
vita  consacrati  dal  lavoro.  — La  fratellanza  arti- 
giana livornese  iniziatrice  pose  questa  pietra  il  27 
Agosto  1871.  » 

Casa  ove  nacque  il  General  Cosimo  Del  Fante.  (Via 
Vittorio  Emanuele  N.  33).  Visi  legge  questa  iscri- 
zione : 

« A ricordare  — cbe  in  questa  casa  — nacque  il 
Generale  Cosimo  del  Fante — soldato  intrepido  nelle 
guerre  napoleoniche  — morto  fra  le  nevi  di  Kra- 
snoie  — il  16  novrembe  1812  — anno  trentesimo 
primo  dell’età  sua  — la  guardia  nazionale  di  Li- 
vorno — nel  1866  — questa  memoria  poneva.  » 

Casa  ove  nacque  Alfredo  Cappellini.  (Via  Vittorio 
Emanuele  N.  64)  Yi  si  legge  questa  iscrizione  det- 
tata da  F.  D.  Guerrazzi  : 

« Alfredo  Cappellini  — qui  nacque  nel  giorno  29 
di  dicembre  1828  — nella  battaglia  di  Lissa  — ca- 
pitano della  Palestro  — sdegnoso  sopravvivere  alla 
mancata  vittoria  , sò  e gli  annuenti  compagni  — 


BIBLIOTECHE 


59 

sprofondò  nel  mare  — insegnando  come  la  fortuna 
ai  magnanimi  può  tórre  il  trionfo  — non  la  morte 
dei  prodi.  — La  patria  deliberante  il  suo  muni- 
cipio — questa  memoria  gli  ha  posto  — reverente 
e dolente  — anno  1866.  » 

Casa  ove  nacque  F.  D.  Guerrazzi.  (Via  del  Mulino 
a Vento  N.  12).  Il  Municipio  vi  fece  apporre  questa 
iscrizione: 

Francesco  Domenico  Guerrazzi 
tacque 

in  questa  casa 
il  giorno  12  Agosto  1804. 


Il  Municipio  di  Livorno 
Poneva. 

BIBLIOTECHE 

Biblioteca  Labronica.  ( Via  della  Pace  N.  33  ).  È 

solo  dal  1865  che  la  Biblioteca  Labronica  ha  cosi 
onorata  stanza  nel  2°  piano  del  R.  Liceo  Niccolini. 
Ebbe  vita  dall’  Accademia  Labronica  i cui  soci 
nel  1817  statuirono  di  mettere  insieme  parte  dei 
loro  libri  per  formare  una  biblioteca  comune.  Nel 
1840  contava  già  7000  volumi,  e tre  anni  dopo,  ac- 
cresciuta ancora  fu  aperta  al  pubblico.  Aumentata 
sempre  più  per  doni  di  generosi  cittadini  ed  essendo 
troppo  grave  per  P accademia , la  spesa  del  suo 


BIBLIOTECHE 


60 

mantenimento,  nel  1852  fu  donata  al  Municipio  che 
Faccettava  con  animo  grato  assumendosi  l’obbligo 
di  mantenerla.  Aumentata  ancora  per  nuovi  doni 
di  benemeriti  cittadini  e per  la  riunione  delle  li- 
brerie dei  soppressi  ordini  religiosi  di  Livorno,  oggi 
essa  conta  ben  45*000  volumi  tra  i quali  non  pochi 
pregievolissimi  e rari  per  la  materia  e l’edizione; 
possiede  inoltre  circa  600  manoscritti1  (non  te- 
nendo conto  di  moltissime  lettere  originali  di  chiari 
personaggi)  e circa  700  tra  medaglie  e monete  di 
scarso  pregio  ma  che  pur  sono  un  utile  avviamento 
alla  formazione  di  un  medagliere.  La  Biblioteca 
Labronica  che  per  la  sua  eleganza  e il  buon  ordine 
con  cui  è tenuta  è uno  dei  più  belli  ornamenti 
della  nostra  Livorno , deve  in  gran  parte  la  sua 
vita  prosperosa  alle  amorevoli  cure  del  suo  Diret- 
tore sig.  Cav.  Eugenio  Janer,  nel  quale  non  sai  se 
più  spicchi  l’eletta  dottrina  o il  tratto  nobile  e 
gentile. 

Sta  aperta  al  pubblico  tutti  i giorni  feriali  meno 
il  mese  d’ottobre: 

Dal  3 Novembre  a tutto  Marzo  dalle  9 alle  2 la 
mattina  e dalle  6 alle  9 la  sera. 

Dal  1 Aprile  a tutto  Settembre  solo  la  mattina 
dalle  9 alle  3. 

Sulla  scala  che  alla  Biblioteca  conduce  fu  posta 
nel  1874  la  statua  di  Giuseppe  Micali  scolpita  dal 
Paganucci. 

La  sala  di  studio  contiene:  un  genio  della  musica 
di  G.  Paganucci , un  busto  del  Re,  di  Giov . Pun- 
toni, uno  a F.  D.  Guerrazzi  di  Temistocle  Guer- 


i Molti  di  Ugo  Foscolo. 


BIBLIOTECHE  6Ì 

razzi , uno  al  Foscolo  e a F.  S.  Orlandini  di  En- 
rico Pazzi , uno  al  Yivoli  ed  al  Bini,  di  Temisto- 
cle Guerrazzi . Il  Municipio  ha  poi  deliberato  di 
porvi  anche  i busti  dell’  illustre  archivista  Fran- 
cesco Bonaini,  e della  illustre  donna  Angelica  Bar- 
tolomei -Palli. 

Biblioteca  del  Seminario.  {Nel  seminario  Gavi) 
Fondata  nel  1856  per  lasciti  delle  sorelle  Michon  ; 
è assai  numerosa  e pregevole  per  molte  opere  fi- 
losofiche, di  diritto  civile , criminale  e canonico. 
Può  essere  consultata  ogni  giovedì  dalle  8 di  mat- 
tina alle  tre  pom. 

Biblioteche  Popolari.  {Una  in  via  della  Posta  N.  11 
V altra  alV  Ardenza).  Fondate  per  cura  della  So- 
cietà delle  Biblioteche  popolari  e per  doni  di  cit- 
tadini, allo  scopo  di  promuovere  l’istruzione  e la 
educazione  del  popolo  coll’agevolare  ad  esso  la  let- 
tura di  buoni  libri. 

Stanno  aperte  tutti  i giorni  festivi  dalle  9 alle 
12  della  mattina. 

Librerie  private.  La  più  notevole  tra  le  librerie 
private  era  certamente  quella  del  Gav.  M.  D’  An- 
giolo, ricca  di  16000  volumi  circa.  Disgraziatamente 
è stata  messa  in  vendita  a piccoli  lotti  e presto 
sarà  tutta  dispersa  ! Le  più  notevoli  che  riman- 
gono sono:  quella  del  Cav.  Aless.  Balzano  di  circa 
7000  volumi  notevole  specialmente  per  una  scelta 
collezione  di  classici  latini  e italiani  stampati  nel 
XVI  secolo,  e per  alcuni  manoscritti  antichi  in 
pergamena;  del  Prof.  A.  Provenzal;  del  Cavalier 
Giovanni  Papanti  notevolissima  per  la  straordi- 
naria raccolta  di  Novellieri  Italiani  ? in  prosa 


GALLERIE  PRIVATE 


62 

e per  un  numero  considerevole  di  esemplari  di- 
stinti, quasi  sempre  unici,  col  nome  del  proprie- 
tario e per  170  esemplari  in  pergamena;  del  dot- 
tor Diomede  Buonamici  interamente  formata  di 
opere  bibliografiche  e di  Biografìe;  del  Sig.  G.  Bo- 
lafìo  di  circa  4000  volumi , notevolissima  per  la 
collezione  di  poeti  Italiani  e stranieri;  del  Sig.  Giu- 
seppe Faiani  per  la  bella  collezione  di  pubblica- 
zioni livornesi  , incisioni  pregevoli  tra  le  quali 
quelle  pregevolissime  del  Longhi  e del  Morghen. 
Questo  egregio  signore  possiede  inoltre  una  sva- 
riatissima raccolta  di  monete  e medaglie  , molte 
d’oro  e d’argento,  non  poche  rare  come  quelle  delle 
repubbliche  italiane  del  medio  evo,  dei  tempi  me- 
dicei; e tra  quest’  ultime  distinguesi  la  serie  del 
Duca  Alessandro  coniate  da  Benvenuto  Cellini. 


GALLERIE  PRIVATE 


Galleria  De  Larderei.  (Palazzo  De  Larderei). 

Sala  dei  ritratti  di  famiglia.  Lavori  del  Gordigiani 
Rapisardi ; Kassner  e Chelli  ornati  di  bellissime 
cornici,  riccamente  intagliate  e dorate,  in  special 
modo  quella  del  fu  Conte  Francesco,  squisito  la- 
voro del  Cav.  Barbetti. 

Lasciando  questa  sala  si  entra  in  una  lunga. 

Galleria,  graziosamente  ornata  di  trofei,  armi  an- 
tiche, statue  e busti  marmorei,  lavori  di  cesello, 
smalti,  terre  delle  Robbia,  bronzi,  vasellami,  mi- 


GALLERIE  PRIVATE 


63 

nerali,  mummie  ecc.,  e da  ben  settanta  quadri  an- 
tichi e moderni,  tutti  bellissimi  e chiusi  in  ele- 
ganti cornici.  Nella 

Sala  grande  oltre  a vari  busti  e statue  marmoree 
alcune  delle  quali  di  molto  pregio,  è collocata  la 
superba  collezione  di  160  quadri  quasi  tutti  antichi, 
pregevolissimi  e di  grande  valore.  In  special  modo 
sono  da  notarsi  la  Lena  di  Annibaie  Caracci ; un 
miracolo  di  S.  Antonio  del  Tiziano  ; S.  Giovanni 
nel  deserto  del  Murillo  ; la  Sacra  Famiglia  del  Si- 
gnor elli;  tre  teste  di  A.  Caracci ; un  bozzetto  di 
Paolo  Veronese  ; la  Sacra  Famiglia  di  Alessandro 
Boticelli;  e molti  altri  delle  scuole  di  Raffaello, 
G.  Reni , S.  Rosa,  Guercino , Snyders , Spagnoletto, 
Fiamminga , veneziana  ecc.  Il  Prof . Morelli  trescò 
le  due  lunette  della  sala. 

Sala  da  ballo.  Nel  soffitto  di  questa  elegantis- 
sima sala  tutta  messa  a bassirilievi,  specchi  e do- 
rature, vi  dipinse  con  molta  grazia  il  Barilli.  Nel 

Salotto  turchino  si  trovano  nove  quadri  di  deco- 
razione e nel  Salotto  giallo  undici  tavole  in  campo 
d’  oro , tra  le  quali  il  Presepio  del  Ghirlandaio  e 
il  giudizio  universale  dell’  Orgagna.  Nel  salotto 
rosso  sono  ventidue  bei  quadri;  in  quello  celeste 
parecchi  altri  di  qualche  pregio  e nel  salotto  ter- 
reno altri  ventidue  di  diverse  scuole.  La  ricca 

Cappella  ha  trentanove  quadri,  tutti  antichi  quasi 
tutti  di  grandissimo  pregio  ; ve  ne  ha  del  Ghir- 
landaio, di  Andrea  Bel  Castagno , del  Boticelli , del 
Lippi , di  T.  Gaddi , di  Benozzo  Gozzoli , di  Star - 
nina , di  Giotto , dell’  Orgagna  e d’altri.  Nel  cortile 
a terreno  sono  posti  in  bell’ordine  diciotto  modelli 


64  MUSEI  PRIVATI 

di  altrettante  statue  erette  ai  grandi  Italiani  in 

Firenze  sotto  le  Gallerie  degli  Uffizi. 

Avendo  parlato  a pag.  5 2 dei  pochi  quadri  che 
si  trovano  nel  Palazzo  ex-reale , destinati,  come 
sembra,  a dare  avviamento  alla  formazione  di  una 
Galleria  Comunale,  non  ci  resta  che  far  avvisato 
il  lettore  della  bella  collezione  di  quadri  alcuni  dei 
quali  di  egregi  artisti,  posseduta  dai  Signori  fra- 
telli Marubini  nella  lor  casa  posta  in  via  S.  Giulia 
Numero  2 . 


MUSEI  PRIVATI 

Il  bellissimo  Museo  di  Stora  Naturale  del  Signor 
Cav.  Federico  Castelli  (Via  del  Casone  N.  9)  visi- 
tato e giustamente  encomiato  da  alcuni  illustri  na- 
turalisti italiani  e stranieri,  è il  meglio  ordinato 
e il  più  numeroso  di  tutti.  Le  collezioni  più  note- 
voli sono:  I.  Quella  numerosissima  e ricchissima 
dei  Fossili  che  comprende:  mammiferi,  conchiglie, 
pesci  del  Libano  e del  Monte  Balca  , Ammoniti 
italiani  e stranieri,  Echimidi,  Polipari,  Foramini- 
feri , (con  un  esemplare  dell’  eozoon  canadense ). 
Piante , tra  le  quali  molte  rarissime  e Legni  di 
vari  paesi.  IL  Delle  Conchiglie  viventi  di  ogni  spe- 
cie; in  questa  collezione  tutte  le  specie  ed  i ge- 
neri sono  rappresentati.  III.  Dei  Marmi , con  300 
esemplari  lustrati,  alcuni  dei  quali  bellissimi  e rari. 
IV.  Delle  Rocce.  Y.  Dei  Minerali,  (bella  collezione 
di  saggi  mineralogici  di  vari  paesi).  VI.  Dei  Rettili; 
assai  numerosa  contenente  esemplari  non  pochi  di 
molto  pregio.  VII.  Degli  Uccelli,  formata  in  gran 


LIBRARY 
OF  THE 

UNIVERSITY  OF  ILLINOIS 


MUSEI  PRIVATI  65 

parte  delle  rare  specie  d’uccelli  prese  nei  contorni 
di  Livorno.  Vili.  Dei  Corallari. 

Anche  i Signori  Giovanni  Jago,  Federigo  Appel- 
lili e Vittorio  Uzielli  posseggono  belle  collezioni 
di  conchiglie  viventi,  fossili  e corallari.  Quella  spe- 
cialmente del  Signor.  G.  Jago,  composta  quasiin- 
teramente  di  conghiglie  viventi,  può  dirsi  che  sia 
la  più  ricca  e magnifica  che  sia  in  Livorno. 

Circolo  Filologico.  ( Piazza  Cavour)  (Palazzo  Rosso 
N.  2 p.  2).  È una  istituzione  che  ha  per  scopo  di 
diffonder  lo  studio  delle  lingue  viventi  e di  rac- 
cogliere tutti  i soci  ad  utili  e dilettevoli  convegni. 
I soci  si  distinguono  : I.  In  soci  effettivi , i quali  sono 
impegnati  per  tre  anni,  pagano  una  tassa  di  en- 
tratura di  L.  10  e una  mensile  di  L.  3.  50;  godono 
di  tutti  i vantaggi  sociali.  IL  Soci  frequentatori , 
che  pagano  L.  5 per  tassa  d’  entratura  e L.  5 al 
mese;  non  hanno  diritto  a cariche  ecc.  III.  Soci 
onorari . Il  Circolo  Filologico  tiene  aperta  in  que- 
st’anno sette  corsi  di  lingue  straniere  cioè  : due  di 
lingua  francese,  tre  di  lingua  inglese,  e due  di  lin- 
gua tedesca.  Le  sale  di  lettura  oltre  delle  nuove 
e più  interessanti  pubblicazioni,  sono  provviste  di 
N.  49  periodici  così  repartiti: 

8.  Riviste  Italiane. 

15.  Giornali  Italiani. 

10.  Riviste  Francesi. 

4.  Giornali  Francesi. 

6.  Riviste  Inglesi. 

2.  Giornali  Inglesi 

3.  Riviste  Tedesche. 

2.  Giornali  Tedeschi. 

Guida  di  Livorno, 


5 


66 


STABILIMENTI  DI  .BENEFICENZA 


STABILIMENTI  DI  BENEFICENZA 


Spedale  di  Livorno.  (Piazza  d’  Arme).  Ebbe  ori- 
gine fino  dal  1380  e poi  ampliato  fino  allo  stato 
attuale.  È assai  vasto  e tenuto  col  massimo  buon 
ordine  e pulizia;  è amministrato  da  una  Commise 
sione  gratuita  composta  di  otto  Consiglieri  ed  un 
Presidente.  In  questo  spedale  sono  ammessi  alla 
cura  gratuita  gli  infermi  miserabili  d’ambo  i sessi 
secondo  il  numero  dei  letti  gratuiti  di  cui  può  di- 
sporre. I malati  esterni  ricorrendo  al  Pio  Istituto 
o per  consulti  o per  medicature  , hanno  nei  modi 
e nell’ore  determinate  quanto  attendono  dalla  pub- 
blica carità  ; anche  le  medicherie  sono  gratuita- 
mente accessibili  in  qualunque  ora  del  giorno  e 
della  notte  a qualunque  persona  che  vi  accorra 
per  curarsi  ferite  o altre  riportate  lesioni.  Man- 
tiene in  media  300  infermi  fra  uomini  e donne. 
L’altare  della  capella  ha  una  bella  Pietà  di  Giu- 
seppe Bottani. 

Spedale  Militare.  ( Piazza  Guerrazzi).  Fondato 
nel  1600  circa  a spese  dell’Archiconfraternita  della 
Misericordia;  nel  1638  fu  ingrandito  col  disegno 
di  Francesco  Cantagallina , e finalmente  nel  1723  fu 
ridotto  all’ampiezza  presente.  È assai  grande  e te- 
nuto con  decenza  e pulizia  sorprendente. 

Spedale  israelitico.  (Piazza  Nuova).  Mantiene  in 
media  dodici  infermi  al  giorno. 

Ricovero  di  Mendicità.  ( Via  dei  Biseccoli).  Questo 
grandioso  e Pio  Istituto  fu  aperto  nel  1861  ed  ac- 


STABILIMENTI  DI  BENEFICENZA  67 

coglie  i poveri  d’  ambo  i sessi  inabili  al  lavoro, 
siano  essi  nati  nel  Comune  o quivi  da  sette  anni 
domiciliati;  i giovani  privi  affatto  di  sussistenza 
vi  sono  pure  ricevuti  purché  non  abbiano  più  di 
dodici  anni  o meno  di  sette  e sono  licenziati  dopo 
i venti  anni  se  femmine,  dopo  i diciotto  se  maschi; 
a benefìzio  dei  giovani  sono  le  seguenti  scuole: 
elementare  di  leggere  e scrivere,  aritmetica,  geo- 
grafìa, disegno,  musica  strumentale  e ginnastica. 
In  generale  poi  tutti  i ricoverati  (che  sono  più  di 
500)  ricevono  oltre  il  vitto,  educazione  e istruzione, 
e sono  divisi  in  quattro  sezioni  a seconda  dell’età 
applicandosi  ognuno  ad  un  arte  o ad  un  mestiere 
esistenti  nel  pio  istituto  medesimo  come  : cappel- 
laio, sarto,  calzolaio,  falegname,  fabbro,  tipografo, 
litografo,  cartolaro  , ebanista,  marmista,  scalpel- 
lino, ortolano,  giardiniere;  per  le  donne:  cucito  e 
maglia,  tessitrici  ecorallaie.  La  piazzetta  che  pre- 
cede questo  grande , pulito,  e benissimo  ammini- 
strato stabilimento,  è graziosamente  tutta  messa  a 
giardino.  È presieduto  da  una  Congregazione  Am- 
ministrativa gratuita  composta  di  un  presidente  e 
di  otto  consiglieri.  Al  Ricovero  è unito  lo 

Asilo  Infantile  Grabau,  dal  nome  del  benemerito 
Carlo  Grabau,  che  nel  1863  affinchè  con  maggior 
sollecitudine  si  compisse  questo  asilo , generosa- 
mente donava  la  bella  somma  di  25,000  lire.  Ne  fu 
architetto  Angiolo  Della  Valle . Quest"  Asilo,  prefe- 
rendo gli  orfani,  riceve  le  bambine  e i bambini  po- 
veri livornesi  dai  tre  ai  cinque  anni  e li  tiene  fino 
agli  otto;  il  Ricovero  passa  loro  una  minestra  ed 
una  porzione  di  pane.  La  bella  corte  ricoperta  di 


68  STABILIMENTI  DI  BENEFICENZA 

cristalli,  ha  un  gruppo  di  Emilio  Demi  rappresen- 
tante la  Madre  Educatrice.  Questo  gruppo  quan- 
tunque non  finito  del  tutto  pure  è considerato  per 
molto  pregevole.  Yi  si  trova  anche  il  busto  in 
marmo  di  Carlo  Grabau,  inaugurato  il  primo  Mag- 
gio 1875  ; 1’  ha  scolpito  Temistocle  Guerrazzi . Si 
leggono  intorno  quattro  iscrizioni.  Tanto  il  Rico- 
vero di  Mendicità  che  V Asilo  Grabau  si  manten- 
gono : colle  rendite  proprie,  cogli  annui  assegna- 
menti del  Municipio  e del  Monte  di  Pietà , colle 
offerte  private  e col  terzo  del  guadagno  dei  ri- 
coverati. 

Casa  pia  delle  povere  mendicanti.  (Via  degli  Scali 
dei  Bottini  dell’Olio,  N.  6)  Istituita  fino  dal  1682 
ma  è solo  dal  1717  che  occupa  P edifìzio  presente  ; 
in  essa  sono  ricoverate  le  fanciulle  mendicanti  nate 
nel  comune  e le  orfane  di  uno  o di  tutti  e due  i 
genitori  ; sono  circa  150  e imparano  sotto  la  dire- 
zione delle  suore  di  Carità,  leggere,  scrivere,  arit- 
metica , grammatica  italiana  ed  anche  francese, 
storia,  geografìa.  Si  applicano  ai  mestieri  di  cu- 
citrici in  lavori  ordinari  e finissimi,  sarte,  fioriste 
ricamatrici  in  seta  ed  anche  in  oro  e eorallaie  ; 
ricevono  vitto  e vestito  e vengono  licenziate  dopo 
i venti  anni.  In  una  stanza  vicino  all’  ingresso  è 
un  marmo  in  cui  sono  scolpiti  i nomi  dei  più  in- 
signi benefattori  di  quella  casa.  Nell’unita  chiesetta 
chiamata  del  luogo  pio  che  ha  appunto  l’ingresso 
pel  pubblico  nella  Piazza  di  questo  nome  , v’  è in 
alto  una  galleria  munita  di  grate  che  la  mette  in 
comunicazione  colla  pia  casa. 

Kefugio.  (Via  degli  Scali  del  Refugio  N*  2)  Il 


STABILIMENTI  DI  BENEFICENZA  69 

Marchese  Carlo  Ginori  e i primi  negozianti  di  Li- 
vorno desiderando  che  anche  i ragazzi  poveri,  ab- 
bandonati ed  orfani  avessero  un  ricovero,  nel  1757 
fondarono  il  presente  Refugio,  affidandone  la  cura 
all"  amministrazione  della  Pia  Casa  delle  femmine. 
Per  comodo  dei  ricoverati  nel  1871  vi  furono  aperte 
varie  officine  che  presero  il  nome  di  Istituto  pro- 
fessionale Aristide  Castelli  dal  nome  del  beneme- 
rito signore  che  generosamente  donava  L.  60,000  ; 
quivi  i 60  fanciulli  ricoverati  vengono  instruiti  in 
varie  arti  secondo  la  loro  scelta.  Possiede  anche 
una  scuola  elementare  , una  di  disegno  e una  di 
musica  corale  e strumentale.  Le  due  Case  Pie  riu- 
nite delle  Povere  Mendicanti  e del  Refugio , sono 
presiedute  da  una  Congregazione  gratuita  composta 
di  dodici  governatori.  Questi  due  belli  e grandi 
stabilimenti  che  meritano  di  essere  visitati  dal  fo- 
restiero , da  principio  furono  mantenuti  dalla  ca- 
rità dei  cittadini,  oggi  si  mantengono  colle  rendite 
proprie  , colle  elemosine , lasciati , e col  prodotto 
del  lavoro  dei  ricoverati. 

Pie  scuole  israelitiche  (Via  dei  Fanciulli).  Questo 
grandioso  istituto,  mantenuto  dai  correligionari  e 
destinato  alPeducazione  e istruzione  dei  poveri  fan- 
ciulli israeliti  di  ambo  i sessi , risale  al  1835,  giac- 
ché prima  di  quell’  epoca  non  avevano  che  una 
semplice  scuola  elementare  ; esso  contiene  ven- 
tuna  scuole,  ed  è diviso  in  due  parti  : la  prima  in 
Asili  Infantili  e scuole  di  mutuo  insegnamento,  la 
seconda  in  scuole  superiori  ove  si  ammettono  quei 
giovani  che  bramano  continuare  gli  studi,  con  l’in- 
tento di  avviarsi  alle  professioni  più  utilmente  eser 


70  STABILIMENTI  DI  BENEFICENZA 

citate.  Gli  alunni  di  questo  pio  istituto  sono  circa 
400;  quelli  degli  Asili  ricevono  anche  una  zuppa. 
È amministrato  e retto  da  una  Deputazione  com- 
posta di  quattro  membri  : Presidente,  Provveditore 
Cassiere  e Segretario. 

Asili  infantili  di  Carità.  Ve  ne  sono  sette  situati 
in  vari  centri  della  città  con  circa  1250  alunni  in 
tutti.  In  questi  asili  sussidiati  in  parte  dal  Go- 
verno, dal  Municipio  e dalla  carità  dei  cittadini, 
sono  ricevuti  i bambini  a tre  anni  e tenuti  fino 
agli  otto  ; vi  ricevono  Distruzione  rudimentale  ci- 
vile e religiosa  ed  il  vitto. 

Seminario  Gavi.  Questo  bello  stabilimento  venne 
eretto  nel  1851  ed  a spese  del  fu  Girolamo  Gavi 
vescovo  di  Livorno. 

Archiconfraternita  della  Misericordia.  ( Via  Vittorio 
Emanuele ).  Questa  caritatevole  società  fu  fondata 
ed  aggregata  a quella  di  S.  Maria  di  Firenze  Panno 
1595.  Ha  per  istituto  di  trasportare  allo  spedale  i 
feriti  per  improvviso  infortunio,  i malati  che  non 
possono  restare  nelle  loro  case,  e i morti.  Assiste 
anche  i malati  in  casa  e si  adopera  insomma  a 
tutte  le  opere  di  carità.  Servigi  inapprezzabili  ha 
reso  nelle  invasioni  coleriche  del  1835  e del  1837 
col  trasporto  dei  malati  e dei  morti,  e col  sussi- 
diare i poveri;  altre  prove  d'abnegazione  e zelo 
mostrò  in  tutte  le  altre  sventure  che  afflissero  la 
nostra  città,  operando  sempre  per  solo  spirito  di 
paterna  carità  verso  gli  sventurati. 


Istituto  di  S.  Maria  Maddalena.  Questo  educandato 
femminile  che  è unito  alla  Chiesa  di  SS.  Pietro  e 


STABILIMENTI  DI  BENEFICENZA  71 

Paolo,  fu  istituito  nel  1836  e contiene  circa  qua- 
ranta convittrici!;  vi  sono  scuole  per  le  povere  cui 
vien  dato  anche  il  vitto  e scuole  per  le  signorine 
che  pagano  ; in  tutto  circa  500  alunne.  È da  no- 
tarsi il  modello  del  gruppo  la  Carità  di  Lorenzo 
B artolini. 

Asili  Rurali  per  l’infanzia.  Sono  retti  da  un  Comi- 
tato locale  affigliato  a quello  centrale  di  Firenze 
per  V associazione  nazionale  della  fondazione  di 
Asili  Rurali  per  V Infanzia.  Il  12  Luglio  1868  si 
apriva  |un  primo  Asilo  nel  sobborgo  fuori  della 
Porta  alle  Colline,  e fu  intitolato  Asilo  Infantile 
Matteucci  in  memoria  dello  Illustre  scienziato  , 
morto  in  quel  tempo  a Livorno,  e già  Presidente 
del  Comitato  Centrale  di  questa  benemerita  asso- 
ciazione. 

Società  di  soccorso  agli  asfittici.  A cura  del  Dot- 
tor Cav.  Giacomo  Ancona  si  fondò  nel  1871  questa 
società  la  quale  ha  già  aperto  due  asili  corredati 
di  quanto  occorre  a fine  di  richiamare  alla  vita 
gli  asfìttici  per  annegazione  o per  qualunque  altra 
causa.  Uno  di  questi  benefìci  asili  è nel  Lazzeretto 
S.  Jacopo,  F altro  alPUfficio  della  Sanità. 

Cassa  di  risparmi.  ( Via  del  Fante  N.  9 stabile  pro- 
prio) Istituita  nel  1835  per  cura  di  cento  venti  be- 
nemeriti cittadini  allo  scopo  di  ricevere  e render 
fruttiferi  i risparmi  delle  classi  meno  agiate  della 
popolazione  ; è affigliata  alla  Cassa  centrale  di  Fi- 
renze e riceve  come  minor  deposito  centesimi  dieci 
come  maggiore  L.  1400  (che  formano  quanto  può 
contenere  un  libretto  di  credito)  corrispondendo 
ai  depositanti  il  4 1/2  per  cento  libero  da  ogni  tassa. 


TEATRI 


72 

A fme  d'anno  il  frutto  non  riscosso  si  capitalizza 
e diviene  anch'  esso  fruttifero. 

Questa  cassa  è aperta  a ricevere  i depositi  tutte 
le  Domeniche  dalle  9 alle  2 di  mattina  e per  le  re- 
stituzioni tutti  i Sabati  dalle  10  ant.  alla  1 pom. 
È diretta  da  un  Consiglio  Amministrativo  compo- 
sto di  otto  membri  oltre  il  Presidente  ed  il  Segreta- 
rio; vi  sono  inoltre  24  Deputati  pel  turno  d’ispezione 
delle  Domeniche.  Le  loro  funzioni  sono  gratuite. 

Monte  di  Pietà.  (Via  Borra  N.  4).  Questo  uffizio 
di  prestito  a pegno  stabilito  in  Livorno  nell'anno 
1625  è amministrato  in  ordine  al  Decreto  Reale 
del  23  Ottobre  1864  da  una  commissione  Collegiale 
gratuita  composta  di  un  Presidente  e due  Consi- 
glieri da  nominarsi  dal  Consiglio  Comunale.  L'in- 
teresse è del  6 O/o  ed  ogni  prestito  non  può  esser 
maggiore  di  L.  299. 

Scuola  gratuita  di  strumenti  a corda.  ( Nel  R.  Teatro 
Goldoni).  È mantenuta  interamente  dal  Signor  Ca- 
valier  Rodolfo  Schwartz;  il  Prof.  Favilli  ne  è di- 
rettore, e circa  20  giovani  ne  profittano. 

Congregazione  di  Carità.  (Via  Bel  Fante).  Mante- 
nuta quasi  interamente  dal  Comune  che  vi  spende 
circa  60,000  lire  l'anno  tra  sussidi  mensili  e stra- 
ordinari alle  famiglie  indigenti  e baliatici.  È di- 
retta da  un  Consiglio  Amministrativo  composto  di 
un  Presidente  e sei  Deputati. 

TEATRI 


Dei  Floridi.  (Via  S.  Marco  N.  2)  Edificato  nel  1803 
col  disegno  di  S.  Piccioli.  Appartiene  all' Accade- 


TEATRI 


73 

mia  dei  Floridi.  Questo  teatro  lia  un  portico  sos- 
stenuto  da  pilastri  e colonne  d'  ordine  ionico  che 
mette  nel  vestibolo  principale  per  il  quale  si  va 
alla  platea.  Le  pitture  del  soffitto  del  sipario  e 
dell'esterno  dei  palchi  sono  di  Luigi  Ademollo  ar- 
tista di  grande  immaginazione  e prontezza.  Ha  136 
palchi  distribuiti  in  cinque  ordini,  ed  è tra  i più 
belli  e armoniosi  d’Italia.  Le  pitture  che  sono  nella 
maggior  sala  delT  unito  Casino  dei  Floridi,  sono 
egualmente  dell’ Ademollo . 

Degli  Avvalorati  {Via  degli  Avvalorati ).  Aperto  il 
1 aprile  1782  ed  appartiene  all’  Accademia  degli 
Avvalorati.  Ha  126  palchi  distribuiti  in  5 ordini; 
graziosi  fregi  in  cartapesta  lo  adornano;  nel  sof- 
fitto sono  dipinti  i principali  maestri  di  musica  e 
compositori  drammatici;  il  sipario  fu  colorito  da 
G.  Buonsignori. 

Goldoni  {Piazza  Goldoni ).  Questo  teatro  tutto  co- 
perto di  cristalli  per  servire  di  giorno  e di  notte 
a somiglianza  di  quelli  di  Venezia  e di  Trieste,  è 
uno  dei  più  belli  e grandiosi  d’Italia.  Ne  fu  ar- 
chitetto G.  Cappellini.  Per  due  ampi  vestiboli  pre- 
ceduti da  un  magnifico  portico  di  sette  archi  si  va 
alla  platea  grande  quanto  quella  del  teatro  la  Scala 
di  Milano.  Sonvi  115  palchi  distribuiti  in  4 ordini, 
e sopra  una  comoda  loggia.  Gli  ornati  del  para- 
petto sono  dei  FF.  Medici  di  Milano.  Ha  bisogno  di 
un  generale  restauro. 

Rossini  {Via  Rossini).  Eretto  nel  1842  col  disegno 
di  Innocenzo  Gragnani ; non  è vasto  ma  molto 
grazioso  ed  elegante.  Magnifica  è la  sala  d’aspetto 
ornata  di  quattro  statuette  di  Giovanni  Dupré ; 


74  COSE  NOTEVOLI  DIVERSE 

l’interno  è tutto  messo  a scagliola  lucida  con  bas- 
sirilievi  e dorature  ; ha  130  palchi  in  cinque  or- 
dini distribuiti,  dietro  i quali  sono  altrettante  stan- 
zette ; il  sipario  fu  colorito  da  G.  Piatti , le  altre 
pitture  sono  di  C.  Caiani  e gli  ornati  di  L . Bale- 
stra. Appartiene  all’accademia  dei  Fulgidi. 

Teatro  Gherardi  Del  Testa.  (Via  Strozzi ).  Questo 
piccolo  ma  elegante  teatro  serve  di  residenza  al- 
l’Accademia  Filodrammatica  dei  Nascenti. 

Arene  e teatri  particolari.  Oltre  le  due  Arene  : Al- 
fieri e Labronica,  vi  sono  in  Livorno  vari  teatrini 
particolari  dove,  una  volta  al  mese  , danno  degli 
esperimenti  varie  società  Filodrammatiche. 


COSE  NOTEVOLI  DIVERSE 

Monumento  a Ferdinando  I.  detto  dei  quattro 
Mori.  ( Piazza  del  Cantiere).  Questo  belissimo  mo- 
numento fu  eretto  sotto  Cosimo  II;  il  29  maggio 
1617  fu  posta  sul  suo  piedestallo  la  statua,  e sei 
anni  dopo  misero  ai  piedi  della  medesima  i trofei 
militari  ; il  10  maggio  1623  posero  le  prime  due  e 
più  eccellenti  statue  davanti  e nel  1625  le  altre 
due.  La  statua  colossale  rappresentante  Ferdi- 
nando I è opera  mediocre  di  Giovanni  Bandini  di 
Firenze  e le  quattro  pregevolissime  dei  quattro  co- 
lossi schiavi,  esprimenti  quattro  differenti  età  della 
vita,  furono  fuse  da  Pietro  Tacca  allievo  di  Gio- 
van  Bologna ; i trofei  militari  ai  piedi  della  statua 
(andati  disgraziatamente  perduii),  furono  fusi  da 


COSE  NOTEVOLI  DIVERSE  75 

Taddeo  di  Michele  scolare  di  Pietro  Tacca . Questo 
stupendo  gruppo  dei  quattro  mori,  studiato  da  molti 
artisti  ed  assai  danneggiato  dal  tempo,  trovasi  al 
presente  in  un  luogo  impraticabile  e indecentis- 
simo, da  far  veramente  vergogna  alla  città  nostra. 
Per  esser  così  danneggiato  ha  bisogno  di  un  ge- 
nerale restauro  , e occorrerebbe  che  il  Municipio 
nostro  si  risolvesse  a porlo  in  altra  più  degna  lo- 
calità, o a render  più  decente  quella  nella  quale 
ora  si  trova. 

Cisternone.  (Piazza  del  Cisternone).  Questo  gran- 
dioso edilìzio,  forse  unico  nel  suo  genere,  fu  eretto 
nel  1842  col  disegno  delPArchitetto  Pasquale  Poc - 
danti  allo  scopo  di  dotare  Livorno  di  perenni 
acque  potabili,  le  quali  guidate  da  cento  condotti 
e traversate  da  filtri  purificatori,  di  là  si  diffondono 
per  la  città.  La  superba-  facciata  è adorna  di  un 
peristilio  di  otto  colonne  d’ordine  dorico  vero  mo- 
dello di  architettura;  sovrasta  una  grande  nicchia 
ornata  a cassette,  ai  lati  della  quale  dovevano  es- 
ser poste  due  statue  di  marmo.  Varcato  l’ingresso 
s’entra  in  un  atrio  semicircolare  ove  sono  alcuni 
modelli  di  gesso  di  alcune  divinità  pagane,  i quali 
pure  dovevano  esser  fatti  in  marmo.  A sinistra  è una 
stanza  ove  sbocca  con  impeto  P acqua  che  per  il 
Cisternino  di  Pian  di  Rota  viene  da  Colognole  ; di- 
nanzi alla  porta  centrale  dell’atrio  si  estende  il  gi- 
gantesco salone  diviso  in  quadruplice  fila  di  pila- 
stri sorreggenti  la  volta,  e tutto  pieno  di  limpi- 
dissima acqua.  Questa  grande  cisterna  che  contiene 
1066  metri  cubi  d’acqua  la  quale  ci  si  può  alzare 
metri  sei,  è opera  (dice  un  illustre  scrittore)  degna 


76  COSE  NOTEVOLI  DIVERSE 

di  star  a fronte  di  quelle  (n’  erano  maestri  i Ro- 
mani) che  dopo  il  volger  di  venti,  di  trenta  secoli 
colpiscono  di  stupore  il  postero  in  riva  al  Tevere 
od  appiè  del  Vesuvio.  Nel  fondo  della  Cisterna  e 
sopra  le  tre  porte  si  leggono  altrettante  iscrizioni 
latine  che  accennano  la  storia  della  costruzione 
degli  Acquedotti  e la  erezione  di  questa  vasta  ci- 
sterna. Sotto  1’  atrio  sono  i canali  che  conducono 
l’acqua  al 

Cisternino,  ( Via  Viti.  Emanuele)  il  quale  non  è 
altro  che  una  minor  conserva  d’  acqua  per  esser 
spinta  con  più  forza  alle  fonti  della  città.  Lo  eresse 
egualmente  il  Poccianti  ma  non  fu  del  tutto  finito. 

Tempio  israelitico.  ( Via  del  Tempio ).  È dopo  quello 
di  Amsterdam  il  più  bello  e il  più  grande  d'Eu- 
ropa. Sussiste  fino  dal  1581  e solo  dal  1603  ingran- 
dito e abbellito  come  oggi  si  osserva;  la  sua  forma 
interna  è quadrilatera  e da  tre  parti  è ornata  di 
porticati  a tre  ordini  sostenuti  da  colonne  d’ordine 
dorico  e pilastri  di  marmo  ; le  due  gallerie  supe- 
riori munite  di  grate  servono  per  le  donne.  Quasi 
nel  centro  v’è  eretto  un  palco  a guisa  di  coretto, 
guarnito  di  finissimi  marmi  con  graziosa  balau- 
strata di  marmo  e doppia  scaletta;  la  tribuna  di 
faccia  circondata  da  14  lampade  d’argento  e ricca 
di  marmi  e colonne  con  balaustro  attorno,  è una 
specie  di  Santuario  giacché  in  questa  e nei  due  la- 
terali armadi  si  conservano  molti  esemplari  anche 
antichissimi,  del  Vecchio  Testamento,  alcuni  dei 
quali  in  pergamena,  ricoperti  di  drappi  superba- 
mente ricamati  in  oro,  ed  avvolti  in  cerchi  o co- 
rone di  metalli  preziosi,  ricchi  di  squisiti  lavori. 


COSE  NOTEVOLI  DIVERSE  77 

Nelle  solennità  di  feste  israelitiche  questo  Tempio 
viene  così  sfarzosamente  illuminato  a cera  e così 
riccamente  addobbato  da  farne  una  meraviglia. 

Bottini  dell’Olio.  (Via  degli  Scali  del  Bottino  del- 
l’Olio),  Questo  vasto  edilìzio  unico  nel  suo  genere 
coperto  a volta  reale  sostenuto  datrentadue  grossi 
pilastri,  fu  edificato  nel  1705,  ampliato  nel  1713 
col  disegno  dell’  Architetto  Antonio  Foggini.  Ha 
304  bottini  o conserve  fasciate  di  lavagna  che  con- 
tengono oltre  24000  barili  d’  olio  (più  di  8000  et- 
tolitri) ; ogni  conserva  indica  il  numero  dei  barili 
di  cui  è capace;  ce  ne  sono  per  le  varie  qualità  e 
vi  ha  pure  un  laboratorio  per  depurarlo.  Fu  fatto 
per  comodità  dei  mercanti  d’olio,  i quali  possono 
ivi  depositare  colla  maggior  sicurezza  e fiducia 
tale  ricca  derrata  e ritenervela  quanto  loro  piace 
mercè  la  tenue  retribuzione  di  cinquanta  cente- 
simi il  quintale  ogni  tre  mesi. 

Cantiere  Navale,  e dei  lavori  marittimi.  È com- 
preso in  una  parte  dell’antico  lazzeretto  S.  Rocco 
e posseduto  dai  signori  Fratelli  Orlando.  Il  bacino 
di  carenaggio  è lungo  metri  104,  largo  metri  22  e 
si  vuota  con  quattro  pompe  a vapore  in  meno  di 
sei  ore  ; i due  scali  d’  alaggio  a rotaie  in  ferro, 
servono  a tirare  a terra  con  quattro  presse  idrau- 
liche ciascuno , bastimenti  di  1500  tonnellate  in 
tre  ore.  Lo  scalo  murato  per  le  grandi  costruzioni 
nel  quale  si  fece  la  fregata  Conte  Verde  e ultima- 
mente il  magnifico  bastimento  in  ferro  nominato 
Enna  della  Società  la  Trinacria,  ha  1’  ingresso  in 
Piazza  Mazzini.  Questo  grande  cantiere  che  è il 
primo  in  Italia  per  le  costruzioni  navali  in  ferro 


COSE  NOTEVOLI  DIVERSE 


78 

e per  le  grandi  riparazioni  è fornito  di  tutte  le 
necessarie  officine  ; sonovi  1000  metri  di  ferrovia 
per  facilitare  il  trasporto  dei  materiali  ; la  sua  to- 
tale superficie  compresa  la  darsena  di  metri  qua- 
drati 41,238  è di  metri  qu.  103,408. 

Fanale.  Dista  dal  Molo  Mediceo  300  metri  circa. 
Fu  edificato  dai  Pisani  nel  1303  dopo  P abbattimento 
di  quello  della  Meloria  perchè  servisse  al  Porto 
Pisano  ed  a Livorno.  Questo  monumento  insigne 
della  pisana  potenza  che  sfida  da  circa  sei  secoli 
le  ire  e le  tempeste  del  mare,  è alto  metri  52,  nove 
dei  quali  sono  occupate  della  grande  lanterna  il- 
luminata a eclissi  lenticolari  secondo  il  sistema  di 
Fresnel.  È formato  di  due  torri  merlate  una  so- 
vrapposte all’  altra  con  base  a cono  tronco,  ed  è 
stato  celebrato  come  una  delle  più  belle  torri  del 
mondo.  All’intorno  della  sua  base  sono  vari  ma- 
gazzini che  formano  come  una  piattaforma  all’in- 
torno perchè  al  disopra  sono  praticabili  come  una 
terrazza  ; da  due  lati  è munito  di  due  bracci  di 
grosso  muro  sporgenti  in  mare,  difesi  da  scogliera. 

Ai  piedi  del  Fanale,  nella  stagione  estiva,  viene 
eretto  uno  stabilimento  bàlneario  abbastanza  co- 
modo ed  elegante  chiamato  Bagni  Elvira.  Con  soli 
cinquanta  centesimi  si  ha  una  baracca  che  può 
contenere  anche  cinque  persone. 

Marzocco.  ( Fuori  della  Torta  S.  Marco  presso 
l’antico  Porto  Pisano ).  Questa  superba  torre  fa- 
sciata di  marmo  bianco  fu  edificata  nel  1423  dalla 
Fiorentina  Repubblica;  la  sua  forma  è ottagona  e 
le  sue  faccie  son  volte  agli  otto  principali  venti 
dei  quali , in  alto , porta  scritto  i nomi  ; è alta 


COSE  NOTEVOLI  DIVERSE  79 

metri  53,7  e porta  scolpite  quattro  armi  relative 
a Firenze:  il  Giglio  della  città;  la  Croce  del  po- 
polo , il  Leone  della  Repubblica , e V Acquila  del 
partito  Guelfo.  È formata  di  sei  ripiani  ed  un  bal- 
latoio di  figura  ottagona  ; nella  sua  sommità  è 
munita  di  un  bellissimo  fregio  e cornicione  di 
marmo,  ed  in  cima  al  cuspide  nella  sua  fondazione 
vi  esisteva  un  Leone  di  bronzo  a guisa  di  bande- 
ruola, dal  quale  prese  nome  di  Marzocco.  Dalla 
parte  di  mare  nel  1534  fu  costruito  quel  bastione 
che  anche  ora  si  vede  e che  conteneva  un  arma- 
mento di  Artiglieria.  In  questa  torre  si  osservano 
riunite  solidità  e bellezza,  poiché  quantunque  conti 
oltre  quattro  secoli  e mezzo,  sembra  come  se  da 
poco  fosse  fabbricata;  è infine  una  delle  più  grandi 
opere  che  siensi  innalzate  sul  mare  dalla  Fiorentina 
Repubblica.  I resti  delle  torri  prossime  al  Marzocco, 
appartengono  a quelle  dell’antico  porto  pisano. 

Fortezza  vecchia.  Prima  che  Livorno  venisse  cir- 
condato di  mura,  i Pisani  fabbricarono,  accanto  ad 
una  vecchia  torre  attribuita  alla  Contessa  Matilde, 
un  solido  fortilizio  e lo  chiamarono  Rócca  Nuova  ; 
nel  1512  i fiorentini  ordinarono  che  questa  Rócca 
fosse  ingrandita  e ridotta  ad  ampia  fortezza.  Ne 
fece  il  disegno  l’Architetto  Antonio  da  S.  Gallo; 
il  duca  Alessandro  la  condusse  a termine  e Co- 
simo I vi  edificò  il  propio  palazzo  ora  ridotto  a 
caserma.  In  una  vasta  sala  rotonda  della  torre,  si 
possono  ancora  vedere  le  armi  di  alcuni  castel- 
lani. Intorno  alla  Fortezza  furon  posti  parecchi 
mascheroni  con  campanelle,  fusi  dal  celebre  Pietro 
Taccaf,  i quali  sono  stati  in  gran  parte  rubati. 


80 


COSE  NOTEVOLI  DIVERSE 


Fortezza  nuova.  Così  chiamata  per  distinguerla 
dalla  vecchia.  Se  ne  attribuisce  il  disegno  a D.  Gio- 
vanni Medici  fratello  di  Ferdinando  I assistito  da 
V.  Buonanni  e B.  Buontalenti ; fu  eretta  nel  1590 
in  soli  cinque  mesi  quantunque  fosse  il  doppio  più 
vasta  di  quella  esistente.  Dopo  che  rimase  inclusa 
nella  cinta  finanziaria,  venne  affatto  disarmata  e 
serve  solamente  agli  alloggi  ed  esercizi  dei  mi- 
litari. 

Le  due  darsene.  La  Darsena  che  è più  vicina  alla 
fortezza  fu  l’antico  porto  di  Livorno  antico,  l’altra 
fu  scavata  sotto  Ferdinando  I nel  1591,  e nel  breve 
spazio  di  soli  cinque  giorni. 

Dogana  dell’Acqua.  Questa  fabbrica  grandiosa  di 
macigno  è basata  sopra  un  ponte  a tre  archi  per 
l’entrata  e Fuscita  delle  barche,  in  mezzo  ad  una 
vasta  darsena  che  si  divide  in  interna  ed  esterna; 
questa  darsena  serve  di  stazione  ai  navicelli  e bar- 
che, le  quali  mediante  il  fosso  dei  navicelli  face- 
vano un  attivo  commercio  con  Pisa  e Firenze  prima 
che  esistessero  le  strade  ferrate  ed  anche  avanti 
che  Livorno  cessasse  di  esser  Porto- franco.  Fu  eretta 
nel  1841  col  disegno  dell’  Architetto  Carlo  Reis- 
Jiammer. 

Giardino  Pubblico.  ( Via  degli  Acquedotti ).  Questo 
grande  e grazioso  giardino  fu  fatto  nel  1854  ed  è 
tenuto  parte  a bosco  , parte  a giardino  con  vari 
disegni  ed  ornamenti  graziosissimi  ; ha  vasca  e 
grotta  con  acqua  potabile  del  vicino  Cisternone  ; 
chiusi  per  quadrupedi  e volatili,  sedili  e statue.  È 
molto  frequentato,  e vi  si  gode  abbastanza  quiete 
aria  pura  e salubre.  Nell’estate,  la  domenica  vi 


COSE  NOTEVOLI  DIVERSE  8l 

suona  la  musica  Militare.  In  questa  medesima  Via 
dei  Condotti  è posta  l’Arena  Alfieri  e il 

Panificio  Militare.  In  questo  grande  e recentis- 
simo fabbricato  sono  costruiti  quattro  grandi  forni 
a volta,  di  mattoni;  spaziosi  magazzini  che  possono 
contenere  alcune  migliaia  di  Ettolitri  di  grano  e 
i quartieri  per  gli  impiegati. 

Piaggione  dei  Grani.  ( Via  degli  Scali  del  Piaggione) 
Cosimo  III  lo  fece  costruire  per  scavarvi  molte 
buche  atte  alla  custodia  del  grano;  ne  fu  archi- 
tetto Luigi  Bettarini  il  quale  edificò  pure  il  ponte 
a tre  archi  detto  del  Piaggione.  Nel  secolo  scorso 
si  contavano  in  Livorno  più  di  500  buche,  capaci 
di  contenere  circa  220,000  ettolitri  di  grano. 

Borsa  di  Commercio.  ( Piazza  d’ Armi).  Posta  pre- 
cisamente ove  fu  l’antica  dogana  e dopo  la  Teso- 
reria provinciale.  Questa  bella  fabbrica  venne  eretta 
nel  1646  col  disegno  di  Annibaie  Cecchin  la  sua 
facciata  è ornata  di  un  bel  portico  a tre  archi  sor- 
retto da  pilastri  a bozze  di  pietra  serena , chiuso 
da  bella  cancellata  di  ferro  fuso  e guarnita  ester- 
namente di  una  ringhiera  con  colonnini  ben  lavo- 
rati pure  di  ferro  fuso. 

Gazometro.  ( Via  del  Gazometro).  Edificato  nel  1846 
dall’  ingegnere  Eugenio  Du  Plessis  per  conto  di 
una  società  francese  colla  quale  il  Comune  aveva 
stretto  contratto  per  la  illuminazione  a Gaz  della 
Città.  Oggi  è del  signor  Giovanni  Stears  Burnet. 


Guida  di  Livorno . 


e 


PASSEGGIATE  E CONTORNI 


GITA  MOGI  DELLA  BARRIERA  MAREMMANA. 


Passata  appena  la  Barriera  a sinistra  trovasi  la 
grandiosa 

Villa  Fabbricotti  ampliata  ed  abbellita  col  disegno 
dell’ Architetto  Micheli . Questa  villa  che  può  dirsi 
principesca,  fabbricata  ed  ora  abbellita  con  gusto 
squisito,  è ricca  di  marmi  e di  pitture.  Passato  di 
poco  il  sobborgo,  incontrasi  a dritta  l’oratorio  de- 
dicato a 

S.  Michele.  Eretto  nel  1703,  ha  una  cupoletta  a 
scaglie  con  sopra  la  statua  dell’  Arcangiolo.  Poco 
innanzi  a sinistra  si  trova  il 

Cimitero  della  Purificazione  e quello  della  Miseri- 
cordia. Il  primo  appartiene  alla  Compagnia  dei  Ca- 
tecumeni; fu  finito  nel  1859  ed  ha  poco  di  rimar- 
chevole. L’altro  appartiene  alla  Archiconfraternita 
della  Misericordia  e fu  finito  nel  1843  ; lo  stemma 
e i due  scheletri  umani  sopra  il  cancello  sono  opera 
lodata  dei  fonditori  Benini  e Michelangiolo  di  Fi- 
renze: sei  elevate  celle  mortuarie  decorano  gli  an- 
goli del  loggiato  a pilastri;  sotto  questo  e spe- 
cialmente nelle  celle  sono  le  sepolture  distinte  con 


PASSEGGIATE  E CONTORNI  83 

statue,  busti  e bassirilievi  alcuni  dei  quali  assai 
pregevoli.  Andando  oltre,  trovasi  il  grosso  villaggio 

Ardenza  posto  a due  miglia  da  Livorno.  Ha  preso 
il  nome  dal  fìumicello  Ardenza  che  gli  scorre  ac- 
canto. Non  lungi  di  qui  era  la  Pieve  di  S.  Paolo 
di  Villa  Magna  , della  quale  si  trovano  memorie 
néll’823  e nel  914;  a questa  Pieve  succedette  quella 
di  S.  Felice  d’Ardenza  col  suo  villaggio  in  cui  eb- 
bero signoria  i conti  della  Gherardesca,  i Marchesi 
di  Massa  e di  Livorno.  Oggi  è un  ameno  luogo  di 
diporto  popolato  di  graziosissime  ville.  In  una 
oscura  casetta  di  questo  ridente  villaggio  dimorò 
per  molto  tempo  il  grande  repubblicano  Giuseppe 
Mazzini.  La  chiesa  a croce  latina  fu  eretta  nel  1837. 
Passato  di  poco  il  ponte  sull’Ardenza,  si  vede,  sem- 
pre a dritta  una  cappelletta  chiamata  dal  popolo  la 

Maddonina  di  mezza  via,  perchè  posta  quasi  nel 
mezzo  tra  Livorno  e Montenero;  fu  eretta  nel  1603. 
Finalmente  dopo  aver  passato  la  piazza  ove  sos- 
tano le  vetture,  e ascesa  la  breve  ed  agevole  salita 
si  trova  il  bellissimo 

Montenero.  Questo  monte  incantevole  dove  vi  si 
respira  un  aere  balsamico,  pieno  di  ville,  di  giar- 
dini, di  fiori,  che  ha  sorprendenti  vedute  di  terra 
e di  mare,  anticamante  era  ricoperto  da  folta,  nera, 
ed  inaccesibil  boscaglia.  Oggi  che  è dilettevole  di- 
porto pei  Livornesi  e forestieri,  nel  1167  era  monte 
tenebroso  e terribile  fatto  asilo  sicuro  dei  malan- 
drini e di  bestie  selvagge.  Alcuni  romiti  abitarono 
i primi  questo  luogo  selvaggio,  e vi  presero  a cu- 
stodire un  immagine  della  Madonna  chiamata  poi 
di  Montenero,  e colle  elemosine  vi  fabbricarono  un, 


84  PASSEGGIATE  E CONTORNÌ 

oratorio.  Poco  a poco  il  monte  si  spogliò  della  sua 
naturale  orridezza,  vi  sorsero  non  poche  abitazioni 
e nel  1455  fu  edificata  la  Chiesa  che  nel  1719  col 
disegno  di  Bel  Fantasia  venne  ingrandita  quale 
ora  si  vede.  Questo  ricco  santuario  che  ha  il  sof- 
fitto di  legno  dorato,  intagliato  da  [Pietro  Giam - 
bellini  di  Pisa  è adorno  di  molti  quadri  quasi  tutti 
di  Filippo  Galletti  teatino.  Nella  tribuna  coperta 
da  calotta,  sostenuta  da  otto  colonne  di  marmo  mi- 
schio di  Seravezza , si  ammira  il  paradiso  e i 
quattro  evangelisti  opera  molto  lodata  di  Giuliano 
Traballesi  : gli  ornati  sono  di  Giuseppe  Terreni . 
Nelle  quattro  nicchie  della  croce  dovevano  esser 
collocate  le  statue  di  quattro  santi,  ma  due  sola- 
mente ne  furono  scolpite  da  Temistocle  Guerrazzi . 
L’altare  maggiore  tutto  di  marmo  bianco,  impial- 
laciato  di  verde  antico  , di  giallo  di  Siena  e di 
diaspro,  ha  il  ciborio  adorno  di  pietre  dure,  di  la- 
pislazzuli ed  altre  pietre  dure  di  gran  valore.  Ricco 
ed  elegante  è il  Tabernacolo  di  preziosi  marmi  e 
pietre  dure  con  colonne  di  verde  antico  in  cui  è 
collocata  l’antica  immagine.  Il  quadro  è dipinto 
sul  gesso,  steso  sopra  la  tela  incollata  alla  tavola  ; 
se  ne  crede  autore  Margheritone  d’ Arezzo  e ri- 
toccato e corretto  da  Luca  Signorelli.  La  corona  è 
di  pietre  dure  e lapislazzuli  tempestata.  In  sa- 
grestia si  conserva  una  tavola  marmorea  dove  fra 
gli  altri  ornamenti  e simboli  sono  scolpiti  vari 
Santi,  giudicato  buon  lavoro  del  secolo  XY  enco- 
miato da  insigni  artisti  non  escluso  il  Canova. 
Sotto  il  loggiato  di  faccia  alla  Chiesa  è sepolto 
l’illustre  livornese  Fran.  Dom.  Guerrazzi.  Monte- 
nero è distante  da  Livorno  Chilometri  8 circa;  ha 


PASSEGGIATE  E CONTORNI  85 

scuole  comunali  , banda  musicale  ed  un  piccolo 
teatro.  Ai  piedi  della  salita  di  Montenero  si  trova 
una  strada,  la  quale  in  mezzo  a casini,  giardini  e 
ville  conduce  ad 

Antignano,  villaggio  amenissimo  situato  sul  mare. 
Il  fortilizio  fu  fatto  fabbricare  da  Cosimo  I col  di- 
segno di  Raffaello  Guerrazzi  per  proteggerlo  dai 
ladri  di  mare;  in  seguito  fuvvi  costruito  un  for- 
tino dalla  parte  di  mare  per  collocarvi  i cannoni. 
La  chiesa  parrocchiale  eretta  nel  1370  sta  dentro 
la  fortificazione  ora  venduta  ai  particolari  e piena 
di  umili  case.  In  questo  grande  e bel  villaggio 
nell’estate  accorrono  in  gran  numero  i forestieri, 
sia  per  l’ amenità  del  luogo  sia  pel  comodo  stabi- 
limento balneario.  Nel  Cimitero  di  Antignano  volle 
esser  sepolto  il  fondatore  dell’Istituto  di  Marina 
Mercantile  di  Livorno,  A.  Ronna.  Sul  mare,  alla 
distanza  di  un  chilometro  circa  s’incontra  la  son- 
tuosa villa  detta  il  Giardino  eretta  dai  duchi  Me- 
dicei. 

Castiglioncello  e Vada.  Seguitando  la  piacevole  o 
pittoresca  via  del  littorale  s’incontrano  a poca  di- 
stanza tra  loro  le  torri  del  Boccale,  di  Calafuria, 
del  Romito,  di  Castiglioncello,  di  Vada.  Castiglion- 
cello che  distà  venti  chilometri  da  Livorno,  sulla 
estremità  di  un  promontorio  ha  un  piccolo  scalo 
donde  abbiamo  incantevoli  vedute;  nei  suoi  con- 
torni era  la  villa  del  Senatore  Romano  Albino  Ce- 
cina. Vada,  fu  porto  antichissimo  e del  quale  parlano 
Cicerone,  Plinio  e Rutilio  Numaziano.  La  sua  chiesa 
a croce  latina  di  buona  architettura  ha  un  quadro 
di  Vincenzo  Lami . 


86  PASSEGGIATE  E CONTORNI 

Questo  villaggio  che  ha  un  antico  fortilizio  e fa- 
nale, è lontano  da  Livorno  29  chilometri  ed  ap- 
partiene al  Comune  di  Rosignano. 

Rosignano.  Questo  grosso  ed  antico  villaggio  con 
sovrastante  castello,  è situato  sul  più  meridionale 
dei  poggi  livornesi  a 22  Chilometri  da  Livorno;  del 
suo  castello,  rovesciato  dai  fiorentini  nel  1433  eri- 
costruito mezzo  secolo  dopo,  esistono  ora  due  torri 
ed  un  arco.  Yi  si  godono  incantevoli  vedute  di  terra 
e di  mare.  Alla  distanza  di  quattro  chilometri  da 
Rosignano  si  trova: 

Castel  nuovo  della  Misericordia.  Sorge  nel  fianco 
occidentale  dei  poggi  livornesi  sull’  antichissimo 
distrutto  Castello  di  Camaiano  ; la  parte  più  ele- 
vata e circondata  di  mura  chiamasi  Castel  vecchio 
1’  altra  Castelnuovo  ; sono  state  trovate  nei  suoi 
contorni  'antichità  romane  ed  esistono  sempre  gli 
avanzi  dell’antica  chiesa  di  Camaiano.  Presso  Ca- 
stelnuovo, vicino  al  mare  trovasi  Nibbiaia  ove  esi- 
stono due  vecchi  fortilizi,  uno  dei  quali  in  rovina. 

Gabbro.  È lontano  chilometri  cinque  e mezzo  da 
Castelnuovo  della  Misericordia  ed  è villaggio  an- 
tichissimo. Proseguendo  verso  tramontana  incon- 
trasi a due  chilometri  il  villaggio  di 

Colognole,  dove  alla  distanza  di  un  chilometro  si 
trovano  le  diverse  sorgenti  che  forniscono  Livorno 
di  acqua  potabile.  Le  due  principali  sorgenti  dette 
della  Morra  e della  Camorra,  vengono  riunite  con 
molta  arte  in  piccoli  tempietti,  gallerie  e conserve 
costruite  con  la  maggior  solidità  ove  son  vasche 
e purgatoi;  le  acque  dell’ una  vanno  all’altra  pas- 
sando e ripassando  per  molti  purgatoi , finche 


PASSEGGIATE  E CONTORNI 


87 


non  convengono  in  una  comun  vasca  donde  pas- 
sano nel  sottostante  acquedotto  per  il  quale  alle 
piscine  di  Pian  di  Rota  e di  Livorno  e alle  fon- 
tane della  città.  Questa  magnifica  e grandiosa  opera 
che  uguaglia  per  solidità  quelle  di  simil  genere 
itegli  antichi  romani , ha  parecchie  conserve,  28 
trafori  nell’interno  dei  poggi,  15  serie  d’archi  con 
oltre  150  luci  delle  quali  parecchie  a doppio  or- 
dine alte  24  metri. 

Parrana  e Gastei  S.  Anselmo.  Questi  due  antichis- 
simi villaggi  stanno  a 15  chilometri  da  Livorno  e 
sono  distanti  tra  loro  due  chilometri  circa. 

Nugola.  Sta  a tre  chilometri  e mezzo  da  'Colle- 
salvetti  e su  due  collinétte  chiamate  Nugola  nuova 
e Nugola  vecchia;  le  memorie  di  un  castello  in 
quest’ultima  risalgono  al  sec.  XI.  Appartiene  alla 
Comunità  di  Colle  Salvetti  ed  ha  circa  1000  abi- 
tanti. 

Guasticce.  Il  nome  stesso  Guasticce  indica  come 
questo  luogo  fosse  anticamente  e per  lungo  tempo 
occupato  e guasto  dalle  acque  palustri  e saline 
prima  che  fossero  raccolte  nei  vicini  fossi.  Le  Gua- 
sticce hanno  circa  700  abitanti  appartengono  al  Co- 
mune di  Collesalvetti  e sono  gli  ultimi  casolari  dei 
poggi  livornesi  tra  Nugola  e la  Torà. 

GITA  FUORI  DELLA  CARRIERA  VITTORIO  EMANUELE. 

Passata  tale  Barriera,  a poca  distanza  si  trova  la 
Piazza  delle  Armi,  la  quale  serve  agli  esercizi  mili- 
tari ed  alle  corse  dei  cavalli  ; in  prossimità  della 
piazza  sono  le  due  sorgenti  d’acqua  purgativa  del 


PASSEGGIATE  E CONTORNI 


88 

Corallo  e della  salute.  Giunti  ai  primi  archi  dei  con- 
dotti, voltando  a dritta  lungo  il  bel  viale  alberato 
si  perverrà  in  una  piccola  ed  amena  valle  ove 
sorge  il  bello  e grande  stabilimento  dei 

Bagni  minerali  e sulfurei  (a  tre  chilometri  e mezzo 
dalla  Barriera)  fatto  nel  1843  dairArchitetto  Pa- 
squale Poccianti . Questa  sorgente  d’  acqua  mi- 
nerale chiamata  la  Puzzolente  pel  cattivo  odore 
che  manda,  ha  salutifere  proprietà  e da  molti  il- 
lustri medici  è stato  dichiarato  potersi  paragonare 
alle  più  accreditate  d’Italia  e di  fuori  specialmente 
per  la  cura  delle^  malattie  cutanee.  La  facciata  di 
quest’edifìzio  è ornata  con  un  intercolunnio  di  quat- 
tro colonne  di  travertino,  con  frontespizio  e gra- 
dinata. La  sua  forma  è oblunga  essendovi  nelle  sue 
parti  laterali  semirotonde  , i comodi  ed  eleganti 
bagnetti;  le  polle  sono  riunite  in  una  vicina  ro- 
tonda ed  un  apparato  a vapore  comunica  all’a- 
cqua il  calore  conveniente.  Tornando  indietro  e 
riprendendo  la  via  dei  condotti  chiamata  via  degli 
Archi , a quattro  chilometri  e mezzo  dalla  città 
trovasi  il 

Purgatoio  di  Pian  di  Rota  eretto  dal  Poccianti , 
non  solo  a purgamento  delle  acque , ma  per  con- 
serva delle  medesime  in  caso  di  qualche  guasto 
nell’acquedotto.  È molto  più  piccolo  del  Cisternone 
e vien  chiamato  Cisternino,  ma  non  la  cede  a que- 
sto in  solidità  e magnificenza.  La  sua  facciata  è 
adorna  d’ intercolunnio  dorico.  Seguitando  questa 
piacevole  e pittoresca  via  lungo  il  condotto  a do- 
dici miglia  di  Livorno  si  troverebbe  Colognole  del 
quale  abbiamo  già  parlato. 


PASSEGGIATE  E CONTORNI 


89 


CITA  FUORI  DI  PORTA  ALLE  COLLINE. 


Passato  di  poco  il  sobborgo  e traversato  il  Rio  Mag- 
giore trovasi  Pantichissimo  villaggio  di 

Salviano  (a  due  chilometri  e mezzo  della  città) 
del  quale  abbiamo  memorie  che  risalgono  al  1182. 
L’antica  chiesa  aveva  l’altare  ove  sta  ora  il  cam- 
panile in  cui  sono  gli  avanzi  d’antichi  freschi.  Il 
Cimitero  ebbe  principio  nel  1781  e venne  accre- 
sciuto nel  1854;  vi  si  notano  diversi  pregevoli  mo- 
numenti i quali  pur  si  trovano  nella  Chiesa  e nelle 
stanze  annesse  ; vi  son  sepolti  fra  gli  altri  il  Demi 
ed  il  Bini;  a quest’ultimo  i concittadini  fecero  il 
busto  in  marmo,  e Giuseppe  Mazzini  1’  iscrizione. 
Passata  la  tenuta  di  Limone  elevasi  un  colle  chia- 
mato la  Poggia,  quindi  giunti  a Collinaia  si  tro- 
vano i mulini  a vapore  e le  fabbriche  di  spiriti 
del  Sig.  Corridi,  e volgendo  a sinistra  le  fattorie 
di  Popagna  ov’  era  un  villaggio  con  castello  baro- 
nale e ove  ha  origine  il  pieeoi  fiume  Ardenza. 

Valle  Benedetta.  Si  chiama  così  una  sinuosità  di 
monti  livornesi  alla  distanza  di  Chilometri  11  dalla 
città  dove  si  godono  bellissime  e variate  vedute  di 
terra  e di  mare.  Nel  secolo  XVII  questo  luogo  pit- 
toresco era  ancor  alpestre  e selvaggio  quando  al- 
cuni religiosi  vi  eressero  la  Chiesa  ed  il  Mona- 
stero ora  guasto  e sformato.  La  Chiesa,  che  è a 
croce  latina,  sull’altare  maggiore  ha  un  gruppo  in 
legno  assai  stimato  dagli  artisti.  Dalia  piazza  della 
Chiesa  vedesi  a destra  una  molto  bassa  e solitaria 


90  PASSEGGIATE  E CONTORNI 

valle  nel  cui  fondo  esiste  ancora  una  chiesa  ed  un 
convento  ; quella  valle  a cagione  dell’  eremo  si 
chiamò  Santa  Buca  o Sambuca. 

GITA  FUORI  DELLA  BARRIERA  FIORENTINA. 

Passata  di  poco  la  Barriera  trovasi  a sinistra  la 
parrocchiale 

Chiesa  di  S.  Matteo  di  forma  semplice  ma  ele- 
gante, e ricca  di  depositi  in  marmo  a varie  foggie. 
Accanto  trovasi  un  cimitero  con  molti  bei  monu- 
menti, alcuni  dei  quali  di  non  poco  pregio.  Poco 
più  avanti  incontrasi,  dopo  il  sobborgo,  il  Cimitero 
Armeno  fatto  nel  1784,  e poi  nel  luogo  chiamato 

I lupi  (perchè  posseduto  anticamente  da  una  fami- 
glia di  questo  nome)  la  antichissima  chiesina  di 
S.  Stefano  ; vicino  a questo  luogo  è situato  il  cam- 
posanto della  città  formato  nel  1804.  Alla  distanza 
di  cinque  chilometri  e mezzo  troveremo  i sette 

Ponti  di  stagno  (prima  vi  era  uno  stagno)  sotto 
i quali  corrono  le  acque  del  piano  meridionale  di 
Pisa  che  vanno  a cadere  nel  mare  per  il  Calam- 
brone.  In  questo  luogo  i Medici  vi  fabbricarono 
un  palazzo  con  l’aspetto  di  fortilizio  e serviva  loro 
d’abitazione  quando  andavano  a caccia  nei  con- 
torni ; esiste  sempre  il  palazzo  ma  è ora  ridotto 
ad  abitazione  pei  contadini. 

GITA  FUORI  DELLA  PORTA  S.  MARCO. 

La  porta  S.  Marco  è la  più  bella  della  città  ; è 
ornata  di  due  eleganti  fabbricati  ricchi  di  colonne 


PASSEGGIATE  E CONTORNI  91 

scannellate  ed  altri  lavori  in  ferro  fuso,  come  pure 
di  ferro  fuso  è la  gran  volta  sotto  cui  si  passa;  è or- 
nata al  disopra  di  un  colossale  marmoreo  leone  alato 
che  sorregge  con  la  destra  zampa  un  libro,  opera  del 
Nencini.  Ai  lati  della  porta  esternamente  vi  sono  al- 
tri graziosi  lavori  di  qualche  pregio.  Quasi  di  faccia 
alla  porta  è situata  la  stazione  della  strada  ferrata. 
A destra  s'aprono  due  strade:  Via  Erbosa  e via  del 
Camposanto  nuovo;  in  via  Erbosa  si  trovano  i due 
cimiteri  dei  Luterani  e Calvinisti  Olandesi-Ale- 
manni e dei  Greci  scismatici , chiusi  dallo  stesso 
muro  e divisi  tra  loro  da  una  cancellata  di  ferro 
fuso  ; il  primo  è tenuto  a giardino,  il  secondo  ha 
la  cappella  con  pitture  moderne  e contiene  molti 
grandiosi  monumenti  vari  dei  quali  pregevolis- 
simi. Sul  principio  dell’  altra  via  che  conduce  al 
Cimitero  della  Città,  sta  il  Cimitero  dei  protestanti 
Anglicani  e Scozzesi  con  atrio  e frontespizio  retti 
da  colonne  ioniche.  Dalla  porta  voltando  a sinistra 
s’incontra  la  parte  esterna  della  Dogana  dell’Acqua, 
quindi  il  borgo  chiamato  la  Torretta  da  dove  si 
vedono  sul  mare  la  torre  magnifica  del  Marzocco 
e gli  avanzi  d’  altre  due  più  vicine  ; queste  due 
torri  con  altre  cinque  non  più  esistenti , furono 
poste  dalla  Repubblica  Pisana  a difesa  del  suo  fa- 
moso Porto  che  ivi  esisteva  e che  si  estendeva  dentro 
terra  fino  alla  Bastia  ove  era  eretto  altro  forte  per 
il  tratto  di  circa  due  terzi  di  miglio.  L’anno  415  il 
console  Rutilio  Numaziano  che  da  Roma  andava  in 
Gallia,  approdò  al  Porto  pisano,  descrivendolo  e lo- 
dandolo nel  suo  itinerario,  quantunque  fosse  allora 
sprovvisto  di  torri  e di  altri  ripari,  ma  aperto  e do- 
minato dai  venti.  La  sua  floridezza  fu  dal  secolo  VII 


92  - PASSEGGIATE  E CONTORNI 

al  XIY.  Oltre  le  due  torri  delle  quali  esistono  sem- 
pre gli  avanzi  ed  altre  ancora  di  forme  colossali 
non  più  esistenti,  i Pisani  ne  alzarono  una  alla 
Meloria  detta  la  lanterna  perchè  doveva  servire 
anco  di  faro.  La  superba  torre  del  Marzocco  della 
quale  abbiam  già  parlato  a pag.  78  fu  edificata  dai 
fiorentini  nel  1423  sulle  rovine  di  un  altra  torre 
chiamata  la  Rossa. 

GITA  FUORI  DELLA  STAZIONE  MARITTIMA. 

Nella  Venezia  nuova,  dietro  la  Chiesa  di  S.  Ferdi- 
nando è posta  questa  stazione  inaugurata  nel  1858. 
Serve  a facilitare  le  comunicazioni  fra  il  mare  e la 
terra,  tra  i bastimenti  e la  strada  ferrata.  Nella  casa 
a bozze  di  marmo  risiede  l’ufficio  doganale;  l’altra 
più  piccola  in  mezzo  all’acqua  ha  i quartieri  per  le 
guardie  di  finanza.  La  via  ferrata,  prima  di  giun- 
gere alla  stazione  S.  Marco,  volge  a destra  e tra- 
versa il  fosso  dei  navicelli  sopra  un  ponte  girante 
per  venire  a passar  intorno  alla  darsena  quadrila- 
tera scavata  per  comodo  delle  barche. 

GITA  FUORI  DEILA  BARRIERA  A MARE. 

Questa  veramente  magnifica  e rara  passeggiata 
col  suo  vario,  ameno  ed  alberato  giardino,  sedili, 
fontane,  grotte  e boschetti;  colle  sue  palazzine, 
graziose  villette,  vasti  edifìzi,  colle  sue  incante- 
voli vedute  di  terra  e di  mare,  col  suo  aere  bal- 
samico, forma  la  parte  più  deliziosa  e più  fre- 
quentata della  nostra  città.  Andando  sulla  riva , 


PASSEGGIATE  E CONTORNI  93 

di  faccia  alla  Barriera,  s’apre  dinanzi  allo  spet- 
tatore la  vista  dell’amplissimo  mare,  il  quale  o 
sia  che  ne  miriamo  il  piano  immenso  colpito  da 
silenziosa  immobilità,  o leggermente  increspando 
le  onde  venga  dolcemente  a baciare  le  sponde;  ossia 
che  ne  miriamo  le  onde  gonfiarsi  da  lontano,  cor- 
rere incalzandosi,  accostarsi  torreggianti  alla  riva 
e là  disciogliersi  sopra  se  stesse  precipitando  furio- 
samente, offre  sempre  uno  spettacolo  imponente. 
Si  vedono  poi:  il  già  Lazzeretto  S.  Rocco  ridotto 
in  parte  a Cantiere  Navale;  i graziosi  bagni  pei 
poveri;  il  vecchio  ed  il  nuovo  molo  coi  loro  basti- 
menti; la  superba  torre  del  Fanale,  e quella  lon- 
tana della  Meloria;  la  Gorgona , la  Capraia  e le 
altre  isole  più  lontane.  Incamminandosi  per  questa 
bellissima  via  del  Passeggio  troveremo  il 

Giardino  al  Mare.  Fu  aperto  nel  1864.  Ha  una  ter- 
razza sul  mare,  ristoratore,  caffè,  giardini,  statue, 
musica,  fuochi  arteficiali,  divertimenti  infiniti  ed 
un  grazioso  teatro.  Non  si  venga  in  Livorno  senza 
passare  almeno  una  serata  al  Giardino  al  Mare 
poiché  niente  può  dare  un’  idea  di  questo  stabili- 
mento incantevole.  Nell’  estate  in  cui  il  Giardino 
è maggiormente  frequentato  , la  direzione  riceve 
abbuonamenti  per  le  famiglie,  assai  mite.  Prezzo 
d’  ingresso  L.  1.  Quasi  in  faccia  al  Giardino  vi 
sono  i 

Bagni  Squarci  principiati  nel  1846  e non  ancora 
interamente  finiti.  Occupano  un’isolotto  unito  alla 
terra  da  ponte  carrozzabile  ; v’ha  una  bella  piazza 
alberata  per  comodo  dei  bagnanti , e le  stanzine 
pei  bagni  sono  in  massima  parte  murate.  Per  que- 


94  PASSEGGIATE  E CONTORNI 

st’  ultimo  requisito  i bagni  Squarci  si  raccoman- 
dano in  special  modo  al  forestiero  che  desidera 
prendere  un  bagno  in  quiete , sicuro  di  non  esser 
preso  di  mira  da  qualche  occhio  indiscreto.  11 
prezzo  di  ogni  bagno  è di  L.  1 biancheria  com- 
compresa;  l’appalto 

per  10  Bagni  è di  L.  9 i 

per  15  Bagni  è di  L.  13  f biancheria 

per  20  Bagni  è di  L.  16  / compresa 

per  30  Bagni  è di  L.  24  \ 

In  questo  stabilimento  è ancora  un  elegante  caffè 
e una  rivendita  di  Sale  e Tabacchi. 

Sulla  gran  piazza  sul  mare,  ove  prima  del  1872 
era  una  Torre  eretta  dai  Medici  a difesa  della  costa 
ed  il  fortilizio  ove  risiedeva  un  distaccamento  di 
cavalleria,  è da  sperarsi  che  venga  presto  posto 
in  opera  l’ardito  progetto  di  Giovanni  Glyn,  di  for- 
marvi cioè  un  grandioso  stabilimento  balneario. 
Nella  stagione  estiva,  sulla  estrema  punta  di  que- 
sta gran  piazza , sorgono  come  per  incanto  due 
graziosi  e comodi  stabilimenti  balneari  vera  prov- 
videnza delle  piccole  borse,  poiché  con  soli  cin- 
quanta centesimi  si  ha  una  baracca  che  può  con- 
tenere fino  cinque  persone. 

RR.  Bagni  Pancaldi.  Questo  stabilimento  balneario 
fabbricato  propriamente  nella  cala  dei  Cavalleg- 
gieri,  è una  Venezia  in  miniatura  con  piazze,  cale, 
zattere,  ponti,  approdi;  gremito  di  bagnanti  quale 
in  acqua  e quale  in  secco,  uno  che  nuota,  1’  altro 
che  passeggia,  questo  ch’esce  colla  persona  gron- 
dante in  assetto  adamitico  (dopo  il  peccato)  quello 
che  si  lancia  e fa  il  tonfo  da  tritone  agguerrito  a 


PASSEGGIATE  E CONTORNI 


95 


battagliare  con  1’  onde.  In  questo  luogo  in  cui  si 
trovano  fino  dal  1867  bagni  caldi  e freddi,  dolci  e 
marini,  a corrente  continua,  per  semicupi,  per  ir- 
rigazioni, per  docciature  a diversi  gradi,  c’è  pure 
una  stanza  per  la  respirazione  dell’  acqua  polve- 
rizzata  , utilissima  ai  lenti  morbi  polmonari.  Yi 
hanno  isolotti  e terrazza  e piazze  pel  respiro  del- 
l’aria marina,  sala  d’aspetto,  trattoria,  caffè,  bir- 
reria, libreria  ecc.;  la  sera  concerti,  balli  e mille 
divertimenti.  Questi  bagni,  a seconda  di  quel  che 
ne  disse  un  caro  e spiritoso  scrittore,  formano  la 
più  grata  la  più  fresca,  la  più  romantica  di  tutte 
le  stazioni  ove  si  fermi  nel  suo  viaggio  omnibus 
il  treno  a gran  velocità  che  ha  l’amore  per  mac- 
chinista. 

Il  Direttore  sanitario  dei  RR.  Bagni  Pancaldi  è 
il  chiariss.  Dott.  Diomede  Buonamici. 

Il  prèzzo  di  ogni  bagno 

per  una  persona,  è di  L.  1 senza  bianch. 

per  due  persone  è di  » 2 con  » 

per  tre  » è di  » 2 60  » » 

per  quattro  » è di  » 3 20  » » 

L’  appalto  per  4 persone  è 


Passato  di  poco  i Bagni  Pancaldi,  prima  di  ar- 
rivare alla  Chiesa  di  S.  Jacopo  si  trovano  i limpi- 
dissimi 


96  PASSEGGIATE  E CONTORNI 

Bagni  Ferrari  e Mayer  fatti  su  quella  scogliera 
ottimamente  scelta  da  G.  S.  Palmieri  fino  dal  1840, 
dopo  ingranditi  e forniti  al  presente  di  tutte  le  co- 
modità desiderabili  ; terrazze , sale  di  riposo  e di 
biliardi,  trattoria,  caffè,  ed  un’  ampia  rotonda  per 
la  perfetta  respirazione  dell’aria  marina.  Chi  non 
vede  nelle  ore  piu  calde  gli  stabilimenti  balneari 
cbe  sono  lungo  la  via  del  Passeggio  e specialmente 
questo  dei  sigg.  Ferrari  e Mayer,  perde  uno  dei  più 
graziosi,  dei  più  variati  dei  più  bizzarri  spettacoli 
che  il  grande  impresario  dell’universo  abbia  mai 
messo  in  iscena  sul  teatro  dell’  umanità  per  suo 
divertimento  particolare.  Il  miglior  mezzo  di  go- 
dere comodamente  questo  spettacolo  è di  starsene 
seduti  sulla  magnifica  rotonda  difesa  dal  calore  del 
sole  da  una  gran  tenda  di  tela,  in  mezzo  a quella 
moltitudine  di  donne  eleganti,  dagli  occhietti  pieni 
di  vita,  dai  sorrisi  divini,  dalle  artistiche  movenze; 
e di  là  osservare  il  continuo  viavai  di  gente  me- 
scolata in  tutti  i colori  e in  tutte  le  sfumature  so- 
ciali. Chi  ride,  chi  chiacchiera,  chi  passeggia  gra- 
vemente fumando  , chi  nuota  con  lena  affannata, 
chi  fa  all’  amore;  quà  si  parla  dipolitica  e tanto 
seriamente  da  far  nascere  il  fermo  proposito  di 
una  scappata  nella  luna  nel  caso  di  una  guerra 
mondiale,  mentre  là  un  drappello  di  fanciulle  s’in- 
seguono  con  rapido  moto,  montano  sulle  scogliere 
muscose  disegnando  contro  il  cielo  forme  divine,  si 
slanciano  nelPacqua,  spariscono  e ritornano  a galla 
tutte  ridenti.  Dalle  baracche  poi  escono  continua- 
mente  allegri  scoppietti,  risate  giovanili,  suoni  fe- 
stanti di  voci  argentine  e cicalecci  infiniti  che  fanno 
tutt’  intorno  un  frastuono  che  si  confonde  in  un 


LIBRARY 
OF  THE 

UNIVERSITY  OF  ILLINOIS 


PASSEGGIATE  E CONTORNI 


97 

unica  nota  leggiera  e briosa,  piacevole  all’orecchio 
quant’altra  mai.  Infine,  il  luogo  di  questi  bagni  è 
veramente  incantevole,  l’acqua  purissima. 


Il  prezzo  di  ogni  bagno 

per  1 persona  è di  L.  1 con  biancheria 


per  2 persone  di 

» 1 60 

» 

» 

per  3 » di 

» 2 20 

» 

» 

. per  4 » di 

» 2 80 

» 

» 

e l’appalto  per  4 persone 

è di 

L.  12  per  10  bagni  i 

» 17  » 15 

» ( 

senza 

» 21  » 20 

» 

biancheria 

» 30  » 30 

» \ 

Di  faccia  a questi  bagni  è la  magnifica  Villa  Pal- 
mieri ove  dimorò  Vittor  Ugo,  Alessandro  Dumas, 
Alfonso  La  Martine  e Federigo  Ozanam. 

S.  Jacopo  in  Acquaviva.  Questo  che  è ora  amenis- 
simo villaggio,  anticamente  era  solitaria  e boschiva 
spiaggia  ove  nei  primi  secoli  del  cristianesimo  si 
ritirarono  alcuni  cristiani  per  menarci  vita  riti- 
rata e penitente.  Nel  secolo  IV  vi  fabbricarono  un 
oratorio  visitato,  dicesi,  da  alcuni  santi  personaggi  ; 
eressero  poi  una  Chiesa  ed  un  Monastero  il  quale 
abbattuto  dalle  armi  di  Carlo  d’Angiò  nel  1357  ri- 
sorse dalle  sue  rovine.  L’attuale  chiesa  di  S.  Jacopo 
fu  eretta  nel  1606  sopra  l’antichissima  e nel  1759 
venne  ingrandita  quale  ora  si  vede  ; è da  osser- 
varsi il  suo  sotterraneo  che  serviva  di  chiesa  e di 
luogo  di  rifugio  per  gli  eremiti  quando  Saraceni , 
Genovesi  ecc,  scendevano  sulle  nostre  spiagge.  La 
chiesa  a croce  latina  ha  un  antico  crocifisso  di - 
Guida  di  Livorno . 


7 


98  PASSEGGIATE  E CONTORNI 

pinto  in  tavola,  un  quadro  con  S.  Jacopo  del  Bac - 
chini  e un  S.  Giuseppe  dipinto  sul  cristallo.  Ac- 
canto alla  Chiesa  è un  piccolo  Cimitero  privato 
ov’è  sepolto  Antonio  Benci  livornese.  Il  villaggio 
di  S.  Jacopo  conta  più  di  4000  anime.  Presso  la 
chiesa  sorge  il 

Lazzeretto  di  S.  Jacopo  costruito  nel  1648,  ampliato 
nel  1721  e circondato  da  fosso,  muro,  ed  altre  molte 
comodità  per  le  merci  e per  gli  impiegati.  V’  è 
pure  un’ospedale,  una  cappella,  e ora  l’asilo  della 
Società  di  Soccorso  agli  Asfìttici.  Poco  distante  si 
trova  il 

Lazzeretto  di  S.  Leopoldo  eretto  nel  1773  secondo 
il  disegno  di  Ignazio  Fazzi . Questi  due  lazzeretti 
così  prossimi  l’uno  dall’altro  sono  due  celebrità  nel 
loro  genere;  specialmente  questo  di  S.  Leopoldo 
è forse  il  più  vasto  e meglio  disposto  d’Europa.  È 
cinto  di  alte  mura  e di  un  fossato  che  poteva  es- 
sere inondato  dal  mare.  Prima  esisteva  alla  sua 
estremità  destra  come  un  altro  lazzeretto,  isolato 
e serviva  per  la  quarantina  rigorosa  ; ora  questo 
luogo  è stato  ridotto  a prigione  e vi  hanno  co- 
struito un  fortino  di  vigilanza.  Vi  sono  due  vastis- 
sime tettoie  e magazzini  per  lo  sciorinamento  delle 
merci,  di  una  estenzione  sorprendente,  ed  una 
gran  piazza  in  fronte  della  quale  in  un’  ornata 
nicchia  è la  statua  di  Pietro  Leopoldo  scolpita  da 
A.  Pelliccia . Vi  è una  torre  sul  mare  detta  il  Ca- 
stello ed  altre  quattro  torri  sugli  angoli  della  mu- 
raglia di  circuito;  ha  comode  abitazioni,  spedale, 
due  cappelle  e due  cimiteri.  In  quello  di  quaran- 
tina esistono  due  monumenti  marmorei  con  bas- 


PASSEGGIATE  E CONTORNI  99 

sirilievi  di  qualche  pregio.  Questo  lazzeretto  fu 
adoperato  fino  al  1846. 

Casini  dell’Ardenza.  Dove  il  passeggio  lungo  mare 
finisce  allargandosi  in  ampi  viali  e deliziosi  bo- 
schetti, passato  di  poco  il  Lazzaretto  S.  Leopoldo 
si  trovano  i Casini  dell’Ardenza,  posti  a tre  chi- 
lometri dalla  città.  La  fabbrica  dei  Casini  che  fu 
fatta  da  una  società  di  signori  livornesi  ed  eretta 
col  disegno  dell’Architetto  Giuseppe  Cappellini , è 
un  vastissimo  ed  elegante  fabbricato  che  nel  centro 
forma  un  semicerchio;  è composto  di  13  palazzine 
e di  circa  3 22  stanze.  Le  sue  due  facciate  laterali 
al  semicerchio  sono  ornate  da  bellissima  terrazza 
balaustrata  sostenuta  da  intercolunnio  di  sei  co- 
lonne d’ordine  dorico;  la  graziosa  palazzina  del 
centro  è munita  di  portico  di  cinque  eleganti  ar- 
cate sostenute  da  pilastri  e sopra  di  esse  una  gal- 
leria con  colonne  e pilastri  d’ordine  ionico  soste- 
nenti il  frontespizio.  Questo  amenissimo  luogo  è 
tutto  sparso  di  eleganti  palazzine,  ville  incantevoli. 

Presso  l’antica  torre  del  littorale,  dove  termina 
la  passeggiata , si  accalca  ogni  sera  una  folla  di 
eleganti  carrozze,  di  cavalieri,  di  pedoni;  andare 
all’Ardenza  è una  tradizione  alla  quale  tanto  i si- 
gnori paesani  che  i forestieri  si  guarderebbero  di 
mancare,  non  foss’altro  per  l’eccellente  ragione  di 
mostrare  i propri  cavalli  sè  uomo,  di  far  pompa  di 
ricchissime  toilletes  sé  donne.  Il  miglior  mezzo  di 
godere  senza  fatica  dello  spettacolo  dell’  Ardenza, 
è di  scegliersi  un  sedile  posto  all’ombra  lieta  di 
qualche  fronzuto  boschetto  e di  là  guardare,  ep- 
poi  guardare,  guardare  sempre. 


100 


PASSEGGIATE  E CONTORNI 


GITA  IN  MARE. 

Piacendo  al  forestiero  di  fare  una  gita  in  mare 
fissi  una  barca  (se  ne  trovano  ad  ogni  scalo  ed  an- 
che agli  stabilimenti  balneari)  e ammesso  che  la 
barca  sia  a vela  ed  il  mare  tranquillo,  si  lasci  con- 
durre alla 

Meloria,  memorabile  per  le  due  sanguinose  bat- 
taglie navali  fra  i Genovesi  e i Pisani  accadute 
nel  1241  e 1284;  la  prima  con  la  sconfitta  dei  Geno- 
vesi e la  seconda  con  la  totale  disfatta  della  flotta 
Pisana  dalla  qual’ epoca  quella  repubblica  segnò  la 
sua  decadenza.  Distà  da  Livorno  chilometri  6,  50  e 
non  è altro  che  una  secca  di  circa  9 chilometri 
di  estenzione  ; nel  1154  i Pisani  vi  eressero  un 
fortilizio  ed  una  torre  che  servir  doveva  anche 
di  fanale,  ma  i Genovesi  nel  1286  ne  abbatteron 
la  torre.  Quelia  che  al  presente  vediamo  mezza 
diroccata,  fu  inalzata  nel  1789  e perchè  non  aveva 
fanale,  nel  1867  sulla  estremità  della  secca  fu  po- 
sto un  forte  tripede  di  ferro  reggente  la  gabbia 
che  chiude  la  lanterna. 

Se  invece  la  barca  fissata  dal  forestiero  non  è a 
vela,  si  faccia  condurre  al 

Molo  nuovo.  Fino  dal  1852  il  porto  di  Livorno  fu 
trovato  troppo  angusto  pei  bisogni  della  città  quindi 
fu  decretata  la  erezione  della  grandissima  mura- 
glia curvilinea  formante  il  porto  nuovo  , finita 
nel  1863.  Questa  muraglia  che  è lunga  metri  1130, 
ha  alle  estremità  due  torrette  munite  di  fanale,  e 
serve  di  magnifica  passeggiata.  Dalla  piatta-forma 


PASSEGGIATE  E CONTORNI  101 

si  ascende  mediante  pochi  gradini  sul  parapetto 
che  corona  la  grandiosa  costruzione  (sorprendente 
passeggio  pensile  che  giace  a quaranta  metri  dal 
pelo  dell’acqua)  da  dove  si  presentano  da  ogni 
parte  mirabili  vedute. 

Dalla  parte  del  Marzocco,  in  prossimità  della  sta- 
zione marittima,  nell’estate, sorgono  nel  mezzo  del- 
l’acqua tre  stabilimenti  balneari,  abbastanza  ele- 
ganti, e muniti  di  una  quantità  di  baracche. 

Ad  occidente  della  città,  alla  distanza  di  37  chi- 
lometri sorge  l’isola  di 

Gorgona,  ove  anticamente  vivevano  alcuni  romiti. 
Nel  1869  in  quest’  Isola  il  governo  ci  stabilì  una 
Colonia  Agricola  penale  dipendente  dalla  Pianosa 
e dal  1 Agosto  1871  venne  da  questa  separata.  Ebbe 
dapprima  50  condannati,  oggi  ne  ha  più  di  300  i 
quali  risarciscono  le  fabbriche  antiche  e coltivano 
la  terra.  L’isola  di  Gorgona  ha  il  perimetro  di  circa 
11  chil.  ed  è tutta  monti  e valli  che  formano  a le- 
vante tre  naturali  cale,  nella  principale  delle  quali 
stanno  alcune  case  di  pescatori. 


FINE. 


. ' 


. 


INDICE 


Indicazioni  utili  al  viaggiatore Pag.  5 

Consoli  e Vice-Consoli » 6 

Bagni >20 

Cenni  storici » 26 

Cenni  Topografici » 32 

Porte  e Barriere » 33 

Strade » 34 

PIAZZE 

Piazza  d’Arme  . ...  > . ...»  ivi 

» Carlo  Alberto » 35 

> Mazzini » 36 

» Cavour » 37 

• S.  Benedetto » ivi 

» Guerrazzi >38 

» Cappellini > ivi 

* del  Cantiere > ivi 

> Manin > ivi 

> del  Villano ...»  ivi 

CHIESE 

Duomo >39 

S.  Giulia >41 

S.  Antonio >42 

S.  Giovanni  . . . . . - * ♦ » ivi 


INDICE 


104 


S.  Sebastiano 

. 

Pag. 

» 

43 

Greci  uniti 

ivi 

Madonna 

» 

44 

Armeni 

» 

45 

Domenicani 

» 

46 

Crocetta  . . 

9 

ivi 

S.  Giuseppe 

9 

47 

S.  Maria  del  Soccorso 

9 

ivi 

S.  Andrea 

» 

48 

S.  Benedetto 

» 

ivi 

S.  Pietro  e Paolo 

» 

ivi 

Cappuccini  . 

9 

49 

Misericordia 

9 

ivi 

Purificazione 

9 

50 

SS.  Trinità, 

9 

ivi 

Anglicana 

9 

ivi 

Scozzese 

‘ > 

51 

Olandese  Alemanna 

1 

ivi 

PALAZZI  PUBBLICI 


Palazzo  Comunale » ivi 

» ex-Reale » 52 

> della  Sanità,  ^ 55 

» R.  Liceo  Niccolini » ivi 


PALAZZI  PRIVATI 


Palazzo  Larderei » 56 

Tre  Palazzi * ivi 

Palazzo  Corridi » 57 

> Squilloni » ivi 

» Rodocanacchi  . » ivi 

» Maurogordato » ivi 

• Rosso » ivi 

CASE  NOTEVOLI 

Casa  ove  nacque  Carlo  Bini  >58 

» » il  Generale  Cosimo  Del  Fante  . » ivi 

» > Alfredo  Cappellini » ivi 

» » F.  D.  Guerrazzi >59 


INDICE 


105 


BIBLIOTECHE 


Biblioteca  Labronica 

» del  Seminario 
Biblioteche  popolari 
» private 
Gallerie  private 
Musei  privati 
Circolo  Filologico 


STABILIMÉNTI  DI  BENEFICENZA. 


Spedale  di  Livorno 

» Militare  ’ . . 

» Israelitico  .... 
Ricovero  di  Mendicità 
Asilo  Grabau  . 

Case  Pie  delle  Povere  Mendicanti  e del 
Pie  Scuole  Israelitiche 
Asili  infantili  di  Ca/ità 
Seminario  Gavi  .... 

Archiconfraternità  della  Misericordia 
Istituto  di  S.  Maria  Maddalena 
Asili  Rurali  per  l’infanzia 
Società  di  soccorso  agli  asfitici 
Cassa  di  Risparmi  .... 
Monte  di  Pietà  .... 

Scuola  gratuita  di  strumenti  a corda 
Congregazione  di  Carità 


Refugio 


TEATRI. 

Teatro  dei  Floridi  

» degli  Avvalorati  .... 

» Goldoni 

» Rossini  

» Gherardi  Del  Testa  .... 

Arene 

COSE  NOTEVOLI  DIVERSE 


Pag.  59 
» 61 

» ivi 
» ivi 
» 62 
» 64 

• 65 


» 66 
» ivi 
» ivi 
» ivi 
» 67 

» 68 
» 69 

» 70 

» ivi 

• ivi 
» ivi 

• 71 

» ivi 
» ivi 
» 72 

» ivi 
» ivi 


» ivi 
> 73 

» ivi 
» ivi 
• 74 

» ivi 


Monumento  detto  dei  quattro  Mori 
Cisternone  .... 


ivi 

75 


INDICE 


106 

Cisternino  . 

Tempio  Israelitico 
Bottini  dell’Olio 
Cantiere  Navale 
Fanale 
Marzocco  . 
Fortezza  vecchia 
» nuova 
Le  due  Darsene 
Dogana  dell’Acqua 
Giardino  Pubblico 
Panificio  Militare 
Piaggione  dei  grani 
Borsa  di  Commercio 
Gazometro 


PASSEGGIATE  E CONTORNI 


Gita  fuori  della  Barriera  Maremmana 
S.  Michele 

Cimitero  della  Purificazione 
» della  Misericordia 
Ardenza  .... 

Madonnina  di  mezza  via 
Montenero 
Anti  guano 

Castiglioncello  o Vada 
Rosignano 

Castelnuovo  della  Misericordia 
Gabbro  , 

Colognole  .... 

Parrana,  Castel  S.  Anselmo 
Nugola,  Guasticce 
Gita  fuori  della  Barriera  Vittorio  Emanuele 
Bagni  Minerali  sulfurei  . 

Purgatoio  di  Pian  di  Rota 
Gita  fuori  della  Porta  alle  Colline 
Salviano  .... 

Valle  Benedetta 

Gita  fuori  della  Barriera  Fiorentina 
Chiesa  di  S.  Matteo,  Lupi,  Stagno 
Gita  fuori  della  Porta  S.  Marco 


Pag.  76 
» ivi 
» 77 

» ivi 
» 78 

« ivi 
» 79 

» 80 
» ivi 
» ivi 
» ivi 
» 81 
» ivi 
» ivi 
» ivi 


* 82 
» ivi 
» ivi 
» ivi 
» 83 

» ivi 
» ivi 
» 85 

» ivi 
» 86 
» ivi 
» ivi 
» ivi 
> 87 

» ivi 
» ivi 
» 88 
» ivi 
» 89 

» ivi 
» ivi 
» 90 

* ivi 
» ivi 


INDICE  107 

Gita  fuori  della  stazione  Marittima  .....  Pag.  92 

Gita  fuori  della  Barriera  a Mare » ivi 

Giardino  al  mare » 93 

Bagni  Squarci » ivi 

RR.  Bagni  Pancaldi » 94 

Bagni  Ferrari  e Mayer * 98 

S.  Jacopo  in  Acquaviva » 97 

Lazzeretti  di  S.  Jacopo  e S Leopoldo  . ...»  98 

Casini  dell’Ardenza  . » 99 

Gita  in  mare  , » 100 

Meloria * ivi 

Molo  nuovo . ...»  ivi 

Gorgona » 101 


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